L’Europa prende ad esempio il Protocollo d’intesa italiano


Essere presi ad esempio dall’Europa come riferimento positivo, fa notizia. Forse la nostra tendenza ad autocommiserarci, la nostra esterofilia innata, la nostra mancanza di fiducia nei nostri mezzi ci porta spesso ad ignorare quanto gli altri guardino al nostro Paese e alle sue eccellenze con ammirazione. Il protocollo d’intesa per un sistema di monitoraggio delle carenze della rete distributiva, che nel nostro Paese fu firmato nel Maggio 2011 è stato definito un ottimo modello per tutta l’Europa. L’assemblea generale dei farmacisti europei del Pgeu  (Pgeu di cui abbiamo parlato pochi giorni fa a proposito dell’elezione di Maximin Liebl a Presidente), ritiene che l’esperienza italiana sia una possibile soluzione al problema della carenza nell’approvvigionamento dei farmaci. I firmatari di quell’accordo di Maggio 2011, Assofarm, Farmindustria, Federfarma, Fofi, Federfarma Servizi, Adf, hanno creato una infrastruttura tecnologica in grado di mediare tra le singole imprese e le associazioni di distribuzione di tutti i livelli: un canale attraverso il quale anche l’ultima delle farmacie può segnalare possibili intoppi logistici. La questione dello scarso approvvigionamento dei farmaci è un problema crescente in tutta Europa, in particolare in Gran Bretagna, e la soluzione italiana, secondo la riunione Pgeu è quella che si è dimostrata, nella pratica, la più efficiente. Un’arma estremamente utile nella lotta a una deriva che potrebbe creare davvero grossi problemi a tutte le farmacie dell’Unione Europea. Il protocollo d’intesa italiano, firmato da tutta la filiera del farmaco, sembra essere meritevole di plagio e d’esportazione in tutta Europa.


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