Nuova Remunerazione: l’era dello specialista del farmaco

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“E’ finita l’epoca del farmacista mero dispensatore dei successi altrui e si apre la fase della valorizzazione del farmacista come specialista del farmaco”, queste le splendide parole di Maurizio Pace, segretario della Fofi. Parole che donano speranza in un momento pieno di difficoltà per chi lavora dietro al bancone di una farmacia. Pace, invitato al Convegno “Nuova remunerazione, redditività della farmacia prospettive future” ad Agrigento, si è espresso anche sulla nuova remunerazione, vera protagonista dell’incontro agrigentino: “Il nuovo modello costituisce un utile shock: è il segnale che l’attività del farmacista che opera nelle farmacie di comunità deve sempre più caratterizzarsi in senso professionale. E’ quanto la Federazione degli Ordini sostiene da anni, anche con iniziative concrete, prima di studio e analisi e oggi anche di sperimentazione”. A sostenere la tesi del segretario Fofi ci sono anche le dichiarazioni di Claudio Miceli presidente di Federfarma Agrigento: “Il nuovo scenario della remunerazione ha almeno il merito di mettere a nudo le attuali difficoltà della farmacia italiana.” Un intervento molto importante e apprezzato nell’incontro di Agrigento è stato senza dubbio quello di Andrea Manfrin, farmacista e docente della Medway School of Pharmacy dell’Università del Kent, Gran Bretagna; secondo Manfrin la farmacia deve diventare sempre più un centro di servizi, in cui la dispensazione dei farmaci è una delle prestazioni, la principale, ma di contorno dovranno esserci tutta una serie di servizi imperniati principalmente sull’aderenza alla terapia da parte del cliente, l’uso sicuro dei farmaci e la personalizzazione del trattamento. In sostanza quel che emerge dall’incontro agrigentino è la visione di una nuova farmacia: una nuova professione che vedrebbe nella nuova remunerazione, il primo passo. Ed ecco che possiamo tornare alle parole di Pace, visionarie e piacevoli, con cui abbiamo iniziato: “E’ finita l’epoca del farmacista mero dispensatore dei successi altrui e si apre la fase della valorizzazione della professionalità, del farmacista come specialista del farmaco. E’ l’unica via per garantire nel contempo una prestazione ancora migliore ai cittadini, la sostenibilità economica delle farmacie come servizio pubblico e anche per debellare l’abusivismo. Se si esalta la componente professionale della dispensazione e se la si correda di altri atti professionali è evidente che è solo “il camice bianco” l’unico interlocutore del paziente”.

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