I pionieri della magnesia e la farmacia moderna


L’epopea della Carlo Erba, la prima azienda farmaceutica italiana.

«Sarebbe per me una consolazione grande l’avere in qualche modo, e fosse anche soltanto col dare un buon esempio, contribuito a dare a Milano la superiorità scientifica in Italia». Così nel 1886 scriveva Carlo Erba a Francesco Brioschi rettore dell’Istituto tecnico superiore (oggi Politecnico). El sciurCarlo era uno che aveva a cuore la «salute» di Milano (e dell’Italia). Per professione e per vocazione. L’avventura professionale del farmacista prima e imprenditore poi è raccontata nella mostra «Carlo Erba. L’innovazione in farmacia-L’affascinante storia che ha trasformato una professione», che inaugurata il 30 novembre al Museo della scienza e della tecnologia di Milano (fino al 27 gennaio). 

LA STORIA – Nato nel 1811, figlio di uno speziale, Erba ha trasformato il sapere di famiglia in mestiere e il mestiere in professione. Dopo la laurea in farmacia a Pavia, nel 1837 prende in gestione la farmacia Castoldi in Brera, quindici anni dopo fonda la Carlo Erba, prima azienda farmaceutica italiana: «Allora in Milano o per dir meglio in tutta Italia non esistevano laboratori chimico-farmaceutici e la vendita dei medicinali veniva esercitata dai droghieri che li importavano dall’estero e specialmente dalla vicina Francia. (…) l’Italia, cominciava appena ad applicare le nuove teorie e a ricevere qualcuno dei nuovi prodotti suggeriti dalla scienza», scrive nelle Memorieconservate all’Archivio Carlo Erba, presso il Centro per la cultura d’impresa. Negli anni Sessanta, nell’allora periferica area Medici, fra le odierne vie Marsala, Moscova, Solferino e Milazzo, nasce uno stabilimento all’avanguardia per standard produttivi e qualità del lavoro. A marcare questo salto dalla farmacia ottocentesca alla grande industria, che Carlo Erba contribuì a far compiere al Paese, è nel 1888 la voce riportata sul certificato che identifica la sua professione: nato figlio di speziale, muore «chimico industriale».

LA MOSTRA – Il percorso della mostra, curata da Simona Casonato e Paola Redemagni, è articolato in cinque isole tematiche: oggetti storici e documenti inediti. Strumenti di lavoro come mortai, stampi per compresse. Materiali che raccontano il rapporto virtuoso con la chimica; la videoistallazione e una raccolta di immagini che tracciano il profilo dei camici bianchi; poi le campagne pubblicitarie che resero popolari prodotti quali Erbamil (estratto di camomilla con etilmorfina), la «Magnesia uso Henry» (ossido di magnesio, lassativo) e l’estratto al tamarindo. Una sezione ripercorre il rapporto di Carlo Erba con la città: «Però mi pare», lasciò scritto, «che molti altri dovrebbero prendersi a cuore che Milano diventasse non solo una potenza economica, ma anche intellettuale. (…) Sarei allora ben contento di aver fatto un primo passo io». Ingresso gratuito per farmacisti.


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