Spero che questo mio sfogo venga letto da quei ragazzi che hanno appena fatto, o si apprestano a fare, una scelta per il loro avvenire, dalle famiglie che investono sul loro futuro e, soprattutto, da coloro che, con le loro promesse, sono corresponsabili del destino di tante persone.
Mi sono laureata a pieni voti in Farmacia circa vent’anni fa, spinta da passione e attitudine personali e dal fatto che, a quel tempo, tale corso di studi offriva un discreto numero di opportunità lavorative, tra le quali l’insegnamento delle principali materie scientifiche, per lo meno a livello di scuola secondaria inferiore. Nel corso degli anni, in violazione, oso dire, di quella sorta di contratto che intercorre tra matricola e Stato all’atto dell’iscrizione all’Università, tale possibilità di insegnare è stata quasi totalmente spazzata via, limitandosi, attualmente, a quattro o cinque materie secondarie e specialistiche, quasi assenti nelle scuole locali; non posso, ad esempio, insegnare chimica, pur avendo sostenuto una decina di esami in tale disciplina!Il mestiere di informatore scientifico del farmaco è ormai molto a rischio; dalle nostre parti non vi sono industrie farmaceutiche; sono stati inventati strani corsi, supermirati, che hanno ristretto il campo d’azione di chi, come me, ha acquisito una cultura scientifica in senso lato, con tutti i requisiti per affrontare impieghi ad essa attinenti. Oggi, una persona della mia generazione, con il mio titolo di studio, può fare solo il/la farmacista… Può?!?
Le farmacie stanno vivendo un momento critico grazie alla crisi, alla spending review, all’ideazione della distribuzione dei farmaci ad alto costo operata dalle A.S.L.; anche le varie liberalizzazioni hanno generato, contrariamente a quanto ci si aspettasse, un gioco al massacro tra farmacie e le prime vittime sono state i dipendenti, spesso quelli con professionalità più elevata, più costosi da impiegare. Ora siamo in tanti, troppi, senza lavoro.
Non più giovani, portiamo curricula ovunque, sperando nella fortuna o, più che altro, per avere la coscienza di avere tentato il tentabile, con la triste consapevolezza di essere fuori mercato e di non avere più l’età per inventare un nuovo percorso lavorativo. Ovviamente, ben che vada, essere così tanti ci impone la svendita della nostra professionalità, già scarsamente premiata dal C.C.N.L. e, talvolta, la silente accettazione di condizioni di sicuro interesse per l’Ispettorato del Lavoro. Non più giovani, spesso con famiglia e mutui, siamo laureati e disoccupati in uno Stato che preferisce sprecare il denaro pubblico in un maldestro assistenzialismo, spesso “a perdere”, piuttosto che usarlo in modo più costruttivo, ad esempio, rendendo conveniente, per i datori di lavoro, l’assunzione di due part-time al posto di un full-time.
A fronte di tutto ciò, ho preso come un’offesa sociale e personale l’aver letto, sul sito dell’Università degli Studi di Trieste, che solo nel corrente anno accademico, sono state arruolate 160 matricole nei due corsi di studio della Facoltà di Farmacia. Considerato che, a forza di riduttive crocette su tests d’esame, ormai si laurea gran parte degli iscritti, mi chiedo cosa sia stato promesso ai malcapitati su poco realistiche brochure della facoltà… Salvo quei tre o quattro fortunati figli di titolari di farmacia e qualche caso particolare, gli altri che fine faranno?
Spero vivamente che si affrettino a cambiare rotta, che diffidino di opuscoli fuorvianti e consultino piuttosto chi è già sul campo, che non vengano abbagliati dal libero mercato e dall’eventualità di aprire autonomamente una parafarmacia, che si informino sull’esistenza e l’entità di certe gabelle da corrispondere per poter lavorare (si legga E.N.P.A.F.), ecc. Scappate ragazzi, escogitate velocemente un’alternativa. Comunque sia, vi faccio i migliori auguri e dedico un pensiero ai responsabili di tante illusioni.
Dott.ssa Elena Dominicini
0 risposte a “Scappate ragazzi fin quando siete in tempo di Elena Dominicini”
Lo dico da anni che gli iscritti all’ordine sono troppi rispetto alle esigenze del mercato. Basterebbe mettere il numerio chiuso, stabilito dal MINISTERO, in base all’effettivo turn over nelle farmacie,
visto che in italia le suddette sono 18000 sino ad arrivare a 22000-23000. L’operazione sarebbe piu semplice rispetto ad altre facolta quali infermieristica , fisioterapia, odonto ecc…
Per quanto riguarda il fattore delle maggiori competenza anch esso è fondamentale, ma ci vorra del tempo, pertanto la strada piu veloce e giusta è che farmacia abbia un numero molto limitato di posti, al fine di riassorbire l’attuale esubero di laureati e garantire almeno un lavoro a chi dopo anni finisce gli studi.
Hai perfettamente ragione, l’orientamento ai corsi di laurea ed al lavoro è una questione fondamentale ovunque, negli anni passati non si è fatto nulla e non solo nel mondo della Farmacia, solo vuoti e stupidità motivate da egoismi personali addossando sugli altri i propri errori, ora gli stessi papponi si ripropongono come salvatori della patria e c’è pure chi li acclama e va a votarli…..ma fatemi il piacere massa di pecoroni!!!!!!
è una storia dipinta di nero anzi nerissima ragazzi nulla è impossibile alla vostra volontà e passione ci sono molti laureati oggi che lavorano per 800 al mese oppure di meno o non lavorano affatto per noi farmacisti c’è e ci sarà per sempre lavoro.auguriiiiiiiiiiiiiiiiiii
Salve, non sono assolutamente d’accordo con l’articolo. Sono laureato in CTF e posso dire che il corso offre ottime opportunità lavorative e cosa molto più importante permette di avere eccezionali basi teorico/pratiche. Ovvio è che viviamo in tempi di crisi e di difficoltà ma i corsi della facolta di farmacia offrono qualcosa in più rispetto a molti altri corsi. Ovviamente non tutti potranno avere il lavoro dei sogni e alcuni saranno disoccupati ma chi ha voglia di fare riuscirà sempre e comunque e per queste persone CTF o Farmacia possono essere la risposta. Quindi non scappate e non disperate e ricordate che lo stato italiano assicura a bassissimo costo quel titolo che in tantissime altre nazioni costringe milioni di persone a indebitarsi enormemente e ad essere eternamente schiave del debito. L’Italia offre la cultura e la libertà a tutti e come tale io sono fiero di essere italiano!!!
Cultura, libertà, parole fantastiche, irrinunciabili ma non hanno mai sfamato nessuno alimentando sogni e quel “non tutti” poi….. oggi senza orientamento sono diventati una moltitudine in continua crescita e non solo nel mondo della Farmacia…… comunque, thinks positive!
Io invece condivido in pieno il pensiero della dottoressa Elena, purtroppo è già un anno che sono laureata a pieni voti e in tempo e sono ancora disoccupata…ho lavorato gratis per 6 mesi e mi ritrovo con un pugno di mosche in mano…a mio avviso va ridotto di molto il numero di studenti in ogni facoltà e va assolutamente ridotto il percorso di studi……5 anni sono troppi per ritrovarsi poi a servire ad un bancone per uno stipendio da operaio…ovviamente io parlo della situazione qui al sud. Purtroppo le aziende difficilmente assumono farmacisti e d’altra parte qui in Campania scarseggiano. Informatore beh…peggio ancora…
ditemi quindi io con la mia bella laurea che ci faccio? La ammiro lì appesa alla parete con tanto di lode???