La richiesta alla categoria per ottenere una dilazione di due mesi al pagamenti dei medicinali. Diversamente c’è il rischio di un effetto a slavina sui fornitori più deboli che, senza fondi, sarebbero costreti a licenziare.
“SPIACENTI. In cassa c’è poco o nulla. Vi pagheremo fra un mese”. In assenza di risorse e con un ricorrente allarme sulla possibilità che non si paghino le tredicesime, anche le farmacie dovranno rassegnarsi ad incassare i pagamenti con ritardo. Cifre che per un’azienda come la To1 e la To2 si aggirano attorno ai 7 milioni di euro al mese per il rimborso dei farmaci. Forti di una convenzione nazionale che dalla fine degli anni 90 obbliga le aziende sanitarie a versamenti puntuali pena pesanti interessi da pagare, le farmacie finora erano sempre state pagate nei termini previsti, un anticipo ad inizio mese e un saldo il 27. Vista però la situazione attuale, con 190 milioni di trasferimenti in meno al mese da parte della Regione (490 milioni invece dei 680 pagati in due tranche, peraltro addebitati con giorni e giorni di ritardo), le due aziende sanitarie torinesi alcuni giorni fa hanno convocato i responsabili di Federfarma e dell’Associazione farmacie comunali e hanno chiesto comprensione e collaborazione. Ottenendo una disponibilità di massima, che ora dovrà però incassare l’assenso delle assemblee convocate nei prossimi giorni. I termini dell’intesa prevedono per ora che nei prossimi due mesi le farmacie siano pagate soltanto un mese dopo.
Senza il pagamento delle penali previste dalla convenzione nazionale, un fardello che per le aziende sanitarie in questo momento sarebbe insostenibili.
“Non possiamo fare altrimenti – spiega il direttore dell’Asl To2 Maurizio Dall’Acqua – in caso contrario avremmo dovuto penalizzare ulteriormente i piccoli fornitori. Che a loro volta, visti i ritardi di mesi nei pagamenti, rischiano di non poter pagare gli stipendi ai loro dipendenti. Dobbiamo evitare che siano le cooperative e le agenzie che procurano le badanti per l’assistenza domiciliare a sostenere il carico maggiore”. In altre parole una slavina, che potrebbe travolgere tutta la filiera della sanità fino a penalizzare i più deboli, i lavoratori.
Le difficoltà di cassa delle aziende sanitarie hanno già comportato infatti un ulteriore slittamento dei versamenti nel tentativo di evitare il mancato pagamento delle tredicesime del personale delle aziende e degli ospedali. “In media – dicono i responsabili amministrativi alla To2 – i piccoli fornitori non ricevono i versamenti da marzo, mentre i più grandi attendono da gennaio del 2012”.