Oggi si è svolta al Quirinale la cerimonia di chiusura dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. Nel corso di questo evento il presidente del Consiglio è tornato sul tema della riforma sanitaria, dopo le polemiche scatenate nei giorni scorsi. Monti ha ribadito come la sanità pubblica debba adattarsi ai cambiamenti demografici, un’allusione alle trasformazioni già effettuate per rendere sostenibili i sistemi previdenziali. ”Si invecchia – ha ricordato Monti – stando in salute più a lungo rispetto al passato. La nostra sanità pubblica ha dato un contributo determinante al conseguimento di questo grande successo. Ora, anche in virtù del proprio stesso successo, essa è chiamata a ripensarsi in vista di una rimodulazione fatta di innovazioni e adattamenti di cui dobbiamo avere consapevolezza. Dobbiamo insomma imparare a gestire il divenire del processo demografico in modo più esigente.”Il presidente del Consiglio ha sottolineato l’esigenza di contrastare il conservatorismo, l’ostilità ai cambiamenti che si palesa spesso nelle società occidentali. “La nostra mentalità è chiamata a fare i conti con nuove prospettive, nuove visuali. Il conservatorismo non è prerogativa di un’età della vita, bensì di una data stagione, di una certa collettività. C’è bisogno di vincere la chiusura mentale al cambiamento”.
Anche il presidente della Repubblica, presente nel corso della cerimonia, ha appoggiato le parole di Mario Monti, anche se il suo intervento è stato più sfumato. Per Giorgio Napolitano, è in corso “una grande sfida di solidarietà che intende superare particolarismi ed egoismi attraverso un patto fra le generazioni che sia foriero di un modello di sviluppo sostenibile per la costruzione di una società più giusta, più coesa e più inclusiva”.
Le parole di Mario Monti prefigurano un intervento simile a quanto compiuto negli anni novanta in materia di riforma previdenziale. Il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, culminato con la riforma Fornero, e la nascita del secondo pilastro hanno permesso il contenimento della spesa previdenziale futura, che sarebbe esplosa a causa dell’invecchiamento della popolazione. La sanità italiana ha in realtà costi piuttosto contenuti se paragonati alla media Ocse, visto che è appena superiore alla media, come evidenzia il grafico. E’ però indubbio che senza crescita nei prossimi anni l’aumento della spesa dovuto all’invecchiamento della popolazione renderà meno sostenibile la sanità.
Monti ha ragione se si riferisce allo sperpero cronico tipico della sanità nel centro sud.
Come è possibile che il Lombardia la sanità produce bilanci attivi mentre dal Lazio in giù tutto costa più caro e funziona male ?
Ma cosa ci viene a raccontare le solite cose sulla popolazione che invecchia quando il suo governo e quello precedente hanno programmato per i prossimi anni una riduzione delle risorse destinate al SSN.
La scelta di Monti è stata evidente: banche e finanza a spese di lavoro, salute e istruzione. E ci sono i Paesi del Sud del mondo a mostrarci come con questa ricetta non ci si solleva più.