Farmindustria: quando l’emendamento non basta

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Gli industriali del farmaco alzano la posta. Non basta a Farmindustria l’emendamento che ha di fatto reso risibile il lavoro fatto in diversi mesi dal parlamento italiano. La normativa che prevedeva che il medico scrivesse nella ricetta il solo principio attivo del farmaco è stata affossata con un emendamento tanto caro a Farmindustria che prevede che il medico scriva il nome del farmaco e quello del principio attivo. Giusto o no, questo emendamento protettivo nei confronti dell’industria del farmaco, oggi, a pericolo scampato, non piace molto a Farmindustria: vorrebbero di più. “L’emendamento approvato dalla Commissione Industria del Senato sulla prescrizione dei generici non cambia nulla. Restiamo fortemente contrari a una norma che ha di fatto distorto il mercato favorendo non il generico ma le imprese che lo producono, in modo inaccettabile. La norma ha creato una vera distorsione nella concorrenza offrendo alle aziende che producono solo generici una carta in più da spendere con le farmacie, offrendo prezzi di acquisto alla distribuzione che noi non potremo mai permetterci perché abbiamo costi generali molto più alti di loro. Fare del farmacista l’ultimo decisore su quale prodotto equivalente offrire al cittadino sposta tutti gli equilibri commerciali a favore dei produttori di generici”. Insomma questi generici hanno troppi vantaggi nel mercato, troppe regole a loro favore, secondo Farmindustria. E non manca il contributo di Menarini che annuncia che i loro stabilimenti hanno 1000 persone che rischiano di perdere il lavoro a causa di queste durezze nei confronti delle industrie farmaceutiche. Alzare sempre il tiro: regola non scritta ma sempre valida in particolare nel nostro Paese.

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