Il chiodo fisso delle liberalizzazioni


Gentile direttore,

parlando di “liberalizzazioni”, e di presunti privilegi, il pensiero di tutti corre immediatamente alle Farmacie. Nonostante il settore sia stato oggetto di innumerevoli interventi legislativi del Governo Monti, che ha modificato profondamente le regole di riferimento, utilizzando a piene mani lo strumento della decretazione d’urgenza, sembra che tutto ciò ancora non basti.

In una recente intervista Bersani ha infatti dichiarato che “l’attuale Governo aveva annunciato un piano di riforma delle farmacie poi, di fronte alle molte resistenze, ha fatto rapidamente marcia indietro. (…) Ma è evidente che un processo di maggiore liberalizzazione è auspicabile.”Bersani si riferisce evidentemente alla cosiddetta “liberalizzazione” della vendita dei farmaci compresi non mutuabili, detti anche di “Fascia C”, di cui vorrebbe consentire la vendita anche nelle parafarmacie e nei corner della GDO in cui è presente un Farmacista. Alla base di tale orientamento, c’è la considerazione che i Farmacisti che operano in tali strutture sono in possesso della medesima laurea e della medesima abilitazione professionale dei titolari di Farmacia, per cui non si capirebbe perché loro debbano limitarsi a vendere i farmaci SOP e OTC, e non possano trattare anche tutti i farmaci non mutuabili, vendibili dietro presentazione di ricetta medica.

Aumentando i punti vendita in cui si possa acquistare i farmaci a pagamento, si aumenterebbe la concorrenza, si romperebbe “l’odioso monopolio” operato dalle Farmacie, e si avrebbero notevoli vantaggi per il cittadino.

A prima vista, il ragionamento non fa una grinza. Perché solo le Farmacie convenzionate con il SSN devono avere il “privilegio” di poter vendere i Farmaci di Fascia C, quando ci sono sul territorio altri Farmacisti dotati della stessa laurea e della stessa abilitazione, operanti in Parafarmacie e nei Supermercati? Non è meglio “liberalizzare” tale vendita, consentendo anche ad altri professionisti abilitati di dispensare i farmaci prescritti su ricetta bianca, non rimborsati dal SSN?

Purtroppo, chi vede le cose in questo modo dimostra di ignorare completamente la vera natura del rapporto che esiste tra Farmacie e parte pubblica. In realtà, le Farmacie territoriali sono semplici concessionarie di una licenza di esercizio, il cui vero titolare rimane lo Stato.

Il Legislatore ha infatti da sempre riservato allo Stato la titolarità dei servizi di particolare rilevanza per l’interesse pubblico, e indubbiamente la dispensazione al pubblico dei farmaci più delicati, per profilo di rischio, potenziali effetti collaterali, possibilità di uso improprio o pericoloso è un servizio in cui l’interesse prevalente deve essere quello di salvaguardare la salute pubblica. Tali considerazioni valgono a prescindere dal regime di dispensazione, cioè se i farmaci in questione siano rimborsati dal SSN o se siano pagati in contanti dai pazienti.

La ratio di questa scelta sono da ricercare nei controlli e nelle possibili sanzioni che possono subire le Farmacie in caso di gravi mancanze nella qualità del servizio reso, sanzioni che possono arrivare alla revoca della licenza. Tale orientamento è stato recentemente confermato dall’approvazione dell’art. 11 bis del Decreto Balduzzi, che favorisce la decadenza dalla licenza delle Farmacie i cui titolari si siano macchiati del reato di truffa allo Stato per un importo superiore ai 50.000 €, come a suo tempo disposto dal comma 811 dell’art. 1 della legge finanziaria 2007. Si badi bene, è prevista la decadenza della licenza, non la perdita della possibilità di accettare ricette SSN! Allo stesso modo, è prevista la decadenza dalla licenza per tutta una serie di altre mancanze nella qualità del servizio reso, alcune anche apparentemente veniali, come per esempio la vendita reiterata di lotti di farmaci la cui autorizzazione al commercio (la cosiddetta AIC) sia stata sospesa per sopravvenuto aggiornamento del foglietto illustrativo. Lo Stato si è quindi riservato il potere di selezionare i titolari di licenza, revocandola in caso di inadempienze ritenute inaccettabili per la qualità del servizio richiesto.

Recentemente, dall’entrata in vigore del Decreto Bersani del 2006, si è ritenuto opportuno consentire la vendita dei farmaci OTC e SOP, che costituiscono il gruppo di farmaci più conosciuti e collaudati, dotati di un profilo di rischio particolarmente vantaggioso, anche ai farmacisti che operino al di fuori delle farmacie convenzionate, in esercizi denominati parafarmacie e nei corner della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Tale decisione è stata probabilmente giusta ed opportuna, viste le caratteristiche intrinseche di sicurezza dei farmaci interessati: per valutarla compiutamente, bisogna però tener presente che in questo modo lo Stato si è preclusa la possibilità di “espellere” dal servizio un eventuale professionista che si comportasse in modo indegno, in quanto i farmaci in questione sono stati declassati a beni commerciali come tutti gli altri. In caso di comportamenti pericolosi per la salute pubblica (come è ritenuto, nel caso delle Farmacie, la vendita di farmaci con AIC scaduta per cambio di foglietto illustrativo) non è neanche ipotizzabile la revoca della licenza della “parafarmacia” (come previsto per le Farmacie), per il semplice fatto che non è prevista alcuna licenza per aprire una parafarmacia. Potrà intervenire solo l’Autorità Giudiziaria, ma solo “ex post”, dopo il realizzarsi dell’eventuale danno causato dal comportamento scorretto.

In altre parole, la cosiddetta “liberalizzazione dei farmaci di Fascia C” solo apparentemente è un’operazione che va a danno solo delle Farmacie convenzionate e va a tutto vantaggio dei cittadini. In realtà è una misura che riduce drasticamente il potere di controllo dello Stato sulla qualità del Servizio Farmaceutico. Ciò è vero soprattutto se si considera che l’entrata in vigore di una norma siffatta aprirebbe automaticamente le porte alla possibilità di vendere fuori dalla rete delle farmacie convenzionate anche i farmaci mutuabili, se il paziente li paga di tasca sua, facendo “saltare” definitivamente la possibilità per lo Stato di vigilare efficacemente sulla qualità del Servizio Farmaceutico.

Ragionando a mente aperta, si può fare un parallelo tra Farmacisti e gli appartenenti ad un altra categoria professionale, a cui i Titolari di licenza di Farmacia sono stati già accomunati dal Decreto Salva Italia: i Tassisti.
Anche nel caso del Servizio di trasporto di persone mediante auto pubblica, il Legislatore ha riservato la titolarità del servizio alla parte pubblica (in questo caso, i Comuni), che la danno in concessione a chi ha determinati requisiti (tra cui la patente di guida) e supera un concorso. In questo modo, in caso di comportamenti scorretti l’Autorità pubblica può revocare la licenza e attribuirla ad altro aspirante (ciò è previsto da tutti i regolamenti comunali che ho consultato), con la ragionevole speranza che costui si dimostrerà più meritevole.

Come mai, in questo caso, nessuno si sogna di invocare la “liberalizzazione” del servizio, in modo che tutti i cittadini in possesso dell’abilitazione alla guida, e magari di un’auto adeguata, possano trasportare in giro per le nostre città chi lo desidera? Chi svolge ugualmente tale attività è considerato giustamente un abusivo, e rischia pesanti sanzioni, senza che ciò causi scandalo nei nostri politici e nell’opinione pubblica. Nessuno si è mai sognato neanche di chiedere che sia consentito ad un semplice patentato di poter svolgere un servizio più ridotto (che so, nell’ambito dello stesso quartiere).
Il servizio di autopubblica è nel suo insieme svolto solo da titolari di licenza revocabile in caso di indegnità, per tutelare la qualità del Servizio.

Non ricordo interventi dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che siano andati nella direzione della “liberalizzazione” del settore delle Autopubbliche, contro gli assurdi privilegi feudali dei tassisti. E ciò nonostante questa misura porterebbe indubbi vantaggi in termini di costi per i trasportati, perché colpirebbe “’l’odioso monopolio” costituito dalla retrograda lobby dei tassisti concessionari di licenza, e consentirebbe a tutti i patentati con una bella auto di svolgere liberamente un’utile funzione pubblica.
Forse la qualità del Servizio di trasporto di persone mediante auto pubblica merita maggiore tutela del Servizio di dispensazione dei farmaci?

Francesco Palagiano
Farmacista


0 risposte a “Il chiodo fisso delle liberalizzazioni”

  1. Gentile Palagiano,lei si sta arrampicando sugli specchi in maniera veramente egregia e lo ritengo giusto considerando che lei voglia conservare i privilegi solo per sè stesso, privilegi che magari le hanno consentito di vivere una vita agiata e priva di preoccupazioni finanziarie, come hanno coloro i quali percepiscono stipendi da fame di 1000 euro al mese!Non voglio dire nulla sul controllo dei farmaci per la sicurezza dei cittadini, è ovvio che lei sa perfettamente che sta dicendo delle cose tendenziose al riguardo, ma le ricordo che TUTTI i Farmacisti laureati e abilitati come lei nel territorio Europeo hanno diritto di svolgere la LIBERA PROFESSIONE, poi la convenzione dello stato è altra cosa , altrimenti potrà chiedere al Governo di stabilire regole diverse e cioè un titolo di studio per dipendenti e affini e uno per figli di farmacisti e ricchi in grado di dimostrare di avere quei 2-3 milioni di euro per l’acquisto della farmacia, ma fino a quel momento rimane per lo Stato italiano e per l’Europa la stessa possibilità ad esercitare la professione per la stessa Laurea.Per quanto riguarda i tassisti , lei è mai stato a New york o a Toronto o a Parigi? ma le sembra che i tassisti siano sparuti e cari come qui a Roma? ma sempre a questi punti stiamo? ci possiamo evolvere per favore?

  2. Una cosa va riconosciuta a questo articolo ed è il coraggio nel voler difendere l’ indifendibile.
    Come si fa ad insistere nel proteggere un privilegio anacronistico e corporativo che in Italia di fatto consente solo ad eredi ed a possidenti di poter acquisire la titolarità di una farmacia.
    Portare poi l’ esempio della casta dei tassisti, che sono riusciti ad imporsi sulla classe politica attuale, mi sa proprio di presa in giro, come se due regole sbagliate ne facessero almeno una giusta.
    Ai più attenti è poi chiaro che con il concorso “straordinario” per nuove sedi farmaceutiche attualmente in corso non si risolverà il problema dato che, una volta concluso, ci vorranno decenni prima che si rendano disponibili in numero significativo altre sedi da dare a concorso.
    Ed i futuri farmacisti, non parenti di titolari o non possidenti cosa faranno ? Continueranno a costituire forza lavoro a basso costo per titolari e catene commerciali ?
    L’ unica proposta seria e che guarda al futuro è quella di consentire a tutti i farmacisti laureati ed abilitati di poter vendere i farmaci dando vita alle farmacie non convenzionate che, come le attuali parafarmacie, dovranno avere tutti i requisiti di competenza e di sicurezza per garantire la salute dei cittadini.
    Poi, se lo si riterrà utile, potranno benissimo rimanere regolamentate con quorum e concorsi le farmacie per vendita farmaci e fornitura servizi in convenzione con il SSN.
    Si verrebbe così a creare una situazione in linea con l’ altra realtà posta a tutela della salute dove troviamo ospedali pubblici e case di cura private, medici sia in convenzione che liberi professionisti e così via.
    Invece di difendere logiche del passato guardiamo senza egoismi al futuro ed auguriamoci che sia FOFI che i prossimi governo/parlamento abbiano finalmente il coraggio e la serietà per regolamentare la professione di farmacista e la vendita dei farmaci con una visione libera e moderna.

  3. cito testualmente “Purtroppo, chi vede le cose in questo modo dimostra di ignorare completamente la vera natura del rapporto che esiste tra Farmacie e parte pubblica. In realtà, le Farmacie territoriali sono semplici concessionarie di una licenza di esercizio, il cui vero titolare rimane lo Stato.”
    ebbene, stante così le cose, non dovrebbe essere permesso lucrare su dette licenze. Invece è permesso: venderle (non erano un bene dello STATO ???) e lasciarle in eredità agli eredi (idem come sopra il cogniuge superstite o i figli possono rilevare la titolarità del di cuis defunto). Altro punto, Lei non è molto professionale poiché accusa i suoi stessi Colleghi nelle parafarmacie di condotte poco professionali nella dispensazione dei medicinali di fascia C, se dovesse passare la liberalizzazione; e, per rincarare la dose, dice che lo Stato non potrebbe controllare tutti. Da ciò se ne desume; 1) che i suoi colleghi in farmacia seguono la legge perché lo Stato fa il cane da guardia 2) che serve un cane da guardia. eppure basterebbe una legge che dice: “agli esercizi di vicinato etc… si applicano le stesse sanzioni che si applicano alle farmacie per le medesime fattispecie che costituscono reato.”
    il resto è solo aria fritta. buona giornata.

  4. -c’é un errore nella risposta. potete elimiare la prima, grazie?-

    cito testualmente “Purtroppo, chi vede le cose in questo modo dimostra di ignorare completamente la vera natura del rapporto che esiste tra Farmacie e parte pubblica. In realtà, le Farmacie territoriali sono semplici concessionarie di una licenza di esercizio, il cui vero titolare rimane lo Stato.”
    ebbene, stante così le cose, non dovrebbe essere permesso lucrare su dette licenze. Invece è permesso: venderle (non erano un bene dello STATO ???) e lasciarle in eredità agli eredi (idem come sopra il cogniuge superstite o i figli possono rilevare la titolarità del di cuis defunto). Altro punto, Lei non è molto corretto poiché accusa, senza prove, i suoi stessi Colleghi nelle parafarmacie di condotte poco professionali nella dispensazione dei medicinali di fascia C, se dovesse passare la liberalizzazione; e, per rincarare la dose, dice che lo Stato non potrebbe controllare tutti. Da ciò se ne desume; 1) che i suoi colleghi in farmacia seguono la legge perché lo Stato fa il cane da guardia 2) che serve un cane da guardia. eppure basterebbe una legge che dice: “agli esercizi di vicinato etc… si applicano le stesse sanzioni che si applicano alle farmacie per le medesime fattispecie che costituscono reato.”
    il resto è solo aria fritta. buona giornata.

  5. Non mi è chiaro per quale ragione quando dispensavo tutti i farmaci in farmacia, dove il titolare, tra l’altro, come spesso succede,lo permetteva anche al magazziniere con la terza media, ero un professionista mentre ora che sono un titolare di parafarmacia divento un pericoloso avvelenatore. Inoltre dott. Francesco Palagiano, per quale ragione un neo laureato figlio di titolare di farmacia, magari laureato dopo 10 a Camerino, che diventa automaticamante titolare dovrebbe essere “più sicuro” rispetto a chi la professione la esercita da diversi anni? E’ stato grazie a questo attegiamento da baroni che continuate ad ostentare che ora il Governo vi toglierà anche la camicia.

  6. -c’é un errore nella risposta. potete elimiare la prima, grazie?-

    cito testualmente “Purtroppo, chi vede le cose in questo modo dimostra di ignorare completamente la vera natura del rapporto che esiste tra Farmacie e parte pubblica. In realtà, le Farmacie territoriali sono semplici concessionarie di una licenza di esercizio, il cui vero titolare rimane lo Stato.”
    ebbene, stante così le cose, non dovrebbe essere permesso lucrare su dette licenze. Invece è permesso: venderle (non erano un bene dello STATO ???) e lasciarle in eredità agli eredi (idem come sopra il cogniuge superstite o i figli possono rilevare la titolarità del di cuis defunto). Altro punto, nell’articolo Lei non è molto corretto poiché accusa, senza prove, i suoi stessi Colleghi nelle parafarmacie di condotte poco professionali nella dispensazione dei medicinali di fascia C, se dovesse passare la liberalizzazione; e, per rincarare la dose, dice che lo Stato non potrebbe controllare tutti. Da ciò se ne desume; 1) che i suoi colleghi in farmacia seguono la legge perché lo Stato fa il cane da guardia 2) che serve un cane da guardia. eppure basterebbe una legge che dice: “agli esercizi di vicinato etc… si applicano le stesse sanzioni che si applicano alle farmacie per le medesime fattispecie che costituscono reato.”
    il resto è solo aria fritta. buona giornata.

  7. Facciamo così, da domani lo Stato nazionalizza le farmacie, stabilisce un quorum consono e sufficiente ad assorbire il numero di farmacisti attualmente disponibili per ricoprire il ruolo di collaboratori e direttori. Fissa un numero minimo di farmacisti per abitante e il corrispondente stipendio, concordato con i sindacati di categoria.

    A quel punto non vi saranno più titolari della Concessione di Stato ma solo professionisti atti a quel ruolo, ottenuto ovviamente per concorso.

    Poi magari discutiamo dei costi che quest’operazione comporterebbe e da chi verrebbero prelevati gli euro per finanziarla!

    A quel somaro che continua a ripetere di privilegi anacronistici, nella trasferibilità della concessione governativa, faccio notare che senza tale norma nessuno andrebbe a investire in un’attività che non può trasferire o mettere a reddito. A incominciare dalle autostrade a finire ai tabacchini, passando ovviamente per le concessioni radiotelevisive, aereoportuali, degli stabilimenti balneari, ecc. ecc.

  8. Facciamo così invece da domani si liberalizza la fascia C e non se ne parla piu’. Così non c’è piu’ bisogno di scrivere certe filippiche che possono rallegrare solo i somari e che non hanno ne capo ne coda.
    Le sanzioni ed i controlli per le parafarmacie ci sono gia’ relativamente: 1) alla figura professionale addetta alla dispensazione e 2) a cio’ che si vende negli esercizi di vicinato. Fra poco, ”puff!” si venderanno negli esercizi di vicinato anche i farmaci con ricetta? E quindi pure i controlli e le regole e le sanzioni si trasferiranno PARO PARO anche li’. Perche’?…mma e’ semplice: perche’ il luogo dove si dispensa un farmaco non ha alcuna importanza, lo sono invece il rispetto delle regole ed i controlli da applicare per la sua dispensazione…ovunque avvenga.

  9. Troppo comodo!

    Poi dopo la fascia C, magari la farmacia non convenzionata e la gara al ribasso per la fornitura al SSN, con l’estrazione a sorteggio della pagliuzza più corta per lo sfigato che dovrà sobbarcarsi il turno notturno o, peggio, l’allocamento nella zona più periferica di un sobborgo cittadino o in una sperduta frazione di un paese montano.

    Vi piace vincere facile, dite la verità?

    • Certo! Sono piu’ di cento anni che vincete facile facile.
      E mo’ BASTA! Vogliamo vincere facile pure noi…dopo sei anni di lotta pero’…non proprio facile facile, ma l’importante e’ arrivarci.

      • Dopo dei anni di inganno, visto che sei anni fa tutti i titolari di parafarmacia e gdo dicevano: “a noi interessa solo il farmaco senza ricetta, non abbiamo nessuna pretesa sui farmaci con ricetta” e così rispondevano anche a chi dubitava che fosse solo una scorciatoia per evitare i concorsi…

        Tralasciamo l’aria fritta sull’ereditarietà…Tutto il mondo è fondato su fortune che vengono ereditate, dagli impresari ai negozi di qualsiasi genere. Se qualcuno in famiglia si è fatto il culo per i figli non vedo che problema ci sia se questo sfrutta l’opportunità invece di vendere e vivere di rendita. E credo anche che è una fortuna che ci sia chi dà una continuazione a un progetto, che spesso continua a rendere solo se è della stessa qualità.

  10. Caro/a Nemesi, cerchiamo di non essere spocchiosi.
    Perchè fai tanta fatica ad accettare una sana concorrenza fra tuoi colleghi?
    Ci sono tante realtà commerciali e professionali che si confrontano sul mercato senza peraltro godere di una comoda protezione garantita da concessioni statali e riuscendo comunque a svolgere con soddisfazione il proprio lavoro.
    Sinceramente non se ne può più della mentalità di chi pretende di avere profitti garantiti impedendo però agli altri di esercitare i propri diritti.

  11. Mi pare di capire che chi ha rispettato la legge sin’ora è ascrivibile alla schiera dei fessi!

    E’ strano come si cambi bandiera passando da uno schieramento all’altro.

    Quando le regole non piacciono pù, meglio cambiarle. Magari scrivendone di nuove, con l’aiutino politico di chi, timoroso del confronto elettorale e dotato di una base eterogenea, cerca nuovi adepti con un contenuto ideologico importante per la causa delle liberalizzazioni che tanto interessano il braccio economico del proprio partito.

    E allora a chi importa se i precari aumentano, se il SSN viene smantellato a favore delle compagnie assicurative, se l’art. 32 della costituzione non può essere rispettato per carenza di fondi.

    L’importante è conquistare la Presidenza del Consiglio.

    Sono curioso di vedere come si potrà coniugare equità con qualità e capillarità di servizio.

    Auguri.

  12. Ma come si fa a dire certe cose? Ma pensate di avere a che fare con i fessi? Quello e’ Monti che vuole privatizzare ma sempre dopo che l’idea sia venuta ad esponenti di Federfarma pero’. A qualcuno piace fare affari con la salute della gente e qualcun’altro invece ci vuole prendere per i fondelli appioppando a Bersani l’intenzione di privatizzare. Quando poi ha affermato l’esatto contrario mostrandosi a favore del risanamento del SSN pubblico e quindi indirettamente a favore anche per la lobby dei titolari di Farmacia. Ma certe menzogne proprio non si possono piu’ sentire da questa gente…

  13. Cari titolari di farmacia, convincetevi: la festa è finita. Chi resta solo su una torre prima o poi viene abbandonato da tutti. Potevate lasciare la fascia C solo ai laureati titolari di parafarmacia invece avete preferito pagare parlamentari per beccarvi altre aperture. In più la renumerazione dei farmaci sarà sotto i 2 euro a scatola. Tutto grazie a uno stipendio da fame concesso ai farmacisti collaboratori, i più bassi d’Europa, equiparati a quelli di un commesso. Forse tutto finirà alla GDO ma almeno lì forse non arriveranno dei squallidi soggetti a chiedere di firmare a delle giovani laureate le dimissioni in bianco nel caso in cui decidessero di avere dei figli. Dovreste solo vergognarvi di non aver mai pensato di dare uno stipendio decente a dei laureati come voi che non ereditano una concessione statale da papà e mamma.

    • Ahahah questa è bella. Sarà per questo che le lavoratrici della Coop hanno scritto una lettera alla Litizzetto. MA per favore…siete proprio degli illusi.

  14. La storia si ripete.

    Nessuno di voi si è mai soffermato a leggere quello che successe anni e anni fa con il governo Crispi e che Giolitti subito dopo dovette risistemare.

    L’ignoranza dei popoli è la vera forza dei governi di tutto il mondo.

    Catricalà ha da sempre avuto la stessa idea di tutti quei professionisti appena usciti dall’università che manifestano la loro preparazione con i apparenti sconti mirabolanti e nient’altro.

    Catricalà non ci è riuscito a far uscire la classe C non per colpa dei farmacisti titolari ma per altre ragioni molto più pericolose e difficilmente arginabili.

    L’ignoranza dei popoli è la vera forza dei governi.

    Purtroppo a questo non c’è rimedio.

    i sempre più numerosi farmacisti titolari si scanneranno tra loro e poi finalmente correremo tutti insieme al centro commerciale. Le farmacie si saranno ridotte solo a risolvere le cosiddette rotture di scatole burocratiche che fanno parte oggi di un lavoro a 360° ma che nessuna GDO né parafarmacista farebbe.
    Il sogno di ogni Stato sulla pelle di tutti quelli che oggi si vogliono chiamare professionisti, dello sconto.

    Speriamo solo che quelli che oggi dicono quello che ho letto tra i vari commenti abbiano la memoria di ricordarsi le loro parole.

    Un po come quando votano il loro partito e dopo che ha vinto le elezioni non fanno altro che criticarlo.

    La storia si ripete.

    • Caro collega, pur essendo giovane io sono andato a leggere quello che è successo, ed è proprio vero che dagli errori della storia non si impara nulla. Andrei anche a vedere quanto è successo in Inghilterra, e alla tendenza dell’ultimo governo di cercare di ripristinare il sistema di tanti anni fa, vista la centralizzazione delle farmacie. Altro che “capillarità”. Senza contare che in Inghilterra non si contano nemmeno più i casi di ospedalizzazione per uso improprio di farmaci.

  15. L’analisi di Palagiano è chiara e condivisibile. Se i laureati in farmacia nel ns. paese sono circa 85.000 è sciocco pensare che tutti devono aprire una farmacia (o una parafarmacia che vende tutti i farmaci) dall’oggi al domani, senza concorso e senza alcuna programmazione; sarebbe un pò come veder circolare 40 milioni di taxi, tanti quanti sono i patentati in Italia, che effettivamente hanno gli stessi titoli degli “odiosi” tassisti con licenza.
    Quanto alla solita storia dei ricchi e poveri, l’unico vero punto di equilibrio sociale democratico è il merito, che non appartiene a nessuno, ma si conquista con sacrificio e passione. Anzichè tentare inutili ed ingiuste scorciatoie demagogiche, ben vengano i concorsi (meglio per titoli ed esami).

    • Se si vuole il merito con concorsi per titoli ed esami bisogna essere altrettanto logici nel pretendere l’ abolizione della ereditarietà e della vendita della concessione governativa relativa alla farmacia.
      A chi porta l’ esempio della storia della farmacia per giustificare lo status quo faccio poi notare che nel 1913 quando con la riforma Giolitti si mise mano alla liberalizzazione di Crispi del 1888 le farmacie vennero si date in concessione governativa ma ad personam, per cui non potevano essere comprate, vendute ed ereditate.
      Solo nel 1968 con la riforma Mariotti si introdusse l’ereditarietà delle farmacie e la loro vendita e cessione.
      Da notare poi che in quegli stessi anni sessanta in Germania si è invece seguito il più intelligente percorso di una liberalizzazione ragionata che oggi vede in equilibrio tutto il comporto della farmacia tedesca.
      In Italia per tutta una serie di ragioni, non esclusa anche l’ inerzia e la miopia della FOFI, oramai ci sono migliaia di farmacisti, giovani e non, che spingono per poter avere uguali opportunità.
      Pertanto cari titolari vi dovrete rassegnare e convivere con tanti altri vostri colleghi e vi dovrete confrontare si con il merito, ma soprattutto con quello riconosciuto dalle capacità di concorrere liberamente nel mercato.

      • Si dovrebbe sapere che la pensione del titolare di farmacia consiste in gran parte nel valore della propria farmacia. Si vuole far cessare l’ereditarietà della concessione? Bene, anche se qualcuno allora mi dovrebbe spiegare perchè non valga anche per i negozi di gioiellieri, giornalai, tabaccai, etc…
        Ma allora non ha più senso quella vergogna di pensione di 500 euro al mese, al confronto con i vitalizi di chi ha seduto per sei mesi ad una poltrona. E il sig. Bersani, che tanto ha voglia di darci dei lobbisti e di renderci la vergogna d’Italia, dovrebbe campare con 500 mesi di pensione pure lui, invece che delle tre pensioni che per assurdo si “merita” per i suoi servigi (al servizio delle Coop, che magari una pensioncina glie la riservano pure loro…).

        • Sono d’ accordo per quanto riguarda la critica ai privilegi dei politici ma qua stiamo ragionando sul fatto che il sistema attuale crea discriminazioni non più accettabili fra farmacisti tutti laureati ed abilitati.
          Per inciso poi per il commercio la licenza è libera da un bel po e, se poi si riesce a cederla, il valore viene calcolato sugli utili effettivi e non sul fatturato.
          Comunque tranquilli che, se anche si liberalizzerà la fascia C, di spazio ne rimarrà più che a sufficienza per tutti e non saranno impattate più di tanto le farmacie rurali sussidiate.

  16. Gentile Massimo
    Le do ragione per ragione per alcune questioni sicuramente perfettibili ma per il resto Lei è l’esatto esempio di quello che un governo miope vuole.
    Quando si ritroverà dall’altra parte spero che avrà la decenza di tacere ed evitare di lamentarsi.

    Auguri

    • Caro Mario,
      mi sa che ognuno alla fine resta della sua opinione.
      Comunque non si tratta ne di tacere ne di lamentarsi ma solo di rendersi conto della realtà anche se questa presenta aspetti che possono non piacere.
      Forse per qualcuno gli interessi in gioco sono più forti della logica.
      Io peraltro ho una visione del futuro meno pessimista.
      Ai posteri …..

  17. La vera discriminazione, purtroppo, sta nel fatto che l’idea grossolana del libero mercato, da un lato assimila il farmaco ad una merce qualsiasi incentivandone i consumi, al contrario della buona prassi di educazione sanitaria che invece
    raccomanderebbe l’uso dei farmaci solo nei casi di reale necessita’ puntando soprattutto sulla prevenzione. Allo stesso tempo, con la scusa del fiorire di offerte commerciali e promozioni disinvolte in ogni angolo della strada, si offenderebbe chi ha seguito le regole di buona formazione professionale, conseguendo specializzazioni, master e spesso una seconda laurea, svolgendo per diversi anni la professione di farmacista in farmacia e maturando i requisiti utili per affrontare un concorso, così come avviene in altre professioni. Proprio non si capisce perchè mai si dovrebbe premiare la furbizia o l’inerzia, a discapito del merito e del sacrificio, che non sono certo privilegi come stupidamente o strategicamente afferma qualche politico incosciente che vede il mondo sotto sopra.
    Credo proprio che il merito deve essere sempre al primo posto, non solo sventolato in comizi di comodo. Il sapere e l’esperienza non sono prerogativa dei ricchi o dei poveri, della destra o della sinistra, ma sono il cardine dello sviluppo socio-economico di una società civile. Appartengono a tutti noi!

  18. Leggo sopra: “Il sapere e l’esperienza non sono prerogativa dei ricchi o dei poveri”. Ma sta scherzando o parla seriamente? Persino in una super casta come quella dei notai è necessario fare un esame, da noi basta essere figli di o mogli di un titolare di farmacia ed essere laureati anche dopo 15 anni a Camerino per assorbire, come un titolo nobiliare, tutta “il sapere e l’esperienza”. I concorsi? Sono effettuati una volta ogni morte di papa con sedi dislocate spesso in territori semidesertici che da tempo immemore attendono l’apertura. Nel frattempo il laureato deve spaziare tra stipendi da commesso (quando non è costretto ad accettare di meno) e la stessa concorrenza dei commessi semianalfabeti ai quali fin troppo spesso sono attribuite le stesse mansioni del farmacista per risparmiare qualche euro. Andate a vedere cosa succede nel resto dell’Europa sia come sedi che come stipendi ai farmacisti dipendenti prima di chiedervi perchè ormai il monopolio di casta sia ormai saltato.

  19. Vedete come si scrivono tante inutili parole dettate da interesse di cautelare il proprio orticello. Affermazioni che non lasciano alcun segno nella storia personale di ognuno e del suo prossimo che lo ascolta e che non intaccano neanche superficialmente la vera domanda a cui ognuno dovrebbe rispondere: qual’è il senso della vita? Far tanti soldini cercando di sottrarli agli altri ed in modo da soddisfare qualche capriccio e poi vivere senza preoccupazioni e poi sistemare i figli e poi attendere che la morte lentamente prima o poi ci venga a prendere. Una morte lenta che comincia a far partire il conto alla rovescia nell’esatto momento in cui nasciamo. La vita ormai ce la facciamo scorrere addosso scandita solo da qualche sussulto e tra una malattia piccola o grande e l’altra, l’unico piacere dopo aver sentito il suono del registratore di cassa che ”scampanella” ad ogni apertura e’ quella che il malloppetto io ce l’ho e sono fortunato e gli altri no. E nessuno pero’, risolti i propri bisogni primordiali e magari dopo aver trasformato la propria ansia di esistere in due belle motociclette, prima della fine avra’ piu’ il coraggio di chiedersi: che senso ha avuto questa mia vita?
    Non leggo altro che gratuiti insulti verso chi non partecipa a concorsi come se il senso della vita vada trovato nel partecipare a concorsi studiati appositamente da una lobby centenaria per tener fuori ”dal mio malloppeto” la maggior parte degli altri.
    Il ”merito” si trasforma nel fatto che si diventa parte di quell’ingranaggio del giocattolo che da spettatore ti fa diventare ”uno su mille”. Un illuso eletto che finalmente puo’ uscire dal coro di coloro che recitano tutti insieme: -io speriamo che me la cavo-. Una professione asservita al solo profitto e che ha perso ogni identita’ mentendo a se stessa prima che agli altri su un ruolo di difesa della salute pubblica. Certe farmacie supermarket dove un secondo in piu’ perso per dare un consiglio da ”farmacista” al cliente in fila, puo’ far aumentare il livello di rischio a cui puo’ esporsi l’impresa.
    Devo dire che da sfortunato non titolare di farmacia mi sento a volte fortunato nell’essere titolare di parafarmacia per diversi motivi. Innanzitutto perche’ se mi vogliono insultare mi chiamano semplicemente”parafarmacista” anziche’ farmacista (perche’ deriva dal nome scritto sulla tabella del mio negozio)ed allora penso che mi e’ andata bene rispetto ad un politico che appartiene al ”gabinetto” di governo o addirittura al titolare di un pornoshop…che poi come lo si dovrebbe chiamare? A volte nelle para di tempo per riflettere su certe cose esce fuori. Non abbiamo la fila fuori che ci oppressa e neanche il capannello di persone che ci vuole linciare per aver dato un farmaco che non era necessario. Siamo farmacisti e da quando possiamo scegliere tra un concorso ”meritocratico” e una libera impresa, fortunatamente i consumi di medicinali SOP e OTC non sono aumentati e non c’è stato alcun ricovero di pazienti legati alla nostra attivita’. Ma la fortuna e’ anche questa nostra posizione neutra tra chi detiene la farmacia chi la vorrebbe detenere a tutti i costi e chi da ”non farmacista” vorrebbe metterci le mani sopra. Molto spesso guardo tutti questi esseri viventi affannati nelle loro faccende ed io un po’ mi sento fortunato perche’ il mio modo di essere farmacista con poche medicine a disposizione da sfruttare al massimo per soddisfare la salute dei clienti, mi consente ancora di domandarmi: che senso ha la vita? E cosa stiamo lasciando dietro di noi per averla giustificata pur essendo un insieme di giorni apparentemente diversi ma tragicamente tutti uguali?

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