La battaglia non si placa. Sono mesi che ci occupiamo regolarmente della grande guerra tra farmaci generici e industrie farmaceutiche. Abbiamo scritto su ogni aspetto di questa lotta titanica ed ogni giorno non manca materiale per accendere le polemiche, per sviluppare tesi e antitesi. Una lotta che è parte di un processo molto lungo e composito. Nel nostro paese due medici su tre non intendono cambiare la loro politica in favore dei farmaci equivalenti. La metà dei pazienti over 65, preferiscono il farmaco “di marca” rispetto a quello generico. Altri dati che possano farci capire a che punto siamo della grande battaglia? L’ottantadue per cento dei medici vede la norma sul principio attivo, che di recente ha impegnato i rami del parlamento con commissioni e quant’altro, come una limitazione alla propria libertà prescrittiva. Ed invece i farmacisti hanno aumentato di oltre il dieci per cento le operazioni di sostituzione del farmaco label con l’equivalente. Più della metà dei medici di Medicina Generale è convinto che le case produttrici di farmaci generici non siano tutte all’avanguardia per garantire efficacia e sicurezza. Solo il 5% dei medici è convinto che il prodotto off-label sia perfettamente sovrapponibile al fratello “di marca”. Ma anche i farmacisti sono convinti della differenza tra label e off-label, almeno nella metà degli intervistati. E i pazienti? I pazienti conoscono le riforme introdotte dalla Spending Review, ma dopo un’iniziale condivisione, vedendo l’applicazione della stessa, ci hanno un po’ ripensato: il consenso sta diminuendo. Ma sono gli anziani, molto importanti come fascia di riferimento in farmacia, quelli che maggiormente non vogliono mollare il prodotto a cui sono abituati. Questa la situazione riassuntiva secondo un’indagine realizzata dall’Istituto di Ricerca Medi-Pragma dal titolo “Farmaci Equivalenti: l’impatto della Spending Review”.