Nuova Remunerazione Farmacie – Balduzzi temporeggia ma la Gran Bretagna dà ragione alle farmacie

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«Siamo disponibili a trovare soluzioni equilibrate e siamo pronti a tutti gli approfondimenti del caso, con il dicastero dell’Economia e con tutta la filiera del farmaco». Sono le parole pronunciate dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, a margine della V Conferenza nazionale sui dispositivi: invitato a commentare l’ultimatum con cui ieri Federfarma ha chiesto sulla nuova remunerazione risposte entro una settimana o sarà agitazione, Balduzzi ha espresso un’apertura di circostanza che al momento lascia inalterato il conto alla rovescia avviato dai titolari.Intanto dalla Gran Bretagna arriva un’ulteriore conferma dei vantaggi che si assicurerebbe il Servizio sanitario se investisse in un modello di farmacia orientato ai servizi e imperniato su un modello di remunerazione che esalta la vocazione professionale dei presidi. Provvedono a questo i dati raccolti dal Pharmaceutical services negotiating committee (l’organismo che si occupa di negoziare per conto delle farmacie la Convenzione con il Ssn britannico) sull’efficacia dei nuovi servizi lanciati dalle farmacie inglesi nell’ottobre 2011. L’analisi copre esattamente un anno di attività e riguarda prestazioni fornite a 224.000 pazienti, per una fotografia finale che enfatizza il ruolo delle farmacie nella governance del farmaco: il 32% degli assisti presi in esame, per esempio, evidenziava problemi di compliance alla terapia che l’intervento del farmacista è riuscito a migliorare; il 54 % dei servizi erogati ha riguardato la gestione dell’ipertensione, il 26 % asma e malattie polmonari, l’11 % il diabete e l’8% la terapia anticoagulante. Sempre in un anno, i farmacisti hanno fornito 366.702 consigli su stili di vita corretti. Alistair Buxton, responsabile del Psnc, ha espresso soddisfazione per tali risultati, che proverebbero il valore degli investimenti per i New Medicine Services offerti dalle farmacie: «Senza tale ricerca avremmo iniziato i negoziati con il Nhs poggiando le nostre rivendicazioni su dati puramente aneddotici. In un momento di crisi economica come quello attuale non ci saremo trovati in buona posizione per persuadere la controparte della bontà dell’investimento». Chissà che i dati inglesi non riescano a persuadere anche qualche ministro italiano. (URI-ML, AS)

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