Il futuro dei farmaci? Le biotecnologie parola di Farmindustria. Preso le distanze per un attimo dalla diatriba tra generici e farmaci label, un importante rappresentante di Farmindustria, Eugenio Aringhieri, Presidente del Gruppo Biotecnologie di Farmindustria, non ha alcun dubbio sul futuro del farmaco in assoluto e nello specifico riguardante il nostro Paese: “In Italia abbiamo 188 aziende impegnate nel biotech e 394 studi attualmente in corso. Di questi i due terzi sono in fase due, fase tre, dunque nelle ultime fasi di sviluppo e quindi almeno il 50% di questi diventerà farmaco. Sono numeri che sottolineano l’impegno italiano. Oggi il fatturato biotech in Italia è di circa 6 miliardi e cento e all’interno di questo praticamente quasi un miliardo e mezzo di investimento arriva nel biotecnologico. Sono aziende che hanno il 30% dei loro ricavi investiti in ricerca. È quindi un settore ad alta intensità di ricerca che rappresenta il futuro. Il settore ha più di duemila persone impegnate nella ricerca e queste rappresentano praticamente il 9% del totale degli impiegati all’interno di questo segmento. Lei tenga presente che in settore normali è l’1,6% degli impiegati in ricerca. Qua siamo quindi in un settore ad alta intensità di ricerca”. Dati importanti che evidenziano come un farmaco su cinque di quelli in commercio sia biotecnologico, ed anche la metà di quelli in fase di sperimentazione appartiene a questo settore. Ora, secondo Aringhieri, è tempo di creare infrastrutture a livello istituzionale che siano in grado di sostenere questa ricerca: chi investe in questo settore vorrebbe vedere un importante apporto delle Istituzioni, non solo pacche sulle spalle durante le cerimonie.
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