Il Movimento nazionale Liberi Farmacisti, fa notare un dato che a molti è sfuggito: le 4185 nuove farmacie paventate sono in realtà circa la metà. L’analisi non lascia scampo: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana e Lazio dovevano avere 2398 sedi nuove, ma al bando sono state messe in realtà solo 1205 sedi. Le responsabilità secondo Mnlf sono Regioni e Comuni: “I primi per non aver svolto nella fase di controllo delle scelte dei Comuni i dovuti controlli, i secondi per aver fatto nella maggioranza dei casi valutazioni al ribasso, con la quasi costante rinuncia a istituire una nuova farmacia quando la popolazione aveva superato il 50% del quorum (1651)”. Una grande delusione quella dei farmacisti che vedono le possibilità di aprire un esercizio ridursi del cinquanta per cento. Ma sarebbe buona abitudine fare i conti alla presenza dell’oste, come ci suggerisce l’analisi della situazione fatta da Maurizio Cini, docente di legislazione farmaceutica all’Università di Bologna, il quale afferma che nel conteggio delle oltre quattromila farmacie c’erano due vizi di fondo che hanno illuso i farmacisti: “Il primo vizio riguarda il fatto che il calcolo si basa sulla presunzione che in ogni comune italiano venga istituita una farmacia, indipendentemente dal numero di abitanti. Porto ad esempio il comune di Morterone che conta 37 abitanti e nel quale, il calcolo teorico ha previsto una sede. Ebbene un simile dato è solamente fuorviante, se usato per alimentare lo stato di disagio dei farmacisti che aspirano alla titolarità. Il secondo vizio consiste nell’avere dato per scontato che in tutti i comuni si utilizzasse il resto di almeno 1651 abitanti per istituire l’ulteriore sede. Alcuni comuni lo hanno fatto e altri no. Il numero totale, del quale si sono riempiti la bocca i politici, essendo basato su questi numeri, risulta quindi ben diverso da quello che, poi, le regioni hanno inserito nei bandi sulla base delle delibere comunali. Da qui la delusione di molti che già si lamentavano delle cosiddette “farmacie nel deserto”, istituite dai comuni in zone periferiche di grossi centri ma che contano poche centinaia di residenti”. Quindi la delusione c’è solo per chi aveva fatto i conti in maniera un po’ sbrigativa, senza davvero impegnarsi molto a valutare tutti gli elementi.
- Associazioni di Categoria
- Farmacie
- Farmacie Rurali
- Giovani Farmacisti
- Movimento Nazionale Liberi Farmacisti
- Regione Lazio
- Regione Lombardia
- Regione Piemonte
- Regione Toscana
- Regione Veneto
Anche in questo caso la casta avrà “incentivato” gli amministratori locali.