Il farmacista è un pubblico ufficiale, uomo o caporale ?

34
3018

Ho appena terminato di leggere la notizia, riportata su “Quellichelafarmacia magazine”, di un farmacista condannato per non aver ottemperato alla richiesta di una tachipirina da parte di un utente durante la sua pausa pranzo. (Corte di Cassazione, sentenza n. 46755 del 3 dicembre 2012)

Non entro nel merito della sentenza né nello specifico caso che ha cagionato una condanna penale.

Evidenzio però il fatto che un farmacista, nell’espletamento delle sue funzioni, viene considerato meno di un bidello di scuola elementare, cioè a un incaricato di Pubblico Servizio, e non bensì a un Pubblico Ufficiale. Egli, infatti, è per il legislatore un mero incaricato di un servizio di pubblica necessità.

La distinzione è sottile ma non di poco conto.

L’articolo 358 del codice penale (1) che: “Agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un’attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questa ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale. Sono dunque, incaricati di un pubblico servizio coloro che svolgono un’attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma che sono carenti di poteri tipici della pubblica funzione medesima, pur non esercitando mansioni d’ordine o meramente materiale”.

(1) L’articolo 358 c.p è stato così sostituito dall’articolo 18 della legge del 1990 n. 86. L’originaria formulazione dell’articolo 358 stabiliva che: “Agli effetti della legge penale, sono persone incaricate di un pubblico servizio: 1) gli impiegati dello Stato, o di un altro ente pubblico, i quali prestano, permanentemente o temporaneamente, un pubblico servizio; 2) ogni altra persona che presta, permanentemente o temporaneamente, gratuitamente o con retribuzione, volontariamente o per obbligo, un pubblico servizio”.

Al riguardo, l’attuale formulazione dell’articolo 359 del codice penale stabilisce che: “Agli effetti della legge penale, sono persone che esercitano un servizio di pubblica necessità:

  1. i privati che esercitano professioni forensi o sanitarie, o altre professioni il cui esercizio sia per legge vietato senza una speciale abilitazione dello Stato, quando dell’opera di essi il pubblico sia per legge obbligato a valersi;

  2. 2) i privati che, non esercitando una pubblica funzione, né prestando un pubblico servizio, adempiono un servizio dichiarato di pubblica necessità mediante un atto della pubblica Amministrazione”.

Fatte quindi le dovute distinzioni previste dalla legge e chiariti gli oneri e le sanzioni che restano in capo al farmacista, senza i dovuti onori della qualifica di Pubblico Ufficiale, mi assale un dubbio per l’episodio occorso al collega e la sua condanna per l’ingiustificata inottemperanza delle funzioni proprie del servizio farmaceutico .

 A chi competono, oggi, i turni di guardia farmaceutica?

 E’ questo un quesito che, alla luce nella nuova normativa sui medicinali di fascia C in vendita anche in esercizi diversi dalle comuni farmacie, mi lascia, nelle risposte che ricevo dai colleghi interpellati, non pochi dubbi interpretativi.

Tutti noi sappiamo che l’ultima tariffa nazionale per la vendita al pubblico dei medicinali risale al ben lontano D.M del 18 agosto 1993.

In essa all’art. 8 si legge:

Per le dispensazioni di medicinali effettuate nelle farmacie durante le ore notturne, dopo la chiusura serale delle farmacie, secondo gli orari stabiliti dalla competente autorità sanitaria, spetta al farmacista un diritto addizionale di L.7.500.
Per le dispensazioni effettuate nelle farmacie durante le ore di chiusura diurna spetta al farmacista un diritto addizionale di L.3.000.
I diritti addizionali di cui ai precedenti commi sono dovuti al farmacista soltanto quando la farmacia effettua servizio a “battenti chiusi” e “a chiamata” Non competono quando la farmacia effettua servizio a “battenti aperti”, ancorché con modalità che escludono per misura di sicurezza il normale accesso ai locali.
I diritti addizionali di cui ai precedenti commi sono dovuti al farmacista anche quando la vendita concerne esclusivamente una o più specialità medicinali, vaccini, tossine, sieri e allergeni o 
altri prodotti assimilati.
I diritti addizionali di cui ai precedenti commi sono aumentati del 25 % per le farmacie rurali sussidiate con arrotondamento pari a L.9.500 per la dispensazione notturna e per un importo pari a L.4.000 per la dispensazione diurna.

Ora, fermo restando che la legge parla di “medicinali” e “altri prodotti assimilati”, noto che non vi è alcun riferimento alla necessità, affinché il servizio venga espletato, di una richiesta a carattere d’urgenza siglata da un sanitario abilitato alla prescrizione (medico).
Viene invece 
specificato nella compilazione delle varie leggi regionali che amministrano la disciplina dei turni e degli orari di servizio delle farmacie.Regolamento ulteriormente plasmato sulle esigenze territoriali, caso per caso, dall’Ordine Provinciale dei Farmacisti, sentite le esigenze dei comuni e dei colleghi che in essi esplicano la loro professione; facendo però sempre prevalere le esigenze della popolazione e mediando l’esigenza di riposo dei professionisti.

Tale obbligatorietà della prescrizione di un medico per accedere al servizio d’urgenza, tante volte superata dalla disponibilità del farmacista nell’esaudire anche richieste curiose del cittadino (vedi succhiotti per bebè, pappine per neonati, siringhe per tossicodipendenti, ecc.) anche nelle ore più impensate della notte, troverebbe ostacolo in un impedimento legislativo che varrebbe la pena sottolineare.

Fin tanto che i prodotti farmaceutici erano di esclusiva distribuzione delle farmacie, rispondere alla chiamata notturna era un dovere, anche in assenza della prescrizione urgente.
E la negazione del servizio poteva determinare sicure sanzioni penali poiché, di fronte a una farmaco indicato da un sanitario che, distrattamente, non ha apposto la dicitura d’urgenza, il farmacista dovrebbe agire in buona fede e secondo scienza e coscienza, procedendo alla spedizione ancor prima che alla sua contestazione (spesso davanti a un giudice per aver causato un danno al paziente dovuta a un eccesso di pedanteria).

Ma è anche vero che, per legge, esitare prodotti venduti in altri esercizi (dai latti alle pappine e ai cosmetici, passando ora per OTC, SOP e medicinali di fascia C) in orari in cui essi sono chiusi, profila il reato di concorrenza sleale.
Pertanto tali esercizi farmaceutici (?!) dovrebbero sottostare alla disciplina oraria della Legge Regionale valida per le farmacie o a quella comunale riguardante tutte le altre categorie dei commercianti?

E se le para-farmacie e i corner dei supermercati vengono fatti rientrare in tale disciplina di servizio, equiparandone l’orario di apertura e chiusura alle farmacie, almeno per quel che concerne i prodotti farmaceutici, sarebbero essi tenuti a effettuare i turni di servizio e la chiusura obbligatoria per ferie?
Per logica verrebbe da risponder si!
Ricordiamoci che il rispetto degli orari e dei turni di servizio, come delle ferie obbligatorie, è stato più volte oggetto dell’attenzione del legislatore e, alla fine di ogni percorso legale intrapreso per liberalizzarlo, si è convenuto che la sua rigida regolamentazione era finalizzata a non depauperare il territorio degli esercizi piccoli a vantaggio di quelli maggiori ed economicamente forti da permettersi una rotazione del personale per coprire più ampi orari di apertura. E quindi preservare la dovuta e necessaria capillarità distributiva.

A questo punto si obbietterà che la farmacia, in convenzione con il SSN, è tenuta all’obbligo delle turnazioni con le altre territorialmente limitrofe e al rispetto dell’orario e del servizio di guardia notturno e diurno.
Questa osservazione è giusta.


Ma 
la dispensazione del farmaco è un atto professionale, e non commerciale come si induce a credere, e il margine contrattuale di guadagno sulla vendita è comprensivo dell’onorario del professionista. Pertanto, è corretto affermare che il servizio di guardia farmaceutica deve valere solo per i prodotti in convenzione e di esclusivo appannaggio della farmacia?

Di fatto la reperibilità d’urgenza varrebbe solo per quelli che vengono venduti in regime di monopolio dalle farmacie e non sono soggetti alla concorrenza del mercato e, quindi, detenuti obbligatoriamente e distribuiti capillarmente a tutela del cittadino.

Se poi le farmacie, a dispetto dell’ovvietà della legge, debbano prendersi gli oneri di una prestazione senza riscontro oggettivo in quelli che sono gli effettivi doveri, sarebbe opportuno disdire la convenzione, ritrattare i servizi, tra cui quello di guardia farmaceutica (che è il più oneroso), e farseli pagare con un onorario che preveda la reperibilità.

34 COMMENTS

  1. Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle in modo dispregiativo, ad espletare tutti i turni possibili e immaginabili, diurni e notturni.

  2. Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle in modo dispregiativo, ad espletare tutti i turni possibili e immaginabili, diurni e notturni

  3. e aggiungo… Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle in modo dispregiativo, ad espletare tutti i turni possibili e immaginabili, diurni e notturni

  4. e ribadisco… Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle in modo dispregiativo, ad espletare tutti i turni possibili e immaginabili, diurni e notturni…. orario continuato…. citofonare Puleo

  5. Certo tutti quelli che hanno pagato milionii per la loro farmacia stavano solo aspettando che un paio di farmacisti sfoggiassero i loro diritti a vendere qualsiasi prodotto senza pagare nulla, davvero utopica come cosa.

  6. Dott Siniscalchi con il “Chartago delenda est”, la sua fissazione quasi patologica per le parafarmacie, non otterrà nulla, se non di accendere di più gli animi,per di più con argomenti molto molto molto poco convincenti.
    Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle in modo dispregiativo, ad espletare tutti i turni possibili e immaginabili, diurni e notturni.

  7. Caro collega Siniscalchi, ti faccio notare che e’ superfluo e ridicolo mettere il punto interrogativo al termine esercizio farmaceutico: perche’questi esercizi pagano la stessa quota Empaf delle farmacie. Come gia’detto dai colleghi, quando avremo la possibilita’ di dispensare i farmaci che la nostra laurea e abilitazione ci consentono saremo pronti a turni e a ferie regolamentate.Distinti saluti.

  8. Coloro i quali , unici al mondo si indebitano per tutta la vita(e chi lo ha fatto lo può confermare, comprese le parcelle milionarie a mediatori privi di scrupoli) per pagare una licenza di farmacia hanno tutta la mia comprensione umana ma fanno e hanno fatto il gioco delle banche che…ucci ucci…sfregandosi le mani… li aspettano al varco e la serenità di chi la eredita che cosi avrà sempre la certezza della sua ricchezza immeritata…e ribadisco… Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle a fare i turni di tutti i tipi, cari saluti

  9. “Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle in modo dispregiativo, ad espletare tutti i turni possibili e immaginabili, diurni e notturni.

  10. “Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle in modo dispregiativo, ad espletare tutti i turni possibili e immaginabili, diurni e notturni.

  11. Cari colleghi “parafarmacisti”: ma il turno ve lo dò piú che volentieri!
    Però me lo fate *dappertutto*!
    Anche dove non é remunerativo, anche a Pasqua, Natale, anche quando tutti partono per le vacanze e voi siete lí, bloccati per una o due chiamate a notte.
    E chiamate di chi?
    Al 90% di gente che se ne é fregata del familiare che non si sentiva bene fino alle nove o dieci di sera e poi si “sveglia” che manca la tachipirina a casa!
    E se non lo fai di persona, paghi 7-8-900 euro al mese di straordinario al tuo collaboratore… Care colleghe, ma voi cosa pensate che sia il turno? Una miniera d’oro?
    Venite da me a provare.
    Dai sú. Siamo seri… Se volete intanto iniziate con l’orario esteso fino alle 22, non dico tanto. Vediamo in quanti giorni vi renderete conto di quanto vi costa.

    • Piu’ che inguaribile ottimista direi inguaribile maleducata. Il termine ”parafarmacista” e’ offensivo come e’ offensivo il fatto che la maggior parte di voi e’ ignorante sull’attivita’ svolta in una parafarmacia, eppure elargite giudizi a profusione.
      Molti di noi tengono aperta l’attivita’ dal Lunedi’ al Sabato orario continuato. Io personalmente, compreso festivi e all’inizio della attivita’ anche mezza giornata la Domenica. La chiusura non avviene mai prima delle 21,00, ma spesso mi capita di attardarmi anche oltre.
      I turni? In pratica gia’ si fanno, ma c’è la limitazione delle medicine e non essendo una attivita’ come la vostra che recupera abbondantemente le spese dei turni in perdita nel resto della settimana, dobbiamo centellinare le risorse.
      Naturalmente con la fascia ”C”, il discorso turnazioni si potrebbe affrontare, integrandolo con quello delle farmacie. Pensateci!

  12. Caro “inguaribile ottimista” anonimo e para…, magari figlio di farmacista titolare che ha comodamente trovato il lavoro bello e pronto, ma pensi di essere una persona perbene ad alzarti al mattino alle 7,51 per offendere senza dire nulla? Che ne sai tu dei cittadini, il 90%, che se ne fregano o no dei propri familiari? Che ne sai tu dei colleghi che tu con acido chiami parafarmacisti? E’ inutile interloquire con persone come te. Buon lavoro. Più facile senza concorrenza…

  13. cari colleghi parafarmacisti prendetevi non solo i turni ma la dispensazione di tutti i farmaci compresi anche quelli in regime di ssn con gli annessi indebitamenti con le banche.Mentre voi lavorate solo per contante,le farmacie vengono pagate dal ssn con gravi ritardi e molte riescono a reggere grazie al contante dei pochi farmaci di fascia c che ancora sona rimasti in farmacia;inoltre sarebbe oppurtuno aprire qualche parafarmacia anche in posti di frontiera e non solo dove conviene economicamente.
    Infine, a proposito dell’enpaf,oltre ai contributi annuali
    fissi, i titolari versano lo 0.9% sul fatturato del ssn, per percepire poi la medesima pensione di chi ha versato solo la quota fissa.Credo che sia un bel furto!!!

    • Cara collega paratitolare, il 90% del venduto di OTC e SOP dal 2006 ad oggi avviene in farmacia, solo il restante 10% in esercizi diversi. Le farmacie continueranno a reggersi esattamente come hanno fatto finora,(anche con i fisiologici ritardi dei rimborsi SSN che ci sono da sempre). Quindi sia sull’SSN che sul contante, lasciando solo una marginalita’ per gli altri esercizi anche con la messa in concorrenza della fascia c.
      Se si fosse istituita la farmacia non convenzionata questo dato sarebbe certo e stabile. Con la liberalizzazione le oscillazioni dal quel 90% resterebbero comunque minime.

  14. Cari farmacisti non titolari, avete i farmaci SOP e OTC. Mostrate buona volontà e iniziate a fare i turni notturni con tachipirina e moment.

    Anche perché, come ben sanno tutti coloro che hanno lavorato in farmacia e si son “sciroppati” i turni notturni, nel 90% dei casi le richieste del cittadino sono per prodotti esitabili senza ricetta medica.

    Detto questo la domanda è: ma vi riproducete sui forum per semplice mitosi o con un meccanismo più rapido?
    Il fenomeno è interessante per la perfetta omozigosi manifesta.
    Stesse risposte a post tecnici specifici con poche differenze dovute, probabilmente, a piccolissime variazioni nella replicazione del DNA e un massiccio intervento della telomerasi e del gene Ras.

    • I turni ce li facciamo se ci fa piacere, non perche’ ce lo dice ”nemesi”. Quando ci daranno una farmacia con tutti i farmaci, allora li faremo obbligatori come tutti. Non siete mica speciali per questo.
      Io personalmente mi sono sciroppato nove anni di turni di notte consecutivi ed in farmacie da ”battaglia”…mica a dormire su una branda o nella propria casa di una tranquilla periferia italiana .

      • Ma come?
        Sareste disposti a fare i turni solo se vi fa piacere (=guadagno) e non per spirito di servizio?
        Ma allora l’essere dalla parte del cittadino, elargendo sconti iperbolici, era solo per depredare la concorrenza con una lotta all’ultimo cliente (vedi Coop)?

        In fondo il turno di reperibilità non ha un costo economico per il titolare che lo fa in prima persona, ma solo umano e per affetti familiari.

        Suvvia sig. Musumeci, dia la disponibilità al suo Ordine professionale e salga di rango mostrando a tutti quei pezzenti di farmacisti titolari che lei la turnazione è disposta a eseguirla senza nulla pretendere, ma per spirito di servizio.

        Anche nella nostra azienda è così.
        Sapesse quante volte ho dovuto supplire i miei colleghi, come supervisore, nei controlli di produzione mentre brindavano a capodanno!

        • Ma caro signor Nemesi quando lei si alzera’ di rango intellettuale io avro’ gia’ alzato il mio rango di fruitore della fascia C, da tanto tempo.
          l’essere dalla parte del cittadino, elargendo sconti iperbolici, per depredare la concorrenza delle farmacie vicine con una lotta all’ultimo cliente e’ il cavallo di battaglia delle grandi farmacie ”di vecchio diritto” baronali. Una guerra all’ultimo sangue che si protrae da sempre (da Giolitti in poi?). Vogliamo cambiare le carte in tavola caro signore. Il gioco delle tre carte non serve piu’.

          • Il capodanno? Ha,Ha, Ha…esilarante!… e quanti Natale e Capodanno e Pasqua e Ferragosto mi sono persi io a fare turni(di notte e di giorno) al posto del titolare…ha,ha come carne da cannone noi non titolari e questo signore viene a fare la morale…

  15. ALLA COLLEGA Cristina D’amico che afferma che in farmacia sono rimasti pochi farmaci di fascia C dico perhe’ non chiedete il cambio con quelli che hanno avuto le parafarmacie con il delisting?

  16. Se volete che faccia il turno con le Farmacie, innanzitutto devo avere la classe C, poi venite da me e me lo chiedete per favore. DOPODICHE’ decidero’ sicuramente di partecipare a turnazioni, ma dopo che mi avrete fornito una croce adeguata ad un presidio farmaceutico( magari di colore verde in campo blu).

  17. E’ quindi vero che indicando la luna lo sciocco guarderà il dito.

    L’ articolo poneva due precise problematiche.
    La prima è quella inerente la figura del farmacista e il suo inquadramento in un’attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questa ultima.

    E qui mi sarei aspettato una puntuale presa di posizione nel chiedere dignità sia da coloro che sono titolari – i quali a buon diritto, nello gestire una convenzione derivante da una concessione governativa, dovrebbero essere equiparati a dei funzionari pubblici con il ruolo di Pubblico Ufficiale quando svolgono mansioni per il SSN – sia da coloro che titolari non lo sono ma, egualmente presiedono un servizio di pubblica necessità non delegabile a chi non ha titoli per eseguirlo.

    Ma vista l’acrimonia con cui vengono interpretate le parole scritte, e addirittura i pensieri inespressi, per l’ambizione a una sede farmaceutica, costi quel che costi, si glissa sulla parte più importante del discorso, si tralascia il contorno, e si giunge a conclusioni affrettate e alle solite richieste anticipate dal verbo “voglio”.

    Scaturisce da questa prima controversia anche la prima occasione persa!

    La seconda questione, sulla responsabilità a chi nell’espletamento del turno di reperibilità farmaceutico, solleva ben due dubbi:

    1)- se esso debba intendersi efficace per qualsivoglia prodotto, anche non farmaceutico e non esclusivo della farmacia;
    2)- se tale sevizio possa essere liberalizzato a discapito della sua omogeneità sul territorio e ignorando che, nel non regolamentarlo, si porrebbero le basi per una sua depauperazione a svantaggio del cittadino. Unico attore in questo scenario avente titolo per intervenire, visto che dalla sua soddisfazione e facilità di fruizione si genera il cardine dell’esistenza del servizio farmaceutico stesso. Non certo il contrario.

    E anche qui i colleghi non titolari hanno evitato di confrontarsi, non entrando nel merito ma percependo solo una provocazione.

    Altra occasione persa.

    Non stupitevi se un domani, dopo aver aspramente combattuto per arrivare alla fonte, vi accorgerete che di acqua per dissetarsi ne resterà ben poca e non sufficiente a tutti!

  18. L’acqua e’ sufficiente!
    1)-nell’espletamento del turno di reperibilità farmaceutico ci vogliono medicine d’urgenza. Secondo me anche con la fascia C, la zona di competenza deve essere coperta da farmacia convenzionata+farmacia non convenzionata ( chi ha l’urgenza di fascia A non deve andare lontano).
    Il ”qualsivoglia prodotto” non serve da solo.
    2)-la liberalizzazione dell’espletamento del turno di reperibilità farmaceutico e’ la sciocchezza piu’ grande che abbia mai sentito. La parafarmacia( o farmacia non convenzionata) dovrebbe essere in appoggio al turno delle farmacie gia’ sul territorio, senza i medicinali della mutua.
    E diro’ di piu’ il servizio sarebbe migliore se i farmacisti interessati nel turno(farmacia o parafarmacia) dovrebbero poter avere maggiori competenze per affrontare emergenze infermieristiche e possibilita’ di prescrivere farmaci su RR per piccole patologie.

  19. ‎..C’è qualcuno che pensa
    di affrontare qualsiasi male
    con la forza innovatrice
    di uno Stato liberale.
    Che il mercato risolva da solo
    tutte le miserie
    e che le multinazionali siano necessarie… G.GABER

  20. il para è per definizione … PARA
    Elenco dei prefissi della lingua italiana – Wikipedia
    (para-)= vicino, affine, alterato …es… para-medico, para-normale.

  21. Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle in modo dispregiativo, ad espletare tutti i turni possibili e immaginabili, diurni e notturni.”

  22. Cari colleghi delle Para-farmacie, a parte l’ovvio e doveroso plauso a Siniscalchi che ha puntato il dito su fatti (e sottolineo FATTI!) che dovrebbero far meditare tutti, in questo “dibbattito” state sottolineando due cose:
    1. che siete più attaccati al soldo e più “commercianti” dei tanto vituperati titolari-di-farmacia
    2. Che non riuscite a vedere al di lá del naso e state combattendo una battaglia a favore della GDO. Che ha più mezzi di tutti noi messi insieme e che sornionamente aspetta che voi gli apriate il mercato…

    Una conferma? I city store Essere Benessere.
    Riuscite ad essere competitivi con loro o con le COOP?
    No.
    Punto.

    Battaglia persa. Da tutti.
    Quelli prima spolpano voi, e poi comprano noi.
    E ringraziamo Bersani e tutta la dirigenza Federfarma da fine anni ’80 in poi…

    …per non dimenticarsi del secondo giro di delusi che saranno la gran parte di quelli che vinceranno una delle prossime nuove farmacie….

    E PS: cara Nunzia Durante, é vero: sono figlio di titolare e nel ’95, vista come si profilava la situazione, ho cambiato mestiere ed ora seguo altre cose. Sono ancora “costretto” a combattere anche nella farmacia di famiglia, ma per quanto mi riguarda sono sereno.
    I miei figli non dovranno più scegliere la “convenienza” di fare i negozianti con la spilla dorata, ma potranno decidere serenamente di chiudere l’attivitá che per tre generazioni ha dato da vivere a diverse famiglie, ma che fará la fine di tanti esercizi di vicinato “mangiati” dal mercato.

    Quei soldi però restavano in zona e portavano ricchezza qui, quelli delle multinazionali, no.
    Contento Monti, contente le banche, contente le borse ed i dirigenti, ma noi?
    Siamo sicuri che questo sia il modello migliore?

    Grazie Andrea: Gaber la sapeva lunga. 🙂

  23. Intanto tu con alle spalle una farmacia EREDITABILE hai potuto scegliere con comodo di fare altro LASCIANDOLA POI IN EREDITA'(CONCESSIONE DELLO STATO…STRANO SU QST ASPETTO DIMENTICATE SEMPRE che è una concessione dello stato.)AI FIGLI….
    Dateci tutti i farmaci che la nostra laurea e la nostra abilitazione permettono di dispensare e saremo ben pronti anche noi delle “parafarmacie”, come amate chiamarle in modo dispregiativo, ad espletare tutti i turni possibili e immaginabili, diurni e notturni.”
    Dott.Siniscalchi….Noi la luna la guardiamo SEMPRE…il “dito” di qualcuno è sempre lì a cercare,invano, di distogliere l’attenzione.Avete avuto 6 anni e 6 mesi per parlare e trovare accordi con colleghi per rendere fruibile a tutti un sistema già allora insostenibile e ora mi parte con qst supercazzole?No,davvero no!

  24. La concessione governativa è tale solo quando fa comodo sbandierarla contro le multinazionali e i “parafarmacisti” o deve esserlo anche quando, come un qualsiasi pubblico funzionario, giunti al termine del servizio deve ritornare allo stato? Eredità e figli, di questo non ne parlate mai? Guardate la luna e non il dito, cari PARA-TITOLARI.E’ facile blaterare quando si ha alle spalle una farmacia da tre generazioni e vantarsi che i propri figli potranno scegliere liberamente la professione a cui dedicarsi. E’ troppo facile.La paura di non essere in grado di competere con le multinazionali e la gdo è solo vostra, perchè non siete MAI STATI ABITUATI ALLA CONCORRENZA. E anche qui è stato facile…BUON NATALE.

  25. Qui si parla di soldi e valori …paura rabbia livore invidia sono.. COSA VOSTRA .. saremo comunque noi a resistere più a lungo alle multinazionali e cammineremo sui vostri cadaveri prima di cadere …buon natale anche a te para-dottore!

  26. …nunzia non ha paura di multinazionali e gdo, pensa vi sia spazio di concorrenza pensa che merito e bravura valgano più dei profitti delle holding …nunzia temo viva su un altro pianeta

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here