Quanto costa aprire una farmacia ? Quanto di questo importo si può finanziare ?
In queste settimane abbiamo spesso parlato del Concorso Straordinario per l’assegnazione di nuove sedi farmaceutiche, e abbiamo affrontato l’argomento da decine di punti di vista: regolamenti, analisi dei bandi, numero delle sedi, conteggi, infrastrutture, dichiarazioni, proteste, interpellanze parlamentari… Alcune domande dei lettori ci propongono un nuovo interrogativo: una volta vinto il concorso qual’è il capitale necessario ad aprire una nuova farmacia? Tanto si è discusso sul come partecipare e per garantirsi grandi probabilità di vittoria, ma poi che succede? Carlo Ghiani, presidente di Credifarma ha la risposta giusta: “La farmacia è come un vestito, lo si può fare più o meno bello e tutto dipende da come la si vuole. Certo si può partire da un minimo di 200mila euro ma la cifra può salire. Diciamo che con 300mila euro si può fare una bella farmacia”. Queste sono le cifre, piuttosto attendibili, che chi vincerà il concorso dovrà sborsare per avere la propria farmacia. Continua Ghiani: “La difficoltà di fondo è capire quali sono i criteri per aprire una nuova farmacia e al momento non è ancora del tutto chiaro. Poi chi fa la domanda di finanziamento deve spiegare nel dettaglio dove è ubicata la sede e qual è il bacino di utenza previsto. Poi è nella specificità della banca fare determinate richieste. Comunque sta al nuovo “imprenditore” fornire le adeguate garanzie sulla base delle richieste dell’istituto bancario”. Insomma, una volta vinto il concorso non si è nemmeno a metà dell’opera. Grande importanza ce l’ha l’ubicazione della futura farmacia, come è ovvio, ma le caratteristiche variabili della tanto agognata farmacia possono essere molteplici e, seguendo l’esempio fatto da Ghiani, possiamo dire che il “vestito” può accontentare tutti gusti, è sufficiente modellarlo sul proprio budget, e non fare il contrario. Oltre a queste dichiarazioni il presidente di Credifarma ha aggiunto i propri dubbi, che si vanno a sommare a quelli già espressi da diversi soggetti, rispetto alle modalità associative: “Ogni socio deve fornire garanzie per sé e per l’altro con la spada di Damocle dell’abbandono della società. In teoria, secondo il bando, questo avviene per la morte di uno dei soci ma anche per incapacità. E chi stabilisce che cos’è l’incapacità?”
non so se a quella cifra sia compreso anche il magazzino, penso proprio di no. Una farmacia che funzioni senza far tornare il paziente dovrebbe avere un mininimo di magazzino di 200/250 mila.
Ormai pagandoli a 30 gg. salvo ulteriori dilazioni con relativi interessi avvolte superiori dell’utile.
a dimenticavo se si devono pagare anche gli interessi a credifarma la cosa diventa piu complicata anzi molto complicata. Insomma bisogna avere un po di contanti visto che la farmacia, a differenza delle altre imprese, non gode di nessuna agevolazione.
Tutto si deve basare sull’ipotetico utile della farmacia, prospettato almeno per i 10 anni successivi, bisogna partire da lì e farsi i propri conti. Questo purtroppo non è facile, visto che ogni anno la farmacia viene attaccata al ribasso.
Egr.Prof.Ranaudo,per favore mi dice il nostro calcolo di associazione in due,che possibilità abbiamo.
Socio A:Laurea in CTF 110/110 e lode,Abilitazione 255/310
Dottorato di ricerca in CTF,n°19 Pubblicazioni bFactor in
CTF pubblicate su riveste Italiane,e di lingua Inglese,Assegnista di Ricerca da cinque anni in Ctf fino
tutt’oggi.10 corsi di aggiornamento con voto finale.
Socio B: laurea in Farmacia 90/110,abilitazione 235/310
Master in Farmacia semestrale con voto finale,4 corsi di aggiornamento con voto di finale,Idoneità precedente a concorso .Titolare di Parafarmacia da 5 anni fino a tutt’oggi,15 anni di collaboratore di Farmacia Full time.
Grazie
[…] ECCO QUANTO TI COSTA […]