Carissimo Giuseppe,
oggi, da una lettera-circolare di Federfarma, ho appreso che, avendo raggiunto i limiti di età, sei andato in pensione lasciando la direzione della Federfarma Nazionale.
Finalmente ti potrai rilassare, è stato il mio primo pensiero.
Ho cercato invano, su internet una tua immagine da inserire in questa mia lettera ma non l’ho trovata. Ma avrei dovuto immaginarlo e saperlo perché questo non apparire rientra nel tuo stile di vita e nell’impronta che hai voluto dare alla tua direzione della Federfarma Nazionale: sempre presente , attivo, informato, partecipe, amico. Ma sempre un passo indietro rispetto ai rappresentanti nazionali del sindacato Federfarma.Si, Giuseppe, amico. Amico di tutti e pronto al dialogo , al consiglio, senza mai salire in cattedra ma quasi chiedendo scusa nel sentirti costretto a puntualizzare un fatto, una frase, un’idea.
Sei stato partecipe discreto e puntuale del mutamento della farmacia italiana ma anche della Federfarma contribuendo in modo determinante a modernizzarla e metterla in pari con i tempi.
Ti conosco da quando nel 1984 arrivai in Assemblea Nazionale col mandato della mia provincia, Oristano. Ti ho sempre stimato e questo lo sai e ho sempre guardato a te con la riverenza dovuta a chi è chiamato ad aiutarti a capire cosa accade attorno a te.
Di questo ti ringrazio.
Ti ringrazio per quella forma di rispetto che hai dedicato con puntiglio certosino a tutti noi anche se a volte avremmo meritato lo scappellotto.
Ti ringrazio per averci insegnato a vivere il nostro ruolo con partecipazione e coerenza.
Sono certo che presto ti rivedrò alla direzione di qualcosa di diverso , magari più rilassante e spero che, ogni tanto, anche tu ricorderai con un sorriso questi anni, trenta, trascorsi insieme ai farmacisti perché , comunque sia, fai parte del nostro mondo e non sarà facile dimenticare per te e dimenticarti per noi.
Tanti cari auguri Giuseppe e a presto rivederci.
Pasquale Sechi