L’Ex premier Mario Monti in una recente apparizione televisiva ha parlato di un Pdl “molto vicino ai farmacisti”. E tale vicinanza che avrebbe bloccato le liberalizzazioni del settore farmaceutico. Mandelli replica, “E’ da anni che chiediamo una reale riforma organica del sistema ma ci hanno rifilato solo interventi estemporanei”.
“Dentro il Pdl c’è molta vicinanza agli ordini professionali, come le farmacie, e questo ha impedito di andare avanti con le liberalizzazioni”. Queste sono le parole dette alla trasmissione Rai “Uno Mattina” dall’ex premier Mario Monti.
E la risposta dei farmacisti non si è fatta attendere attraverso le Parole di Mandelli. “Evidentemente non ci sbagliamo quando diciamo che sul servizio farmaceutico, il ruolo dei farmacisti e le farmacie si sta giocando uno scontro politico che va ben al di là dell’assetto della dispensazione del farmaco”, questo il commento del presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani.“Ancora una volta la professione viene additata come esempio di ostacolo allo sviluppo e come una lobby forte di sponde politiche più o meno occulte, quando invece è da anni che chiediamo una reale riforma organica del sistema, facendo anche proposte al riguardo in tutte le sedi praticabili. In realtà nella nostra azione non c’è niente di occulto. Tutti i Governi finora succedutisi ci hanno posti di fronte a una serie di interventi estemporanei sul servizio farmaceutico territoriale, per non parlare degli interventi sulle strutture sanitarie, dove operano anche dei farmacisti, che non solo e non tanto vanno a incidere sui legittimi interessi della professione ma mirano a ridisegnare in senso privatistico l’assistenza sanitaria nel suo complesso. Lo prova, per esempio, il fatto che non ci si faccia nemmeno più scrupolo a usare la definizione “mercato del welfare” termini altamente improbabili fino a qualche tempo fa.
“Di fronte a questa situazione la Federazione, come è anche suo dovere istituzionale, ha fatto presenti quelle che a suo avviso sono le conseguenze delle misure attuate: a volte positive, a volte, più spesso negative. Il tutto alla luce del sole e in seno a alla dinamica pubblica del dibattito politico, tanto che abbiamo più volte chiesto un incontro allo stesso Presidente Monti, incontro che torniamo a chiedere oggi, sperando in un esito diverso. Non abbiamo quindi mai confidato in provvedimenti ad hoc tanto munifici quanto sepolti nelle pieghe delle leggi come è costume delle vere lobby, come il Presidente Monti sa certamente” conclude Mandelli.
“Dobbiamo considerarci per questo nel novero di coloro che devono essere silenziati?”
Una lobby. Chissà perchè. Sarà perchè lei Mandelli è iscritto al PDL e ha concorso anche come sindaco di Monza, perdendo. Un suo candidato è stato anche denunciato. http://www.ilcittadinomb.it/stories/Monza/336163_monza_cena_elettorale_a_sbafo_denunciato_un_politico_del_pdl/
Sarà perchè D’Ambrosio Lettieri senatore del Pdl è presidente della FOFI di Bari e ha cercato in tutti i modi di bloccare le liberalizzazione delle farmacie in pieno conflitto d’interesse.
Sarà perchè il duo di deputati Tomassini-Gasparri del PDL hanno proposto una legge che voleva far chiudere le parafarmacie con suoi colleghi per mettere distributori automatici di farmaci (a proposito della sicurezza del farmaco che lei va millantando per la farmacia).
Sarà perchè lei e la presidente Racca di Federfarma e altri presidenti precedenti avete sovvenzionato campagne elettorali per politici farmacisti o “ammaestrati” opportunamente da voi. O perchè avete chiamato “profumieri” dei colleghi che non hanno avuto la fortuna di ereditare la professione dai propri genitori.
Lei Mandelli è una barzelletta per tutta la categoria. Il silenzio le sarebbe stato più d’aiuto in questi casi.
La vicinanza del PDL agli ordini professionali è cosa risaputa. Per cambiare le cose ci vuole una liberalizzazione controllata, dove ad esercitare la professione e quindi a poter aprire una propria farmacia siano tutti i farmacisti abilitati. Bisogna infine rimuovere dai vertici di federfarma e fofi gente come Mandelli e Racca che nuocciono a tutta la categoria, perchè rappresentanti di interessi particolari. Tuttavia mi rendo conto, che tutto ciò è difficile fino a quando questa gente si troverà nelle stanze dei bottoni.
Si scrive lobby ma si legge multinazionali.
Ha una bella faccia tosta l’ex premier Monti a parlare di lobby negli Ordini professionali.
Ma coloro che gli siedono accanto nel Consiglio di Presidenza della Bocconi chi sono?
Tra i tanti risulta un certo Paolo Scaroni, attuale Presidente dell’ENI, che, guarda caso, nel dicembre del 2002, succederà a Jeff Harris, non-Executive Chairman di Alliance UniChem Plc.
E Monti vuol far credere che l’art. 8 sulle liberizzazioni dell’attuale sistema farmaceutico italiano, teso alla sua destrutturazione, non sia stato scritto sotto dettatura di Scaroni e suggerimento di Stefano Pessina, Executive Chairman di Alliance Unichem Boots?
Da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Pessina
“… (Pessina) …è tra i primi 10 uomini più ricchi in Italia ed è in grado di influenzare il mercato farmaceutico (e il sistema farmacia) più di quanto non possano fare gli strumenti economici delle regioni.”
Signori, qui si parla di un mercato da trenta miliardi di fatturato annui, pari a quello dei carburanti e dei tabacchi (anch’essi sotto monopolio di Stato)!
Ma veramente c’è chi crede che le liberizzazioni siano state attuate per favorire i cittadini?
Si è puntato al mercato farmaceutico, edulcorando tutto il processo con l’inserimento di categorie professionali (notai, tassisti, avvocati, ecc. ) delle quali non interessa nulla a nessuno, per non dare nell’occhio.
Il bersaglio puntato era e resta il mercato farmaceutico.
Altro che garantire l’occupazione giovanile ai neolaureati o un abbassamento dei prezzi dei farmaci!
Monti è solo l’esecutore di ordini provenienti da personaggi nascosti i cui propositi verrano smascherati quando ormai non si potrà far più nulla.
Per questi personaggi le farmacie italiane e l’attuale sistema legislativo che le regolamenta devono sparire per far posto ai loro drugstore.
Poco importa del servizio al cittadino e quanto dispendio ci sarà per lo Stato se vorrà garantire gli attuali standard distributivi.
Federfarma è una lobby con appoggi parlamentari trasversali,lo è sempre stata per natura e vorrei che qualcuno riuscisse a dimostrare il contrario.