Il documento “Analisi di un anno di Governo” apre le proteste contro i tagli nel 2013


forbiceUna oramai lunga questione sul tavolo di ogni redazione da almeno un anno è quella inerente all’uso della “forbice” nei conti del ramo sanitario. In realtà è un argomento all’ordine del giorno fin dalla fondazione della nostra Repubblica Democratica  (limitandoci a quella), con il famoso Referendum, ed anzi potremo dire che è oramai parte della nostra natura di italiani. Se non sentiamo parlare di questo argomento per qualche tempo, ci preoccupiamo vivamente. E’ normale che desti tanta attenzione, visto che è la voce di spesa più alta nel nostro Paese, ma è uno stanziamento di bilancio estremamente importante in qualunque Paese del mondo. Nell’ultimo anno sono state svariate le proteste che hanno accusato il governo Monti di tagliare troppo e male: le politiche di “razionalizzazione”, con la sola logica dei tagli e senza essere accompagnate da misure volte a mantenere l’efficienza dei servizi, sono sembrate poco razionali e molto brutali. Non è dato sapere, o per lo meno non è nostro compito, se dietro le richieste di politiche di sostegno ai tagli indiscriminati ci sia l’antico malessere italiano di “accomodare” tutto. In questo inizio d’anno Anaoo Assomed ha l’onore di essere la prima associazione a scagliarsi duramente contro i tagli, attraverso un durissimo attacco al documento di analisi dell’anno 2012 redatto da Palazzo Chigi. Ricordiamo che Anaoo Assomed è l’associazione italiana dei Medici Dirigenti e possiamo leggere nel comunicato stampa recentemente diffuso:

Come una stanca litania il documento “Analisi di un anno di governo” pubblicato sul sito dell’Esecutivo, nella parte dedicata alla Sanità ripete di avere operato senza conseguenze negative sull’erogazione dei servizi ai cittadini.
Una sorta di mantra ripetuto ossessivamente che tradisce la falsa coscienza di un equilibrismo verbale che ha distorto i vocaboli trasformando razionamento in razionalizzazione e tagli in miglioramento.
E’ successo con la cosiddetta spending review, si è ripetuto con il regolamento sugli standard ospedalieri e per l’aggiornamento dei LEA che rischiano di rimanere bloccati dalla mancanza di fondi.
La realtà è che i provvedimenti finanziari adottati prima da Tremonti poi da Monti, dal 2010 ad oggi, hanno prodotto nel settore sanitario una riduzione del finanziamento considerata insostenibile dalla stessa Conferenza delle Regioni.
La politica dei tagli, delle tasse e dei ticket sta restringendo l’offerta sanitaria pubblica rendendo sempre più difficile l’esigibilità di un diritto tutelato costituzionalmente attraverso misure di razionamento sia esplicito (taglio dei servizi e blocco del turnover) sia implicito (aumento importante della partecipazione dei cittadini alla spesa, prolungamento delle liste d’attesa).
E’ l’universalismo del SSN che è messo pesantemente in gioco. E lo stesso Presidente Napolitano durante uno degli ultimi interventi pubblici ha sollecitato “attenzione e cura per il Servizio Sanitario Nazionale per non venir meno a una funzione irrinunciabile sancita in Costituzione”.
La distruzione o privatizzazione del SSN avrebbe conseguenze nefaste non solo sui livelli di salute della popolazione ma sull’intera economia, obbligando i cittadini a sottrarre ai consumi una parte maggiore delle risorse a loro disposizione per potersi garantire in caso di necessità l’accesso alle cure.
La questione del finanziamento del SSN è profondamente politica, prima che tecnica, e la scelta del modello di Welfare sanitario interessa la nostra concezione di democrazia, la stessa idea di società, di comunità, di coesione sociale.
Tocca ai partiti nel momento in cui chiedono il voto esplicitare politiche, programmi e candidati sui quali misurare il consenso dei cittadini e l’Anaao Assomed non consentirà che questo nodo venga eluso.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *