La rete delle farmacie rappresenta un patrimonio di professionalità che il Servizio sanitario dovrebbe valorizzare, soprattutto a livello di distretto. E’ la valutazione che arriva da Angelo Lino Del Favero, presidente di Federsanità Anci, la sigla che rappresenta 166 aziende sanitarie del territorio e relative Conferenze dei sindaci. Per il management di Asl e ospedali così come per le comunità locali, il 2013 sarà un anno di forte incertezza e di radicali trasformazioni, causa un budget per la Sanità per la prima volta con il segno meno rispetto agli anni precedenti. Filodiretto ha chiesto a Del Favero quali spazi, in questo scenario, si potrebbero aprire per una più stretta collaborazione tra aziende sanitarie e farmacie.
Presidente, che anno sarà questo per la Sanità pubblica?
Per rispondere basta ricordare che iniziamo il 2013 con un fondo sanitario inferiore di 1,8 miliardi di euro a quello del 2012. Non era mai accaduto, finora.Questo per Asl e Ao che cosa vorrà dire?
Sarà necessario avviare poderosi processi di riorganizzazione. Finora si era cercato di risparmiare sui processi produttivi – logistica, acquisti, distribuzione – ora invece andrà ripensato l’intero assetto dei servizi, dall’ospedale alle reti fino alle cure territoriali.
Sul territorio, le farmacie potranno essere una risorsa di questi processi di riorganizzazione?
Senz’altro. Le farmacie sono un presidio essenziale, un punto di riferimento apprezzato da parte del cittadino e quindi un patrimonio da valorizzare. In diverse Asl lo si sta già facendo: penso ai servizi Cup, al ritiro referti, alla dpc, agli screening. Stesso discorso per lo sviluppo di programmi diretti al monitoraggio delle patologie e dell’aderenza alle terapie, così come per l’erogazione su territorio di servizi di prossimità di tipo infermieristico.
Lei sta passando in rassegna i servizi previsti dal decreto Fazio del 2009. Finora però le Asl hanno dato un’applicazione decisamente timida ai contenuti di quel provvedimento…
Sì è vero, anche senza nuova Convenzione il decreto è già applicabile. Forse non tutte le aziende hanno ancora colto le novità di quel decreto, di certo va migliorata la comunicazione tra direzioni e rappresentanze territoriali delle farmacie. Credo che il livello su cui lavorare sia quello distrettuale, le strutture sanitarie devono dialogare di più con le farmacie per individuare le tematiche sulle quali costruire collaborazioni e sinergie. Non servono grandi sforzi, la qualità professionale della farmacia italiana è particolarmente elevata.
Professionalità elevata, ma poi sul territorio ci sono Asl che spingono sulla distribuzione diretta andando ben oltre i confini previsti dalle norme…
Effettivamente ci sono piccole isole dove si è preferito insistere sulla distribuzione diretta, per disponibilità di strutture, per motivi storici o per presenza di personale con formazione specifica. A livello nazionale, però, si può tranquillamente dire che la dpc sia ormai la modalità standard per la dispensazione dei farmaci del Pht.
A proposito di isole: a fine anno Federsanità Anci ha tributato un premio al direttore generale dell’Asl di Catanzaro «per la capacità di ottenere risultati di economicità ed efficienza in un contesto di alta complessità». Solo due giorni fa, però, le farmacie di quella provincia sono scese in sciopero perché l’azienda non paga da settembre…
Il premio voleva essere un riconoscimento a chi nel Sud cerca di ripristinare un minimo di stabilità nell’assistenza sanitaria. Il problema là è che c’è un intero sistema in default.
Ci stanno cadendo anche in Regioni finora considerate virtuose, come il Piemonte…
Il Piemonte ne sta venendo fuori, è stato avviato un programma di interventi e sono fiducioso. (AS)
Via Filodiretto