Analogie con il 2006 e l’incubo di un governo “ingovernabile”. Parla Romano Prodi, ex premier, storico avversario di Silvio Berlusconi nel bipolarismo tutto italiano e oggi inviato speciale dell’Onu nel Sahel. In una intervista rilasciata al Corriere della Sera il Professore (lo stesso soprannome che oggi porta Monti…) rivive quella notte del 9 aprile 2006, quando sulla carta era strafavorito: “Beh, insomma, più che trionfale, anche se vincemmo le elezioni e andammo al governo, la ricordo come estenuante…” spiega il Professore ricordando quando alla guida dell’Unione approdò a Palazzo Chigi, ma con una maggioranza risicata al Senato.
“Vincemmo per un pelo. Il mio stato d’animo? Quando l’incertezza dura così a lungo subentra inevitabilmente una sorta di atarassia – sottolinea Prodi -: io sono uno di quelli secondo i quali nella vita non ci si può emozionare troppo a lungo…”. E in vista delle Politiche del febbraio prossimo, l’ex premier spiega: “Le analogie con il 2006 ci sono, eccome, purtroppo”.
Sul Corriere Prodi punta il dito contro il Porcellum: “E’ una norma voluta unicamente per impedire a chi vince di governare, un colpo tremendo all’autorevolezza delle istituzioni. Il Porcellum deforma la realtà: a guardare i risultati di Camera e Senato sembra di votare in due differenti Paesi”.
“Le analogie con il 2006 ci sono eccome” spiegando che , anche in vista di un possibile accordo con in montiani:
“Se nessuno prevale, è chiaro che si apre la strada ai compromessi. E’ normale: in Germania, dove da tempo non c’è un partito dominante, la via è quella delle coalizioni. Stessa cosa, stavolta, potrebbe avvenire da noi. Dipenderà – prosegue Prodi – dalla campagna elettorale, se sarà o no particolarmente sanguinosa. Le analogie con il 2006 ci sono eccome, purtroppo”.