In Toscana si fanno i conti per il 2012: -73 milioni di spesa farmaceutica, un calo del 13%, ovvero quasi 5 punti in più rispetto al calo nazionale. Una concatenazione di cause ha portato a questo drastico (ma benvenuto) calo che è riscontrabile in un po’ tutte le Regioni ma che, con l’accortezza dovuta a cause prettamente toscane, ha portato a questo record per la Regione considerata più innovativa dal punto di vista della regolamentazione sanitaria. A contribuire a questo record, ovviamente ci sono gli sconti dovuti alla spending review, le scadenze di alcuni brevetti, i ticket e le politiche di appropriatezza. Le ricette rosse sono rimaste le stesse, anzi sono aumentate dello 0,02%, ma si è speso meno: i 70 milioni di risparmio sono dovuti per gran parte, almeno 58 milioni, alla spesa effettiva e 12 sono stati recuperati con l’incasso della tassa sulle ricette che è aumentata rispetto al 2011. Alcuni hanno evitato di acquistare taluni farmaci con la “ricetta rossa” poiché il ticket rende più appetibile l’acquisto di quei medicinali con la “ricetta bianca” in molti casi. Un grande successo per la Toscana, che riesce a fermare il numero di ricette, il che vuol dire che si tiene sotto controllo alcuni trattamenti inutili, riesce ad abbassare la spesa regionale mantenendo un servizio di buon profilo, e che inizia a godere dei risultati delle prescrizioni di generici da parte dei medici di famiglia. Un anno molto positivo che lascia soddisfatti i gestori regionali toscani, e traccia una linea per il futuro. E’ possibile che questi risultati servano da sprono anche per Regioni meno “virtuose” in campo sanitario; la Toscana ha dimostrato che si può fare.