A volte per dare una notizia è sufficiente lasciare la parola ai diretti interessati, ed è proprio il caso di Nunzio Nicotra, segretario dell’Ordine dei farmacisti della Provincia di Roma che si è espresso sul bando indetto per l’apertura di 278 nuove farmacie nella provincia capitolina: “Un concorso profondamente ingiusto, che lede i principi di equità e trasparenza, e non premia di certo il merito, la preparazione e l’esperienza. Così formulata e’ una gara che si vince a tavolino e penalizza la categoria, ma anche i cittadini”. Non serve nessuna interpretazione alle parole di Nicotra. Il segretario dell’Ordine, assieme ad un gruppo di colleghi che provano lo stesso sdegno per il bando, ha presentato un ricorso al Tar per chiedere la sospensiva e il riesame dei termini. Visto che spetta alle Regioni stabilire come attribuire i punti per la forma associata, in Lazio è prevalsa la semplice somma aritmetica. Ancora Nicotra ci spiega: ”L’anomalia sta nel fatto che i titoli dei singoli associati vengono sommati, per ogni voce prevista fino al raggiungimento del tetto massimo di 35 punti previsto per legge. Ad esempio un 103 e un 107 valgono quanto un 110 e lode. E’ un meccanismo di sommatoria di pere e di mele assolutamente irrazionale ed ingiusto. La filosofia del concorso dovrebbe essere finalizzata a garantire uguali possibilità di accesso alle posizioni in palio, attraverso una valutazione oggettiva della capacità di svolgere i relativi compiti e, dunque, su base esclusivamente meritocratica. Una selezione con queste regole, può essere un vantaggio in termini di celerità, ma e’ sicuramente meno selettiva perché non prevede più il superamento di prove tecniche. Inoltre si può stabilire a tavolino chi vince, scegliendo il partner con cui conviene associarsi. Sommare per ceppi sarebbe stata un’interpretazione razionale. Quella prescelta è una tipologia di interpretazione funzionale ad interessi. In un sistema in cui l’ereditarietà e la compravendita delle farmacie sono le colonne portanti, il concorso restava l’unico spiraglio di accesso per i comuni mortali. Questo bando era atteso con speranza da tempo e doveva avere due obiettivi: ampliare il servizio farmaceutico per la cittadinanza e liberalizzare la categoria. E’ stato invece confezionato da mani inesperte. Non ci si è preoccupati di dare, una volta che la legge aveva consentito la partecipazione in forma associata, una traduzione bilanciata, né punitiva né agevolativa, né per i singoli né per gli associati. Così stando le cose, non ci sono aspettative di carriera, né la speranza di avere una condizione lavorativa dignitosa. Diventare titolari di una farmacia resta per molti un miraggio”. Non bisogna dimenticare che questo concorso avrà effetti di lungo corso: con l’apertura di quasi trecento farmacie è ovvio che non si apriranno di questi esercizi per almeno cento anni. Sarebbe il caso di farlo bene questo concorso.