Dall’Australia il futuro della ricerca?

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ricerca_11_68221Un’interessante notizia ci arriva dagli antipodi: alcuni scienziati australiani hanno utilizzato una simulazione tridimensionale in movimento dell’interazione del  virus della poliomielite con alcuni farmaci. E’ la prima volta nel mondo che si utilizza questa tipologia di simulazione per uno studio di questo tipo, e la modellazione ha richiesto l’utilizzo di un computer noto per essere il più potente del pianeta: Blue Gene Q. La modellazione, svolta dagli esperti del Victorian Infectious Diseases Laboratory di Melbourne, è solo il primo passo verso nuove modalità e strumenti per la ricerca, ed infatti già si prospettano studi similari per il virus dell’Hiv. Jason Roberts, il vice direttore del Laboratorio responsabile della ricerca ha spiegato: “Aggiungiamo ogni volta un diverso farmaco, in sospensione in una soluzione, che si legherà al virus e farà tutte le cose che ha bisogno di fare. La simulazione può  essere usata per determinare come il virus muta, come cambia con la temperatura e interagisce con l’acqua, e particolarmente come interagisce con i farmaci”. Perché i ricercatori australiani hanno scelto la poliomielite anziché altre malattie per sperimentare questa metodologia? Risposta facile: con la poliomielite i ricercatori hanno potuto fare affidamento su quasi 100 anni di studi che hanno convogliato nel super-computer un volume enorme di dati per la modellazione. Ma Roberts aggiunge: “Non c’e’ niente che ci impedisca di trasferire la tecnica nei prossimi anni ad altri virus come l’Hiv”.

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