Eliminiamo gli informatori Scientifici, ecco l’opinione di Carlo Rienzi presidente del Codacons

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011713651rienzi-carlo-codaconsPresidente vi siete spesi più di altri a favore dei farmaci generici. Eppure la loro quota di mercato rimane ferma al 17%. Negli Usa, ad esempio, arrivano all’80%.

Eh certo. Abbiamo chiesto all’Aifa di aiutarci ma le lobby delle case farmaceutiche sono troppo forti. Vengono messe periodicamente in giro delle voci circa la non affidabilità dei generici e la gente ci crede.

Invece di chiedere aiuto all’Agenzia italiana per il farmaco si dovrebbe fare leva sui medici di base.
Scherza? Sono i primi a essere sensibili al pressing dell’industria del farmaco. Hanno interesse anche loro a promuovere i farmaci di marca, tanto poi vanno fare i corsi di aggiornamento alle Maldive…

E come ne usciamo?
In tre mosse.

Sentiamo.
Vietando le sponsorizzazioni dei medicinali, chiedendo alle istituzioni di fare una campagna di sensibilizzazione ed eliminando gli informatori scientifici.

Presidente, ma come eliminarli?
Sì, sono una figura che esiste solo in Italia.

Beh in tempi di crisi profonda dire di eliminare una categoria professionale non è un azzardo, quanto meno? Senza contare il loro ruolo profesisonale…
Dovrebbero svolgere al meglio il loro lavoro non farsi sponsor per interesse. E mica possiamo difedere tutti? Si riciclassero, andassero nelle farmacie a consigliare ai pazienti quali farmaci comprare ma non possono pensare di svolgere ancora questo ruolo di ausilio alle lobby.

8 COMMENTS

  1. Quando lavoravo in farmacia a fine mese passavano a chiedere “quanti pezzi ” erano usciti per poi ricompensare il medico, in maniera capillare …certo è forte dire che non servono ma è anche vero che sono una parte della catena che ci ha portato a fare si che in Italia di “generici” non ne vuole sapere nessuno è un problema culturale e quindi non si può risolvere, almeno per i prossimi decenni perchè siamo il SUD-EUROPA

    • solo un appunto extra farmaco: okkio a dire siamo il sud europa, che io traduco come pigs, in quanto siamo stati il mercato di sbocco di quella germania che ci insulta ma che ha venduto i suoi prodotti a noi maiali. quindi il mito dell’ariano produttivo a me fa sorridere se nn a incazzarmi. quindi il paragone nn mi pare corretto, visto che la stessa germania ha messo in atto da decenni politiche di moderazione salariale volute

  2. […] L’unico che ha dimostrato di aver capito a fondo il motivo per il quale i generici, dopo l’approvazione dell’obbligo suddetto di inserire il principio attivo in ricetta, non sono cresciuti di un decimale nelle prescrizioni dei medici e’ l’avvocato Carlo Rienzi, presidente del codacons (associazione che difende i diritti dei cittadini tranne che non facciano gli informatori), il quale, con una reazione forse un tantino scomposta, ha proposto di eliminare “in toto” i circa 25 mila posti di lavoro degli informatori del…. […]

  3. RIENZI VERGOGNATI!!!!!!!
    Carissima Maria, sono un informatore scientifico che ogni giorno oltre a fare informazione a (minimo) 10 medici specialisti deve obbligatoriamente visitare almeno 2 farmacie, chiedere come vanno i prodotti, dare dettagli scientifici e consigli di vendita sui miei prodotti sperando non vengano cambiati dal farmacista. Certo, chiedo se si ricordano chi ha prescritto, ma ti assicuro che non “ricompenso” nessuno e in 17 anni di onorata carriera con gli specialisti mai ho ricompensato!!!! Ho ringraziato, quello sì… con eleganza e grande educazione.
    Quindi secondo quanto scrivi tu è, in parte, anche colpa dell’informatore scientifico se in Italia non vanno i generici? Ti prego….. pensa prima di parlare…..
    E pensate tutti prima di attaccare una categoria di lavoratori….. io sono contenta e orgogliosa del mio lavoro e continuerò a farlo….. alla faccia di quello che io chiamo “comparaggio di stato” fatto con i generici.

    • Rienzi………guardati allo specchio!

      Se ti guardassi un pò allo specchio forse capiresti il perchè di queste tue affermazioni……….purtroppo non è colpa TUA!

  4. Ciao a tutti, sono un farmacista ed ho sempre creduto nell’equivalenza del generico finché non ho avuto un esperienza lavorativa nella Produzione di un azienda farmaceutica. Bene, vi garantisco che la qualità della materia prima è moto più scadente rispetto a quella di un brand…molto spesso io ero abituato a pensare che un azienda farmaceutica che produceva sia brand che generico con lo stesso principio attivo fosse perfettamente equivalente perché uscente dalla stessa “fabbrica”,invece no! La stessa azienda commissiona la produzione a terzi che scelgono materie prime con risparmio dei costi, questo significa produrre un farmaco più ricco di impurezze. Molte volte si truccano i picchi di assorbimento in vivo negli studi di comparazione con i picchi del brand per farli rientrare nel +-20% richiesto dall’AIFA per la convalida dell’equivalenza. Insomma mi sono ricreduto e adesso quando qualche anziano, che precedentemente consideravo nevrotico, mi viene in farmacia lamentando mal di stomaco attribuito all’utilizzo di un generico, beh inizio a crederci!

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