Il presidente Fofi Andrea Mandelli, in un’intervista apparsa su Quotidiano Sanità ha tentato di chiarire ai lettori le sue idee politiche e le sue ambizioni visto che, come i nostri lettori già sapranno, Mandelli si è candidato nelle liste del Pdl per il Senato della Repubblica in Lombardia. A parte le dichiarazioni di rito e un po’ “piacione”, come direbbero a Roma, sul portare l’esperienza di un farmacista all’interno del Parlamento, Mandelli rilancia le problematiche di sempre: necessità di una ripresa di quella che doveva essere la farmacia dei servizi, basta tagli ma riduzione degli sprechi, riportare la figura del farmacista al centro della sanità… Le solite cose. Una frase ha suscitato subito qualche battuta da parte dei maliziosi; infatti quando gli viene chiesto quale strumento spera che la politica destini alla farmacia in un prossimo futuro, il presidente di Fofi risponde: “Una riforma organica del servizio farmaceutico che metta al centro il farmacista ovunque operi”. Questo “ovunque operi” è stata presa dai più maliziosi, come un’apertura alla Gdo da parte di Fofi. Sbagliata, giusta? Non è questo che interessa i maliziosi, e nemmeno noi. Mandelli non dice molto, non specifica, rimane su dichiarazioni di rito, frasi molto belle che sono però piuttosto aleatorie e prive di “densità”. L’unica frase che può lasciare un po’ di briciole per i commentatori è quella riportata poco sopra, a cui i maliziosi hanno attinto con voracità. Il resto è molto “freddo e lontano”. Quando l’intervistatore chiede al presidente se ha intenzione di dimettersi dal ruolo che attualmente ricopre in caso di elezione, Mandelli risponde che il conflitto d’interesse non esiste e che comunque sarebbe prematuro parlarne adesso. Ci domandiamo cosa ne pensano i nostri lettori di questo possibile doppio ruolo di Mandelli: ci farebbe piacere scoprirlo nei commenti.
Home Ordine dei Farmacisti Mandelli si dimetterà? Dalle sue parole per ora nessuna sostanza: è già...
Mandelli si dvrebbe dimettere, visto che ricopre l’incarico di presidente all’interno di un Ordine che come tutti sappiamo raccoglie professionisti che appartengono a realtà differenti. Purtroppo la categoria dei farmacisti a differenza di altri professionisti come avvocati o notai, è sempre stata caratterizzata da più realtà professionali: da una parte la lobby dei titolari, ai quali interessa principalmente difendere il portafoglio ( di cui il dottor Mandelli fa parte), dall’altra i farmacisti non titolari e i titolari di parafarmacia che lottano rispettivamente per avere maggiore dignità professionale e per il libero accesso alla professione di farmacista. Se il dottor Mandelli sarà eletto dubito che sarà in grado di giudicare con imparzialità eventuali DDl sul riordino del servizio farmaceutico nell’interesse di TUTTI i farmacisti, basta vedere il partito nel quale lui ed altri suoi colleghi (TITOLARI), si sono candidati, che è espressione diretta degli interessi corporativi e delle rendite di posizione. Il PDL più che popolo delle libertà, dovrebbe chiamarsi popolo delle lobby.