Il sindacato dei Farmacisti non scacci i contrari allo sciopero

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liberta-di-stampa1Il Tribunale ha dato ragione al presidente dell’Ordine dei farmacisti Marcello Milani, buttato fuori perché non in linea con la protesta nazionale: «Violata la sua libertà»

Chi non vuole scioperare ha il pieno diritto di dirlo, un diritto inviolabile. E il suo sindacato non può quindi estrometterlo affermando che ha causato “danno” alla categoria. Con questa sentenza emessa dal giudice Giovanni Sansone il Tribunale di Trieste ha dato ragione al presidente dell’Ordine dei farmacisti, Marcello Milani, che ha sporto denuncia dopo che il suo sindacato, Federfarma, lo aveva espulso lo scorso settembre. “Colpa” attribuita a Milani, quella di aver pubblicamente espresso dubbi sull’utilità di aderire allo sciopero nazionale dei farmacisti indetto contro le liberalizzazioni del governo Monti.I vertici di Federfarma non avevano affatto gradito, affermando che Milani oltretutto era nello stesso tempo dentro il sindacato, e al vertice dell’Ordine professionale, in due ruoli cioé che potevano portare a rappresentare interessi e punti di vista diversi. Nel caso specifico, di disturbo all’azione politica della categoria.

Ma il Tribunale è stato di parere contrario. Il giudice afferma che lo sciopero non è da considerarsi con sicurezza il mezzo più efficace per il perseguimento delle finalità di tutela della categoria, e così la contrarietà di Milani non può configurarsi come “la meno efficace”. La sentenza esplicita che anzi un invito alla riflessione è atto utile ad assumere la decisione sindacale in modo più ponderato. Infine, il giudice sentenzia: «Il dissenso aperto sui mezzi e le strategie da adottare soprattutto quando questi involgono questioni di vertice riguardanti il ruolo, la funzione e l’erogazione del servizio farmaceutico non può subire restrizioni né in ordine ai mezzi con cui comunicarlo, né in ordine alle condizioni di “status” relative alle cariche ricoperte da chi le esercita, e non può soprattutto giustificare la sua espulsione. (…) L’ordinamento riconosce e tutela la libertà di associazione, ma non può permettere che questa nel perseguimento dei propri scopi mortifichi diritti individuali degli associati, il cui esercizio peraltro è funzionale al miglior perseguimento degli scopi sociali. La pena dell’espulsione è stata inflitta all’attore (Marcello Milani, ndr) abusivamente, in violazione dei suoi diritti di libertà». All’indomani del voto nell’assemblea di Federfarma, con 6 consiglieri su 11 favorevoli alla “punizione”, 40 farmacisti sui 67 della provincia avevano firmato una petizione a Federfarma, al suo presidente Alessandro Fumaneri e ai consiglieri, perché il provvedimento di espulsione fosse ritirato.

Via Ilpiccolo

 

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