Pensavate forse che l’immagine del farmacista fosse stata purificata? Niente è più lontano dal vero. Abbiamo trovato decine di articoli pubblicati in queste due settimane in cui i farmacisti vengono definiti “oscuri lobbisti”, per rimanere negli appellativi gentili. In alcuni articoli si contano i farmacisti candidati nel prossimo Parlamento, quasi fossero una iattura solo per il fatto di essere farmacisti. Sono una ventina i farmacisti candidati per chi avesse la curiosità di sapere. I più li ha candidati il Pdl, a ruota la lista Monti, poi Futuro e Libertà e via via tutti gli altri, anche Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, che al nono posto nel collegio Sicilia 1 propone Maria Ippolito. Di recente proprio il professor Monti aveva attaccato la categoria affermando su RaiUno, non a casa sua, che il Pdl è stato il partito che ha bloccato le liberalizzazioni visto che è un partito vicino alle lobby come quella dei farmacisti. Riportiamo fedelmente un passaggio di quell’intervista per chiarire meglio: “C’è molta vicinanza agli ordini professionali, per esempio delle farmacie e di altre professioni: questo ha impedito di andare più avanti nella strada delle liberalizzazioni”. Una categoria professionale estremamente potente, che viene citata dal Presidente del Consiglio durante un discorso nella rete principale della televisione nazionale, e accusata di essere un evidente freno alle liberalizzazioni. E’ così? Non sapremmo dire ma lo stillicidio di leggi, leggine, decreti e decretini (nessun gioco di parole), sta mettendo in ginocchio la professione. Questo è sicuro. E’ stata fino a pochi anni fa una professione con privilegi enormi? Forse si. Non si è adattata ai tempi? Sicuramente si. Ma siamo sicuri che la medicina non sia peggiore della malattia? L’errore madornale che il mondo della farmacia ha commesso negli anni è stato quello di non aggiornarsi, di non voler mai cambiare lo status quo, questo si che è stato un atteggiamento da veri incoscienti! Il mondo andava avanti e i farmacisti volevano rimanere fermi al loro bel mondo dorato. Adesso faticosamente e dolorosamente vengono ridimensionati e aggiornati, ma esiste una “deriva liberalizzatrice” che porterà all’estinzione della professione. Questo pensano in molti. Federfarma finora si è dimostrata pesantemente inadatta a gestire questo cambiamento: sempre in ritardo cronico. Fofi si è trasformata rapidamente in organo di potere e ha smesso di fare gli interessi di tutti i laureati in farmacia per perseguire quelli di alcune personalità che l’hanno guidata. L’equilibrio perfetto starebbe nel riformare la professione senza svilirla, senza trasformare quel camicie bianco in una semplice abito da lavoro. Se c’è anche solo una possibilità di riuscire in questo miracolo da veri alchimisti, si può star certi che quella possibilità passa attraverso un’operazione di trasformazione netta dell’immagine del farmacista titolare. Cosa si aspetta a farlo con determinazione e trasparenza, non siamo riusciti ancora a capirlo. Seppure molti vogliano vedere le liberalizzazioni a tutti i costi, non crediamo che nelle loro ambizioni ci sia quella di diventare semplici addetti alle vendite, sia detto con tutto il rispetto per gli addetti alle vendite. Non crediamo che tirare nel fango i titolari di farmacia, calpestarli e stroncarli sia la soluzione adatta. Almeno non da sola. Qualche sberla la meritano, ma si corre il rischio di gettare il bambino con l’acqua sporca.
Mamma mia che paroloni!Gettarli nel fango…calpestarli e stroncarli…ma daaaiii…per 7 anni sono riusciti ad impedire qualunque forma di liberalizzazione,in Parlamento andranno Mandelli e Lettieri a difendere gli interessi dei titolari e non certo a fare il bene del PAESEtutta questa tragedia non la vedo proprio, poi è vero che i tempi cambiano e le cose non governate come in questo caso cambiano da sole e allora può succedere che non piacciano , ma rispetto al resto del paese , anche le piccole farmacie se la cavano direi benino, per esserne certi mettiamo qua i fatturati del 2012e li confrontiamo con quello che volete…oppure i titolari hanno più diritto degli altri cittadini italiani a stare bene?
Vivi in un mondo che non esiste più da anni,parli per sentito dire senza avere il minimo riscontro di quello che dici.
Che tu ci creda o no i fatturati sono in netto calo (e non certo per le parafarmacie che aprono e chiudono come i bar,quelle non fanno paura a nessuno anche con la fascia C) ma per tutta una serie di motivi di cui evidentemente non sei a conoscenza e ti piace rimanere in questa beata ignoranza.
Sono pienamente d’accordo con Giacomo quando dice che Federfarma non è all’altezza,ultima la questione remunerazione.
Se dovesse cedere anche su questo punto,Racca e i suoi fratelli dovrebbero dimettersi il giorno stesso dall’entrata in vigore del testo Balduzzi!!
Ma si sa che,come i politici d’oggi,non molleranno mai il loro posto “solo” per il bene della categoria…
Mandelli e Lettieri si dovrebbero dimettere dalle loro cariche e dovrebbero cedere a terzi la loro farmacia, solo così sarebbero credibili, finchè rimangono con i loro ruoli continuerà ad esserci conflitto di interessi.
sul fatto che debbano cedere la loro carica dentro organi o sindacati mi trovi d’accordo. ma che debbano cedere la loro farmacia mi sembra eccessivo. altrimenti si dovrebbe chiedere a tutti gli onorevoli seduti in parlamento e al senato di fare altrettanto. quasi tutti hanno un’attività professionale propria, solo pochi “campano” di sola politica. E comunque il fatto di non esercitare più la propria professione non ti garantisce che svolgano il loro mandato senza interessi personali, dal momento che se ho un’attività e la devo cedere, come minimo la do ad un parente o ad un prestanome.
Sono d’accordo con Carlo sul fatto che la farmacia ha avuto dei cambiamenti negli ultimi anni, e cio’ non dipende dagli esercizi di vicinato. Ma oltre a rispondere a Maria…nient’altro?
Per esempio su questo:-” L’equilibrio perfetto starebbe nel riformare la professione senza svilirla”-. Ma nessuno di voi titolari ha mai qualcosa di costruttivo e pregnante da proporre?
Solo che…bisogna fare una non meglio definita: ”battaglia a difesa della farmacia”.
Ma contro chi e contro cosa?…Contro i tempi che cambiano? Contro tutto e tutti?…Una battaglia persa in partenza, se si vuol difendere posizioni ormai poco difendibili con le stesse strategie stantie.
La Racca, non mi piace, ma che scopo ha cambiare se tutto resta uguale?
Tanto vale lasciarli al loro posto.
Le associazioni di non titolari non sono mai servite a nulla.
La strategia deve essere trasformare per andare ”incontro” e non per andare contro.
Le uniche proposte nuove pare vengano solo dai farmacisti delle parafarmacie e se parliamo di riconquistare posizioni professionali, e riprenderci il prestigio della nostra professionalita’ come una volta, sembriamo extraterrestri.
Se non si lascia la mentalita’ da commercianti che vige ormai come regola nelle farmacie, il futuro sara’ per forza fosco.
Purtroppo le lenzuolate di Bersani hanno spaccato in 2 la categoria dando luogo ad una guerra basata sui fatturati e prodotti da vendere,piuttosto che sulla qualità e professionalità del servizio.
In questo stato non si arriverà mai ad una conclusione positiva e costruttiva per la categoria!
Peccato perchè si sarebbe potuto ampliare ancor di più il sistema farmacia (sistema che comunque ha un alto gradimento tra i pazienti) implementando con una riorganizzazione/aumento della pianta organica,servizi specializzati (penso alle analisi del sangue,glicemia,colesterolo,visite oculistiche,tricologia,nutrizione ecc) e quant’altro in modo da trasformare definitivamente la farmacia in un centro di salute vero e proprio.
Ovviamente rimarrà un’utopia perchè la strada intrapresa è completamente opposta..
Se le farmacie falliranno e prevarranno le logiche di mercato ( cosa a cui io auspico) la colpa è esclusivamente dei titolari di farmacia. Volevate salvare la baracca ? solo una cosa andava fatta:
1) abolizione della compravendita di tutte le farmacie
2) assegnazione delle sedi solo per concorso eliminando anche l’ereditarietà.
Avete voluto continuare a tramandarvi la farmacia per sucessione ereditaria e a venderla a cifre dell’ordine del milione di euro ?
Adesso non lamentatevi se la professione prende una deriva commerciale, quindi ben venga l’ulteriore liberalizzazione della fascia c. Del resto in paesi come Svizzera e Germania l’accesso alla professione di farmacista è già libero, quindi se fossi nei titolari eviterei di lamentarmi troppo.
Io invece penso che sia il contrario. La lenzuolata e’ servita sopratutto a scoperchiare un pentolone bollente che ci ha posto di fronte la dura realta’ delle cose e che avrebbe dovuto consigliarci di prendere provvedimenti utili e buoni per tutti i farmacisti. Questo sei o piu’ anni fa. Non c’è stata alcuna riflessione e voglia di sistemare le cose…io ricordo solo la triste iniziativa Gasparri-Tomassini fortunatamente naufragata e poi il nulla assoluto. Per questo che dico che e’ il profitto ad ottundere le capacita’ cognitive di chi deve decidere(lo sguardo e’ focalizzato unicamente verso il registratore di cassa) e la conseguenza non puo’ essere altro che la deriva commerciale, che evidentemente ci meritiamo..
io so benissimo che i “fatturati ” sono in calo. e allora? non ci sono anche i disoccupati in questo paese? per caso nella Costituzione c’è scritto che i Signori Farmacisti Titolari hanno il Diritto di guadagnare sempre allo stesso modo di 10-15-20 anni fa? poi tutte queste storie sulla fine della professione sono strumentali, un esempio vissuto: negli USA , la patria della “grande distribuzione” in fondo al mall c’è scritto Prescription e tutti vanno dal farmacista a chiedere come si usa una cosa e tutto il resto, quindi la professione del farmacista se uno è bravo non viene mai meno , nemmeno in quei contesti fortemente liberisti e certo li una medicina con obbligo di ricetta non la danno senza neanche se ti metti a piangere( e tutti pagano le tasse….)
L’ articolo pone una giusta riflessione sul tema ma poi con alcune espressioni (… qualche sberla i titolari se la meritano … non buttare però il bambino con l’ acqua sporca …) lascia aperto un interrogativo un pò ambiguo, in quanto non indica alcun esempio concreto per una possibile soluzione.
Anche nei commenti o proposte dei titolari di farmacia la soluzione circa il rischio di deriva della professione proprio non si vede.
In pratica la preoccupazione circa il futuro apre spazio solo a qualche dubbio, forse al rimpianto, spesso a recriminazioni ma poi tutto finisce lì.
Questa mancanza di idee sia da parte degli intellettuali che dei diretti interessati mi risulta strana e temo che sia solo un’ altra tattica, mezza furba e mezza ipocrita, che tende sempre allo stesso recondito scopo e cioè mantenere al meglio lo status quo.
Viceversa i titolari di Parafarmacia, che peraltro già ora stanno vivendo sulla loro pelle i temuti futuri problemi relativi alla presenza concorrenziale del capitale, nei loro commenti qualche idea la presentano come ad es. farmacia e farmacia NC con titolarità solo a farmacisti e Parafarmacia con titolarità mista ma con nuove aperture regolate da nuove soluzioni per distanze e per incentivi alle farmacie in zone disagiate.
Tutti i farmacisti di buon senso hanno a cuore il futuro della professione ma solo con regole che pongano sullo stesso piano i diritti individuali sarà possibile fare forza comune a difesa di tutta la categoria.
Per il momento mi pare pertanto che ognuno resti nel suo campo per cui non ci rimane altro che aspettare la sentenza della Corte Costituzionale attesa a breve (probabilmente prima di un analogo intervento legislativo).
Poi chissà che, di fronte al fatto compiuto del riconoscimento della libertà professionale nella vendita dei farmaci su ricetta non mutuabile, per i titolari di farmacia si possa innescare lo sforzo virtuoso per proporre una comune possibile soluzione …. sempre sperando di essere ancora in tempo.
Gentile Massimo,
le rispondo per la questione che mi riguarda direttamente:
nel mio articolo non propongo soluzioni perché non è questo il mio ruolo. Io non appartengo a nessuna delle categorie o sottocategorie di cui scrivo; anzi, solo di una: i clienti della farmacia. Non appartenendo a nessuna categoria non ho su di me pressioni per appoggiare una soluzione anziché un’altra. Cerco per quanto mi è possibile di raccontare, criticare, fare anche sana polemica, senza per questo arrogarmi il diritto di indicare una direzione. Il mio ruolo consiste, credo, nel proporre questioni, riportare notizie, far nascere qualche interrogativo e magari stimolare qualche riflessione. Spero di riuscire benino nel mio lavoro; in quanto a trovare soluzioni e creare proposte lascio l’arduo compito agli incaricati (perché ci sono e sono molti), e a chi è direttamente interessato.
Cordialità,
Giacomo Giannecchini
Ovviamente il mio commento non era una critica rivolta all’ articolo che trovo ben scritto e che a mio avviso ha raggiunto lo scopo stimolando interrogativi e riflessioni.
D’ altra parte però quando lei scrive …. non crediamo che tirare nel fango i titolari di farmacia, calpestarli e stroncarli sia la soluzione adatta. … mi pare che riporti come assodata una delle possibili soluzioni, certamente la meno utile per tutti.
Con stima.
In questo ha ragione Massimo, noto spesso, anche in questo articolo, che esistono diverse correnti tra cui quella che fa più fracasso è quella con gli occhi iniettati di sangue.
Cordiali saluti,
Giacomo Giannecchini
Complimenti Mandelli. E’ entrato nello stesso Partito dei Ladri (PDL) che accumuna un mafioso come Dell’Utri e un camorrista come Cosentino. D’altra parte lei che prende i soldi da tutti i farmacisti si è dimostrato sempre e comunque strenuo difensore solo dei titolari di farmacia. Per un minimo di coerenza ora che si è candidato come possibile deputato nel partito che ha come presidente un indigato per pedofilia dovrebbe avere anche il buon gusto di dimettersi da presidente della FOFI ma sicuramente lei seguirà l’esempio di tanti suoi possibili colleghi, assenti in parlamento anche al 77% delle volte e presenti solo nelle occasioni in cui i loro interessi di casta possono essere minacciati.
Questo è un mio commento inserito in un articolo precente ma qui calza ancora meglio.