La ricerca che abbiamo presentato in settimana inerente ai costi aggiuntivi che la distribuzione diretta applicherebbe ai farmaci, ha scatenato una grossa “nuvola” di contro risposte. La ricerca condotta dal centro studi Antares su commissione di Assofarm denuncerebbe un costo aggiuntivo, un ticket occulto è stato definito, compreso tra tre e quattro euro a confezione. A questo si dovrebbero aggiungere, sempre secondo i sostenitori di questa tesi, anche la distribuzione tutt’altro che capillare dei centri atti alla distribuzione diretta dei farmaci. Una risposta molto precisa alle “accuse” della ricerca commissionata da Assofarm arriva da Laura Fabrizio, presidente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (Sifo):
“La distribuzione diretta è un sistema efficiente, attento alle esigenze del paziente e a quelle del Servizio Sanitario Nazionale. Le polemiche sono solo pretestuose e raccontano solo una parte della realtà. La nostra esperienza e quella delle migliaia di pazienti che ogni anno ricevono i farmaci attraverso la distribuzione diretta è molto positiva. Bisogna tener presente che parliamo di patologie croniche e che dunque il paziente può programmare la sua visita in ospedale o nella ASL e non necessariamente si deve assentare dal lavoro solo per ritirare i medicinali. La capillarità garantita dai servizi delle ASL italiane, soprattutto nei centri urbani, fa si che in genere gli spostamenti siano abbastanza ridotti. A fronte di questi disagi, veramente minimi, il paziente riceve un’assistenza personalizzata da personale altamente specializzato che è in grado di assisterlo al meglio per la cura della sua patologia, in genere grave o comunque complessa. L’appropriatezza d’uso, la farmaco sorveglianza e il controllo della compliance a terapie sofisticate sono solo una parte dei compiti del farmacista del Servizio sanitario nazionale che si occupa di distribuzione diretta: un farmacista specializzato che è già in organico della ASL e che dunque non ha costi aggiuntivi. Non vanno, infatti, trascurati i rischi per i pazienti legati alla distribuzione sul territorio di farmaci ospedalieri che per la loro peculiarità (vedi farmaci antitumorali orali) necessitano di un’erogazione in strutture appropriate. Lascio per ultimo un aspetto che non è certo irrilevante, specie in tempi di ristrettezza economica. Con la distribuzione diretta i farmaci vengo acquistati con uno sconto di circa il 50%, cioè a un prezzo sicuramente molto inferiore rispetto alle Farmacie aperte al pubblico. Per il SSN, inoltre, non c’è alcun onere aggiuntivo contrariamente a quanto accade per la distribuzione attraverso le Farmacie convenzionate dove, oltre al costo del farmaco, si deve prevedere la retribuzione, spesso assai onerosa, destinata alla Farmacia stessa. Tali costi aggiuntivi si riversano sulle Regioni che per far quadrare i bilanci sono poi costrette ad aumentare le tasse per i cittadini.”