Aprire una cinquantina di Case della salute entro il 2014. E’ l’obiettivo che si prefigge la Toscana nell’ambito di quella riforma del servizio sanitario regionale anticipata a dicembre dall’assessore alla Salute, Luigi Marroni. Alle farmacie riorganizzazione prometteva un allargamento della distribuzione diretta, ai medici di famiglia lo sviluppo delle aggregazioni complesse previste dalla loro Convenzione.
Promessa mantenuta, perché nei giorni scorsi Regione e sindacati della medicina generale hanno firmato gli accordi integrativi che ridisegnano l’assetto delle cure territoriali. Come detto, spicca su tutto l’istituzione entro il 2014 di una cinquantina di Case della Salute, il nome che in Toscana avranno le Uccp (Unità complesse di cure primarie): in sostanza si tratta di aggregazioni multiprofessionali collocate in una sede unica, nelle quali i Mmg (una ventina circa) lavoreranno a braccetto con pediatri di famiglia, infermieri, specialisti, amministrativi e personale sociale. In media dovrebbero nascere un paio di Case per Asl (una quindicina circa quelle già in attività), con l’obiettivo di assicurare l’assistenza integrata nell’area della cronicità.
Alle Uccp, per le quali la Regione ha stanziato una ventina di milioni di euro, si affiancheranno le Aft, le Aggregazioni funzionali territoriali. Un centinaio quelle in programma, formate da 20-25 medici di medicina generale e 5-6 medici di Guardia: a differenza delle Case della Salute non saranno multidisciplinari (al loro interno, cioè, ci saranno soltanto medici delle Cure primarie), non avranno necessariamente sede unica e la loro attività consisterà nel governo dell’assistenza territoriale e nella continuità terapeutica con l’ospedale; in tale prospettiva, le Aft potranno erogare prestazioni diagnostiche di base per snellire liste d’attesa e Pronto soccorso.
E le farmacie? Già preoccupati per i progetti della Regione in materia di distribuzione diretta (l’obiettivo dell’Assessorato è quello di incrementare del 20% la spesa correlata), i titolari non vedono di buon occhio i progetti sulle Uccp: «I timori sono quelli già ventilati per le Utap» spiega il presidente di Federfarma regionale, Marco Nocentini Mungai «l’aggregazione dei medici in sedi uniche rischia di sguarnire la rete dell’assistenza. Nessuna obiezione invece alle Aft, anche se va capito quali competenze avranno nella diagnostica e quindi che sovrapposizione potrà esserci con la farmacia dei servizi».