In altri articoli avevamo già accennato ai microchip sottocutanei, ma mai ne avevamo parlato in maniera diretta. “I pazienti non saranno più costretti a ricordare di dover prendere uno specifico medicamento e nemmeno soffrire il dolore associato alle iniezioni”, parola del presidente di Micro CHIPS Inc e ricercatore leader del progetto Robert Farra. Parliamo di un dispositivo che sarà messo in commercio nel 2014, alto 5,4 centimetri, largo 3,1 e spesso 1,1. Alcuni lo chiamano già “francobollo”, ma all’interno c’è un nucleo di diversi medicinali associati che interviene sul paziente per tempi non superiori ai 30 minuti giornalieri. E’ stato ampiamente testato per la cura dell’osteoporosi con risultati estremamente incoraggianti. “(Le dosi di farmaco, Ndr), sono chiuse ermeticamente in nanodispositivi individuali coperti da una sottile cappa di platino e titanio. Questa copertura si fonde al momento in cui il medico, comandando a distanza il microchip, applica una lieve corrente elettrica, in modo da permettere al farmaco di liberarsi nell’organismo Quello che abbiamo fatto ed ottenuto è stato sostituire i segnali endocrini nel corpo dei pazienti. Le applicazioni future di questo dispositivo coinvolgeranno molti tipi differenti di ormoni, che controllano i disordini relazionati con la crescita, la riproduzione, l’obesità ed incluso il diabete”. Il prodotto ha già suscitato grandi entusiasmi e grandi perplessità, ma è evidente che questo sistema, o simili e derivati, rappresenterà il futuro dei farmaci.