Farmacisti contro farmacisti? I rurali stoppano la polemica e invitano: «Parliamo con i dati e stiamo dalla parte del cittadino»
«Fatico a comprendere il merito e le ragioni della posizione della Società italiana di farmacia ospedaliera, che tenta di valorizzare il proprio ruolo puntando su sconti e vantaggi commerciali tutti da dimostrare, anziché investire energie sullo sviluppo del ruolo del farmacista ospedaliero impegnato in ambiti più gratificanti come ad esempio nei reparti o nelle officine di preparazione galeniche degli ospedali». Alfredo Orlandi, presidente del sindacato delle farmacie rurali, prende così posizione nei confronti della collega Laura Fabrizio, presidente Sifo, la quale, afferma Orlandi, «ha innescato una polemica sterile, in difesa dell’indifendibile, cioè gli sprechi delle strutture pubbliche, ma, quel che è peggio, l’ha fatto in sfregio a un’istituzione al servizio del cittadino che merita rispetto, che è quella della farmacia rurale. È la farmacia rurale a rischiare l’estinzione, non l’ospedale. Siamo noi a rischiare di dover licenziare farmacisti collaboratori, non l’ospedale. Siamo noi che studiamo, raccogliamo dati, cerchiamo vie per migliorare il servizio e contemporaneamente ridurre la spesa pubblica».
«I fantomatici sconti sarebbero nient’altro che un’auto-concorrenza sleale che lo Stato fa a sé stesso», argomenta Orlandi, «non mi pare siano un argomento valido. Potremmo piuttosto raccontare di pazienti dismessi con borse piene di farmaci o verificare se a consegnare medicinali nelle strutture ospedaliere ci siano farmacisti o infermieri. Tutte pratiche che il cittadino conosce bene, forse per questo motivo vuole così bene alla farmacia».
«L’unica spiegazione per un attacco del genere da parte del Sifo a noi, colleghi che lavoriamo ogni giorno sul campo, tra la montagna e le periferie, è che Laura Fabrizio non si sia resa conto del peso delle sue parole, pronunciate in questo momento in cui la nostra categoria, tutta intera, è impegnata a rilanciare il proprio ruolo nel sistema sanitario del futuro. – continua Orlandi -. E’ persino offensiva quando afferma che tra le ragioni per insistere con la distribuzione diretta dei farmaci negli ospedali ci sarebbero “qualifica e specializzazione” dei professionisti ospedalieri. Forse noi umili farmacisti rurali non siamo all’altezza?».
«La polemica tra noi si chiude qui – aggiunge il presidente Orlandi – e potrà riaprirsi solo nel momento in cui la dottoressa Fabrizio fosse in grado di documentare in maniera approfondita, dati e ricerche alla mano, le proprie ragioni, al momento non giustificabili. La nostra posizione è suffragata da ricerche, naturalmente aperte alla confutazione tramite altre ricerche, non con opinioni in libertà. Per la precisione, ricordo a Fabrizio che dovrà giustificare la spesa di 3,5 miliardi di euro che gli ospedali sostengono quasi completamente per la diretta e dimostrare in base a quale innovazione al momento sconosciuta al cittadino converrebbe rivolgersi ad una delle 140 Asl, rispetto che aver dispensato il farmaco dal proprio farmacista di fiducia, in una delle 17mila farmacie».
«Infine – conclude Alfredo Orlandi – ricordo che la legge assegna al cittadino il diritto di scegliere dove rivolgersi per il farmaco di cui ha bisogno. Pur rappresentando una parte, ci sforziamo sempre di mettere al centro del nostro agire l’interesse del cittadino. Non crediamo che lo smantellamento del sistema farmaceutico sarebbe un bene per gli italiani».