La distribuzione di farmaci tramite le farmacie è piu’ agevole per il malato e la sua famiglia e meno costosa per il SSN di quella effettuata tramite le strutture pubbliche. Controbatte cosi’ Annarosa Racca, presidente di Federfarma, all’osservazione del presidente SIFO, Laura Fabrizio, che in un comunicato stampa definisce “pretestuose” le polemiche in atto da piu’ parti contro la distribuzione diretta.
La realtà – prosegue Racca – è che sull’argomento si sta finalmente facendo chiarezza man mano che politici e amministratori locali possono esaminare i primi dati, resi disponibili dalle ASL, relativi ai costi della distribuzione diretta attuata negli ospedali e in altre strutture pubbliche, e confrontarli con il costo – monitorato da anni fino all’ultimo centesimo – della distribuzione in farmacia.
Dalla ricerca effettuata presso la ASL di Trieste– che ha individuato le strutture della ASL coinvolte nella distribuzione diretta; analizzato le attività svolte da ciascuna di tali strutture; quantificato i costi di personale e di gestione delle varie fasi operative come l’acquisto, la distribuzione, l’amministrazione, la gestione magazzino, ecc. – emerge che tutti questi costi vanno ad aggiungersi al costo di acquisto del farmaco e vanificano anche il vantaggio che la ASL ha di pagare i farmaci a un prezzo di gran lunga minore di quello pagato dalla farmacia.
Alla ASL di Trieste per esempio – ASL efficiente di una Regione con i conti in ordine – i costi sostenuti per distribuire nelle strutture pubbliche sono pari a circa il 30 per cento della spesa sostenuta dalla ASL stessa per l’acquisto dei farmaci. Cioe’ la distribuzione di una singola confezione è costata alla ASL mediamente circa 20 euro, cifra da aggiungere al costo di acquisto della confezione stessa. Questo significa che se la distribuzione dei farmaci acquistati dalla ASL fosse stata affidata alle farmacie con uno specifico compenso, la ASL avrebbe ottenuto un risparmio consistente.
Grazie alla disponibilità espressa da altre ASL di Regioni virtuose saranno presto effettuate ricerche analoghe che probabilmente daranno risultati simili.
La distribuzione in farmacia assicura innegabilmente al malato il vantaggio di trovare il farmaco in un maggior numero di punti distributivi e con orari di apertura più ampi; la stessa SIFO riconosce che la distribuzione nelle strutture pubbliche comporta disagi per il cittadino, pur definendoli “minimi”.
Alla parte pubblica assicura un monitoraggio preciso e tempestivo uguale a quello assicurato per i farmaci ceduti in regime di SSN. Ritengo – conclude Racca – che la distribuzione tramite le farmacie si riveli un vantaggio anche per la ASL stessa che, non più impegnata nella distribuzione del farmaco, puo’ concentrare le proprie risorse su attività di assistenza e vigilanza, a tutto beneficio dei malati.