Articolo 62, l’Antitrust spezza una lancia ma i problemi restano


russo_paolo-articolo 62-farmacieSmussa qualche spina a favore di farmacie e piccolo commercio ma lascia irrisolte gran parte delle criticità la bozza di regolamento approntata dall’Antitrust per vigilare sull’applicazione dell’articolo 62. La norma è quella del decreto “Salva-Italia” che fissa tempi di pagamento strettissimi (30 giorni per le merci deteriorabili e 60 per le altre) nelle transazioni commerciali della filiera agroalimentare, a tutela dei piccoli produttori. La materia dovrebbe essere estranea alle farmacie ma poiché integratori e altri parafarmaci (come latte in polvere e dietetici vari) rientrano nella vasta famiglia degli alimentari, l’articolo 62 vale per i titolari come per tutti gli altri esercizi del commercio.

Ed è una grana, perché il provvedimento – accoppiato al decreto attuativo dell’ottobre scorso – introduce nei rapporti tra operatori “rigidità” che nel caso delle farmacie si fanno fatica a capire: a parte i tempi di pagamento di cui s’è già detto, vale la pena ricordare l’obbligo di fissare sempre per iscritto le condizioni di vendita e l’impossibilità per il creditore di concedere dilazioni di pagamento, anche in caso di carenza di liquidità da parte del compratore. Sono condizioni che hanno senso quando i contratti riguardano la Gdo o grandi catene di vendita, ma per il mercato della farmacia – dove integratori e alimenti non rappresentano più dell’8% – queste rigidità diventano una zavorra burocratica e finanziaria.

Come detto, l’Antitrust una volta tanto sembra venire in aiuto dei titolari. Nella bozza di regolamento diffusa qualche giorno fa per normare l’attività di vigilanza affidatagli dall’articolo 62, infatti, il Garante scrive a chiare lettere che ricadono sotto la sua “attenzione” soltanto «le relazioni economiche tra gli operatori della filiera connotate da un significativo squilibrio nelle rispettive posizioni di forza commerciale». E’ un’indicazione che pare escludere i titolari dalla lente dell’Authority – perché è difficile che una farmacia possa avere la forza contrattuale per imporre condizioni-capestro ai suoi fornitori – ma non basta per dire che l’articolo 62 non li riguarda più: i pagamenti rimangono a 30 o 60 giorni e niente dilazioni.
Il regolamento dell’Antitrust dovrebbe essere approvato entro fine mese, ma la vera soluzione al problema va cercata altrove. Per cominciare, Federfarma è in contatto con le altre sigle del comparto alimentare (Confcommercio, Aipa, Confartigianato, Federalimentare) con l’obiettivo di avviare al momento opportuno una serie di iniziative dirette a richiamare sul tema l’attenzione del prossimo governo. E poi c’è la sponda della politica: a dicembre una mozione in commissione Agricoltura aveva proposto – senza esito – l’esclusione delle farmacie dall’ambito di applicazione dell’articolo 62. Una volta che le Camere avranno rinnovato i loro rappresentanti, il sindacato tornerà alla carica. (AS-Filodiretto)


Una risposta a “Articolo 62, l’Antitrust spezza una lancia ma i problemi restano”

  1. Intanto, in attesa che si abbia un Regolamento definitivo e che la questione sia più chiara, considerato che dalla bozza già si evince che particolari tipologie di relazioni economiche (tipo la nostra) non sono passibili di segnalazione, sarebbe opportuno che i fornitori della farmacie ATTENDANO prima di applicare l’articolo 62!!! Anche perché poi DOVRANNO RESTITURCI TUTTO CIÒ CHE HANNO INCASSATO INGIUSTAMENTE. Ma per fortuna che c’è ancora qualche Associazione “con le palle”:
    http://www.federfarmanapoli.it/index.php?option=com_content&view=article&id=615:circolare-alimenti-art-62&catid=25:farmacia-circolari&Itemid=78

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