A poco più di due settimane dal voto il palcoscenico della campagna elettorale è ancora una volta occupato, per dirla con le parole di Giuliano Ferrara che lo conosce bene, dallo “specialissimo venditore, l’unico dei piazzisti che da quasi vent’anni non colloca le sue merci sul marciapiede davanti alla stazione ma sul proscenio dell’opinione pubblica e della terza economia europea, che ha il coraggio di essere sempre uguale e a se stesso, un magico imbonitore nella terra di Machiavelli e del realismo politico”. Sembra di essere di fronte a quel vecchio attore comico, oramai in pensione, che sognando un ritorno di gloria, occupa, tra un atto e l’altro di un’opera lirica, il palcoscenico del teatro per raccontare barzellette con grande imbarazzo di tutto il teatro. Solo che Berlusconi con il suo modo di far politica, all’insegna di battute e improvvisazioni, da consumato attore comico qual’è, ha reso confusa e poco credibile tutta la campagna elettorale, con il risultato che l’elettore, dopo gli scandali della politica, la crisi economica e occupazionale che attanaglia le famiglie, non si fida più della politica, considerandola il male del Paese, senza alcuna distinzione. Azzerando con ciò responsabilità e anni di mal governo che hanno un nome ed un cognome: PDL-Berlusconi. Non si può accettare il qualunquismo populista che vorrebbe far credere che la “politica è sporca” o peggio ancora “i politici sono tutti uguali”.
Questa è la deriva voluta da Berlusconi, far credere che non può esserci una POLITICA per il “BENE COMUNE”, ma al contrario è bene che ognuno pensi a se stesso e dunque giù con rivendicazioni territoriali stile Lega, con la salvaguardia degli interessi particolari come nel caso delle corporazioni professionali, cosi da giustificare i suoi interessi personali anche se in contrasto con gli interessi generali del Paese. E’ a questo risultato che punta Berlusconi, per questo ha bisogno di irrompere nella discussione elettorale, per dirla con le parole di Ferrara, con la metafisica dell’impudenza ovvero il messaggio subliminale “pensa a te stesso”, non occuparti o preoccuparti dell’amministrazione della polis, perché a quello ci pensa il sottoscritto, come solo io so fare.
In questo quadro tutto è possibile, tutto si può raccontare e far credere: che si possa restituire l’IMU versata, che si possa approvare un condono tombale o che, come nel caso della farmacia, si possa “andare verso un modello più all’americana: chi vuole aprire una farmacia la realizza poi un’autorità fa un controllo a posteriori”. Ma davvero c’è qualcuno che può credere a tutte queste sciocchezze ? Su IMU e condono tombale non vale la pena spendere una parola, basta leggere i giornali economici italiani ed esteri per capire quanto l’abbia sparata grossa.
Quel che ci intriga di più è la questione della “libera farmacia”. Che avesse letto qualche articolo sul sito milanese Farmacialibera di Pietro Marino o che, cosa più improbabile, avesse ascoltato il sinuoso canto leccese di Vincenzo De Vito? No, crediamo che il “nostro” imbonitore stia raschiando il fondo del “barile elettorale” e che su consiglio degli strateghi della comunicazione, abbia voluto rispondere alle accuse che gli muovono i rivali Bersani e Monti di aver impedito nel 2012 le liberalizzazioni delle professioni, in particolare quella sulla farmacia.
Una proposta, quest’ultima, che i titolari di farmacia presenti nelle liste del PDL, a cominciare da D’Ambrosio Lettieri, ma anche dalla Presidente di Federfarma, non hanno preso sul serio, consapevoli come sono che pur sempre di una promessa da marinaio si tratta e dunque di che preoccuparsi. Finite le elezioni si salpa verso un nuovo porto, nuove promesse e vecchi alleati: i titolari di farmacia. Vi sembra che Federfarma e FOFI si siano strappate le vesti dopo l’uscita di Berlusconi ? Per dirla con le parole del vice presidente FOFI – D’Ambrosio Lettieri “Il programma del Pdl sulla farmacia italiana è noto e per comprenderne il contenuto di dettaglio non è necessario affaticarsi in interpretazioni di comunicati e dichiarazioni: è tutto scritto in atti parlamentari e provvedimenti legislativi, cosi come deve essere chiaro che la farmacia deve essere considerata un presidio socio-sanitario assistenziale, capillare sul territorio e che deve essere bandita ogni ipotesi di doppio canale che metterebbe in competizione modelli economico-gestionali squilibrati a beneficio delle logiche di profitto”.
Nel nostro caso, in quanto farmacisti, siano essi titolari di parafarmacia oppure farmacisti non titolari, riteniamo sia indispensabile spezzare quei legami corporativi che da sempre fanno gli interessi di una esigua minoranza, per offrire ai farmacisti una nuova occasione per esprimere la professione: la farmacia non convenzionata. Una proposta che, questa si è nel programma del segretario del PD Pierluigi Bersani prossimo Presidente del Consiglio, potrà portare nella professione nuovi orizzonti e occasioni vere di accesso alla professione.
Massimo Brunetti
Segretario Nazionale
Associazione Nazionale Parafarmacie Italiane – ANPI