Con le sigarette elettroniche lo Stato perderà quasi 3 miliardi di euro. Il costo di una nuova manovra!
E’ del 4 febbraio la notizia di un maxi sequestro di sigarette elettroniche nelle Marche. Il sequestro operato dalla Guardia di Finanza si riferisce alla mancanza di chiare indicazioni sulla confezione in merito alla composizione e alla provenienza del prodotto.
Quindi una giusta misura contro la violazione dell’etichettatura che costituisce un diritto inalienabile del consumatore ottenuto dopo molte battaglie che abbiamo fatto negli anni passati. Del resto anche l’indagine aperta dalla Procura torinese si riferisce alla mancanza di indicazioni chiare sulle confezioni, ed al rischio che, in mancanza di queste indicazioni, possa esserci un uso distorto del prodotto ed una assunzione eccessiva di nicotina. Va però detto che le sigarette elettroniche a ricarica liquida permettono la scelta personalizzata da parte del fumatore rispetto alla quantità di nicotina da assumere, anche a livello zero.
Però da molte parti si levano inviti a vietarle perché nocive o non utili. Si dice che in alcuni stati esteri sono già state vietate, ma non si conoscono le ragioni per le quali sono state vietate. In realtà il problema potrebbe essere diverso da quel che appare, e potrebbe essere semplicemente un problema economico. Infatti già oltre 400mila fumatori italiani hanno deciso di rinunciare definitivamente alle sigarette per passare a quelle elettroniche. Le previsioni dicono che, entro la fine del 2013, diventeranno oltre 2 milioni gli ex fumatori tradizionali e neo elettrofumatori.
Le multinazionali del tabacco, i tabaccai e i Monopoli di Stato cominciano a preoccuparsi seriamente. Meno i consumatori, che stanno scegliendo questa strada sia per ragioni di salute sia economiche. La crisi incide anche in questo settore. Una sigaretta elettronica costa tra i 25 e i 30 euro e le ricariche piccoline 5 euro, e durano una settimana per un buon fumatore. Cinque euro contro i 35 di chi continua ad acquistare le sigarette tradizionali. E 30 euro in meno a settimana, significano 1.500 euro all’anno di risparmio, che non è male. Poi la sigaretta elettronica si può fumare in aereo e al ristornate, non inquina e non dà fastidio agli altri.
Se si fanno due conti però per l’erario si prospetta una riduzione delle entrate molto consistente. Infatti su un pacchetto di sigarette da 5 euro (questo il costo medio) lo Stato incassa circa 0,88 euro di Iva e 2,93 euro di accise, per un totale di 3,80 euro. Se si considera che in media il consumo è di un pacchetto al giorno e i consumatori che si sono convertiti alle sigarette elettroniche come abbiamo visto sono già 400 mila, in un anno lo Stato ci ha rimesso oltre 535 milioni di euro. Se nel 2013 i fumatori elettronici divenissero 2 milioni, come si prevede, la perdita per lo Stato sarebbe di oltre 2 miliardi e 670 milioni di euro.
Metà delle entrate che lo Stato ha avuto dall’Imu prima casa, per dare un’idea. Anche i produttori di sigarette e i tabaccai avrebbero ovviamente un forte calo, circa 850 milioni gli incassi in meno in un anno se il calo dei fumatori tradizionali fosse appunto di 2 milioni di consumatori. Io non sono un fumatore, però da quello che mi dicono i fumatori che hanno fatto questa scelta, non si è riscontrato nessun problema di salute e mi dicono che, essendoci minori additivi, carta e catrame inclusi che si trovano nelle sigarette tradizionali, dovrebbero essere logicamente meno nocive.
Ma le lobby si sono subito scatenate. Prima si è cercato di farle passare come un prodotto medicale, da vendersi solo in farmacia. Poi sono partite le denunce di tossicità e di rischi per la salute. Credo che da parte dell’antitrust sarebbe ora doveroso aprire una indagine per verificare che non si stia cercando di bloccare un prodotto competitivo, per difendere i monopoli, privati e di Stato. Questo si sarebbe un grave danno ai consumatori.
Nel bilancio pero’ vanno messi non solo i soldi non guadagnati dallo Sato come accise e tasse ma anche qyelli non spesi in cure,ospedali e malattie polmonari.
Credo che alla fine il bilancio sia positivo
LA differenza tra acquistare una sigaretta elettronica rispettivamente in farmacia e in un negozio apposito:
– nella farmacia non ci sono interessi a far fumare la sigaretta alla persona vita natural durante e il farmacista accorto come sa vietare certi farmaci senza la ricetta sa anche consigliare alla persona di non smettere completamente e di colpo di fumare ma di ridurre lentamente il numero di sigarette giornaliero, aiutandosi con l’uso della sigaretta elettronica, meglio se senza nicotina. Per questo le farmacie spesso vendono esclusivamente sigarette prive di nicotina, e quelle con i filtri non sono compatibili con la nicotina acquistabile fuori. Quelle a liquido invece si prestano ad un uso qualsiasi, in teoria anche della cannabis o altre droghe leggere (solo per dire, così come uno potrebbe ingurgitare un’intera confezione di moment in una volta..)
– in u nnegozio di sigarette elettroniche o in un tabaccaio, non ci sono molti interessi a far smettere, ma solo a far dirottare le persone su un nuovo elemento di consumo. Per questo quasi sempre si tratta di liquidi e filtri contenenti nicotina, tra l’altro che non sono soggetti a controlli stretti come quelli delle farmacie trattandosi di prodotti da tabacco, e si passa solamente dal fumare le sigarette con nicotina ad assumere nicotina con un congegno elettronico. Il tutto passa per salutare affermando che basti eliminare il solo catrame e anidride carbonica per avere benefici ai polmoni. E questa è pure pubblicità ingannevole.
Ahahahha..la philip morris che denuncia la sigaretta elettronica per danni alla salute e’ la cosa piu’ comica, ridicola e demente del 21 secolo!!! ahahahahaaaa
Nel bilancio vogliamo mettere anche che questo settore sta dando lavoro a migliaia di persone che altrimenti sarebbero a ricasco dello stato con disoccupazione e quant’altro.. in un momento di crisi così importante non mi sembra argomento da sottovalutare!
io dico che la logica mi ports a pensare che tutte queste strrili polemiche sulla sigaretta elettronica non portino che a dedurre che le aziende produttrici hanno imboccato la strada giusta!!.ma scusate voi avete mai visto un tabagista incallito che si accinge a comprare un pacco di marlboro rosse, fracassare le palle sl tabaccaio con miriadi di domande circa la scontata dannositá del prodotto che da li a poco si respireranno? ? sapete che nelle sigarette tradizionali sono contenute 4000 sostanze tossiche di cui 60 dichiaratamente cancerogene??? a rigor di logica , una sigaretta elettronica che al suo interni ha
glicole propilenico fu, glicerolo fu, acqua, ,aromi, nicotina. i primi dono presenti nella stragrande maggioranza degli alimenti che quotidianamente asdumete, brioches, formaggi molli, ecc ecc, la nicotins è indubbiamente tossica fa indidcutibilmente male, ma non mi risulta sia dichiarata cancerogena a guardar bene, le dolenacee la vontengono in una certa misura (peperoni, melanxane, ) concluderei ficendo che forse fará male, ma sicuramente meno delle sigarette tradizionali.per il resto confido nel buon senso delle persone comuni che sanno scindere interessi di lobby da veritá tangibili.
La salute delle persone non vale proprio nulla… Facciamo una bella legge per cui le sigarette elettroniche possano essere vendute esclusivamente sull’ Everest e apriamo tante belle tabaccherie nelle scuole… che ne dite? Così lo Stato è felice!!