Una lettera piuttosto inaspettata di Oscar Giannino, leader di “Fare per Fermare il Declino”, e rivolta ai titolari di parafarmacie, è arrivata stamani a tutte le redazioni dei giornali del settore. Giannino dopo aver spiegato le sue ragioni nell’incontro con Federfarma ha voluto spiegare meglio le sue idee, mettendo nero su bianco l’importanza della parafarmacia nella sua visione della filiera del farmaco. Giannino non si nasconde e di esprime chiaramente anche a rischio di diventare impopolare. Citiamo fedelmente:
Cari amici Farmacisti titolari di Parafarmacia,
La vostra presenza qui, oggi, è la testimonianza che in questo paese ci sono ancora motivi di speranza, opportunità di
crescita. È la dimostrazione che non è vero che le cose non possono cambiare: le cose possono cambiare, e se solo si apre uno spiraglio alla concorrenza, cambiano con conseguenze clamorose. Ma è anche la prova che qualunque cambiamento è fragile e, se incompleto, mette poi a repentaglio i suoi stessi figli.
Le parafarmacie sono un elemento di sviluppo forte per il nostro paese. È bastata una legge – che, tecnicamente, non era altro che una forma di deregolamentazione, in quanto rimuoveva dei vincoli ingiustificati – perché si creassero
rapidamente oltre 4.000 piccole aziende con più di 8.000 addetti, tutti laureati in farmacia. E tutto ciò nonostante le
enormi difficoltà che qualunque realtà imprenditoriale debba affrontare in Italia: il fisco, la Pubblica Amministrazione,
ecc. Come sempre accade, la concorrenza ha prodotto opportunità imprenditoriali che hanno dato reddito e soddisfazione a molte persone che hanno potuto mettere così a frutto i loro investimenti in capitale umano, i loro studi; e, nel farlo, ha distribuito benefici ai consumatori, determinando una riduzione del prezzo dei farmaci liberalizzati dell’ordine del 15%. Poi, però, il percorso si è inceppato: il centrosinistra non ha saputo portarlo avanti; il centrodestra non ha voluto; e il governo Monti non ha né saputo, né, al di là dei proclami, voluto. Ormai molti sembrano essersene dimenticati, e quelli che se ne ricordano lo fanno quasi con fastidio. Noi di Fare per Fermare il declino crediamo invece che la vostra esperienza vada presa a esempio, valorizzata e portata fino in fondo. Crediamo, in particolare, che si debba arrivare alla logica conclusione, liberalizzando integralmente i farmaci di fascia C e consentendone la vendita in tutti gli esercizi che siano presidiati da un farmacista laureato. La concorrenza, che ha funzionato coi farmaci da banco, funzionerà anche con le specialità soggette a prescrizione: il farmacista titolare di parafarmacia si è laureato nelle stesse università del farmacista convenzionato, ha superato gli stessi esami, e probabilmente ha avuto il coraggio di rischiare di più. Non esiste alcuna ragione al mondo per cui questi due individui simili in tutto – nella formazione, nel camice che indossano, nella cura con cui gestiscono la loro attività, nell’attenzione con cui informano i consumatori – debbano essere trattati in modo diverso. Come alcuni di voi sanno, nella mia vita professionale ho cercato di dare spazio alle esigenze vostre e, più in generale, di tutte quelle categorie di outsider che bussano alla porta del mercato e che solo le liberalizzazioni possono lasciare esprimere. Lo stesso hanno fatto molti dei nostri candidati tra cui, in particolare, Riccardo Gallo, capolista di Fare per Fermare il declino nel Lazio, che come economista, come commentatore e come cittadino si è sempre battuto per avere più concorrenza anche nel vostro settore.
Vi faccio un grande in bocca al lupo e, assieme, una promessa. Non la solita promessa da politico, non qualcosa che non posso mantenere: vi prometto di continuare a fare quello che ho e abbiamo fatto. Prestare la massima attenzione alle esigenze degli outsider, e cercare in ogni modo di scacciare, con la luce della concorrenza, l’ombra delle rendite.
Home Governo e Parlamento Lettera di Giannino alle parafarmacie: “Le parafarmacie sono un elemento di sviluppo...
Dalle mie parti da bambini avremmo detto: è scemo o mangia i sassi?
le para sono un elemento di sviluppo forte? Si è creato qualche posto in più (non certo 8000 se iniziamo a considerare i posti persi in farmacia e non so se ci siano effettivamente 4000 para aperte) ma lui pensa veramente che l’Italia si sviluppa se si vendono più medicine?
Sulla fascia C si possono fare sconti, ma non c’è un’azienda che ancora abbia provato a conquistare quote di mercato migliorando la scontistica alle farmacie. Cambierà qualcosa con l’uscita della fascia C? Ne dubito, forse qualche sconto del 10-15% su prodotti civetta. Quello della fascia C è un mercato per forza chiuso, visto che dipende dalle ricette dei medici, crede Giannino che cambi qualcosa aumentando i punti vendita?
E comunque i farmaci andrebbero a tutti gli esercizi presidiati da un farmacista: quindi GDO sicuramente, ma non è chiaro se secondo lui anche una tabaccheria con farmacista li potrà vendere. Se poi la GDO spazzerà le para cosa ci vuoi fare? E’ il mercato.
Quello che interessa a Giannino sono le liberalizzazioni, la concorrenza, i campi in cui applicarla per lui sono tutti uguali, salumi e medicine non sono diversi per lui.
Non mi si è abbassata la stima verso Giannino solo perchè era già a zero.
Non ci sono posti persi in farmacia, tutto e’ uguale a prima. La disoccupazione c’era anche prima e forse con la crisi ed il taglio del valore della ricetta si e’ perso qualche posto di magazziniere al banco.
E poi si sono creati (se non vogliamo negare anche l’evidenza e sfregiare l’intelligenza di chi legge, almeno 4000 nuovi posti…se ci mettiamo almeno un farmacista ad esercizio. Ma nei corner ce ne vanno anche di piu’. Io dico che tra aperture e chiusure e le diverse tipologie di esercizio, un numero ragionevole di posti creati e’ circa 6000. Altro che nuove farmacie da aprire…..e tutti farmacisti che erano a spasso.
Una precisazione per aiutare la comprenzione di Enrico: Giannino per elemento di sviluppo forte intende le aperture di aziende ( nel particolare le parafarmacie) non l’aumento dei volumi di vendita del farmaco. E per fare cio’ si e’ dovuto di conseguenza deregolamentare a causa della imperterrita chiusura delle rendite di posizione dei titolari di farmacia.
In generale quel che dice Giannino e’ piuttosto condivisibile, d’altronde sono cose gia’ risapute da tempo.
allora se chiudessero i supermercati e ogni ex-dipendente Coop aprisse un negozio avremmo uno sviluppo megagalattico?
scusa, ti è sfuggita la faccenda che dove c’è un farmacista al banco praticamente si può fare una FNC (non importa chi sia il padrone) o sei d’accordo con lui anche su quello?
Alla prima domanda ti rispondo che se avessero i soldi, i dipendenti Coop, gia’ potrebbero aprirsi ognuno di loro un supermercato…la legge non lo vieta. Ma non vedo cosa c’entri con i nostri discorsi.
Lo sviluppo c’è se cresce il PIL, se crescono i fatturati, secondo le teorie economiche care ai Giannino di turno. In Borsa le azioni di un’azienda crescono se questa effettua tagli sul personale.
Quando si è a caccia di voti si dice quel che serve, passate le elezioni…
Giannino è amico di Renzi e di Zingales, economista molto apprezzato dalla destra USA…
La seconda, e’ proprio il punto che non concordo. La FNC, diversamente dalle parafarmacie, dovrebbero avere esclusiva titolarita’ per un farmacista che non sia gia’ proprietario o socio di farmacia. Lo abbiamo auspicato tante volte, ma nessuno ha voluto capirci. A questo punto se la fascia C viene liberalizzata, tutti gli esercizi di vicinato abilitati alla vendita della ”C” potranno chiamarsi Farmacie non convenzionate, nulla lo impedisce e non e’ certo colpa nostra..
Vorresti la liberalizzazione ma non vorresti confrontarti con soggetti economici molto più grossi di te.
Ma i politici che sostengono le liberalizzazioni non la pensano così. Ho letto un file di wikileaks relativo ai tempi delle lenzuolate: l’ambasciatore USA riferiva dei suoi colloqui con Bersani e dei suoi scopi con le medesime. Istruttivo, molto istruttivo. Se ho tempo e lo ritrovo te lo giro.
I reports spionistici non e’ che mi interessino particolarmente, poiche’ c’era un presidente di Federfarma che dichiarava apertamente in un intervista seguita da tutti, che il suo lavoro di Lobby consisteva nel pagare i politici (quali non lo disse, ma lo possiamo immaginare)…”per evitare che ci fossero dei problemi per gli iscritti”…Tradotto: che la politica non prendesse provvedimenti a danno delle farmacie. Qua non c’è bisogno di leggersi niente di segreto e’ ovvio alla luce del sole il perche’ e come FederFofi e’ riuscita a mantenere lo status quo per oltre cento anni. I tempi cambiano e non vi volete ancora aprire al nuovo.
La conseguenza e’ che i cambiamenti finite per subirli.
La FNC non serve per evitare lo scontro commerciale. Il contrario: oltre a seguire una logica di liberta’ professionale per i farmacisti che non esiste con il sistema farmacia, rappresenta anche un modo per apportare concorrenza( poca o molta, comunque e’ concorrenza). Gli esercizi di vicinato sono nati per questo…ricordate?
Io poi non ho esigenze distruttive contro i titolari, nonostante i loro inutili tentativi di eliminarci, se non ci concedono la liberta’ professionale, vanno bene anche le liberalizzazioni ed ognuno per la propria strada. Voi vi fate la vostra pianta organica, concorsi ventennali, quorum a 10000, magazzinieri al banco e quant’altro. Noi ci facciamo la nostra FNC e che Dio vi benedica.
Gentile Enrico,ti informo che in Europa e Usa è successo spesso che le fabbriche che stavano per chiudere siano state acquisite dagli ex dipendenti e ora vanno benissimo, visto che a chi ha grossi capitali interessa guadagnare con la finanza e non certo con il lavoro, che è diventato purtroppo obsoleto, tant’è che sul lavoro non investe più nessuno, noi che ti piaccia o no siamo stati l’unica piccola realtà a creare piccoli lavori, ma li abbiamo creati,tra gente come te che “non vuole capire” e mille difficoltà e bastoni tra le ruote di tutti i tipi, non è uno sviluppo? e quale è oggi uno sviluppo?sul lavoro non investe più nessuno, io sono orgogliosa di quello che stiamo facendo,e non per fare risparmiare al cliente qualche euro, tanto si sa che a noi sconti non ne fanno,ma perchè lavoriamo e facciamo lavorare e siamo una forza POSITIVA.anche se piccola, spero che ci facciano crescere , che è la cosa più difficile di questo paese e non solo perchè siamo parafarmacie ma perchè il sistema Italia certo non lo facilita.
Gentile Maria,
casi simili si sono avuti anche in Italia ed in Argentina.
Il problema è che i politici che tu speri vi facciano crescere, sono interessati a voi solo marginalmente.
Monti, Bersani Giannino stravedono tutti per i consumatori e per le grandi aziende. Favoriranno la Maria consumatrice cercando di ottenerle i prezzi più bassi possibile, ma stroncheranno la Maria lavoratrice perchè la Maria consumatrice è più importante.
Scusa, dimenticavo.
Non siete stati gli unici, altri si sono inventati un lavoro.
Siete gli unici a cui danno risalto perchè servite a scardinare il settore del farmaco.
Il Presidente della mia Cooperativa ancora prima delle lenzuolate una sera disse: il mercato del farmaco fattura X, è una cifra che fa gola a molti, nei prossimi anni aspettatevi di tutto.
non siamo gli unici e poi non ci danno tutto questo risalto, e il tuo presidente della tua Coop(le pagano le tasse le Coop dei farmaci?) non ti ha rivelato il terzo segreto di Fatima, a noi delle para non “ci fa gola il mercato del farmaco” semplicemente siamo abilitati a venderlo e lo vogliamo fare, è un nostro sacrosanto diritto, forse tra poco ce lo dirà anche la Corte Costituzionale o quella di Giustizia europea.Saluti
no , le tasse le evadono perchè i farmaci se li procurano rubando i TIR
Mi chiedevo se eri la stessa maria che non riesce a scrivere un commento senza esseere offensiva. Ora lo so
Ma il farmaco non e’ di vostra proprieta’ e neanche la professione. Vi siete fortemente convinti di questa cosa ed avete cercato di convincere pure gli altri. Ma l’unico legame vero, reale ed etico e’ quello farmaco-farmacista…ovvero dove si dispensa un farmaco lì ci dovra’ sempre essere presente un farmacista col suo atto professionale: punto!(ovunque, dentro o fuori la farmacia).
Sono titolare di farmacia … tutti i politici fanno solo dichiarazioni per accapararsi i voti e promettere ai poveri ragazzi che si sono indebitati per aprire una parafarmacia ….
la realtà dei fatti e totalamente diversa …. non esiste liberalizzare il sistema farmacia o parafarmacia se abbiamo i prezzi di acquisto della fascia C bloccati alla fonte.
cosa caspita dobbiamo scontare se abbiamo lo sconto legge e ci paghiamo anche le tasse ..????
siamo messi in una brutta posizione da un lato le asl ci tagliano tutti gli introiti farmaci alto costo , ossigeno , presidi diabeti e integrative ( dope eroghiamo in perdita), pagano in ritardo ma noi dobbiamo cmq pagare fornitori dipendenti e tasse e contributi, dall’atro fronte ci sono i politicanti come giannino e bersani che non sanno neanche di quello che parlano .
Quest’anno le farmacie in italia hanno perso piu del 10 % del fatturato . le parafarmacie sono sul lastrico..
siamo tra due fuochi da un lato il governo pretende servizi gratuiti e tagli costanti sui margini , però dimenticano che noi non siamo dipendenti asl e che siamo imprenditori che investiamo i nostri capitali ……
dall’altro lato siamo schiacciati da farmaindustria che continua ad alzare i prezzi e ad accorciare i pagamenti .
Lo scorso 14 dicembre il nostro ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, è volato a Washington ad incontrare il suo pari grado, Tim Geithner, e «investitori» finanziari non meglio identificati. Ad essi, secondo Il Corriere, Grilli ha spiegato il piano del governo Monti per ridurre un poco il debito pubblico, che Monti ha continuato a far salire rispetto al PIL, inarrestabile. Il calo del PIL (e non le tasse, secondo Grilli) ha fatto sì che esso si divaricasse dal debito: quello scende e, per forza, questo sale. La soluzione è aumentare il PIL «nominale», cioè quello reale più l’inflazione (che è al 2%, secondo loro), per far convergere le due entità. Come fare? Tranquilli, ha detto Grilli ai finanzieri esteri:
«Il continuo aumento della disoccupazione spinge chi cerca un posto ad accettare compensi sempre minori pur di lavorare, ridando così un po’ di competitività di prezzo alle imprese». Le imprese italiane potranno dunque «ridurre i costi… del lavoro» (Il Tesoro e la via anti-debito).
Ecco dunque il progetto di «rilancio» e «crescita» di Monti (e di Bersani poi, per cui Monti è «un punto di non ritorno»): nessuna liberazione delle imprese dallo strangolamento della burocrazia pletorica inadempiente, nessun taglio ai «costi della politica»; niente blocco degli statali e dei loro stipendi, già il 15% superiori a quelli privati; niente fiscalità che non sia persecutrice di chi produce, nessun taglio agli statali di lusso con stipendi miliardari. Quello che vuol ridurre, il governo, sono i salari privati, ossia di quelli che producono, non dei parassiti. Mettendo in competizione gli occupati con i disoccupati, costretti ad «accettare compensi sempre minori». (maurizio blondet)
quello di cui sopra si chiama “svalutazione interna”, e Fassina lo sa molto bene, in quanto lo ha affermato + volte: qs è il risultato dell’adozione della moneta unica e potrei continuare a lungo sugli effetti devastanti della svalutazione interna. ma in parlamento vi è il PUD€ e il pdl ogni tanto parla di qs problema, ma senza sapere di cosa parla, mentre Bersani lo sa benissimo:
“È esattamente quel che ha assicurato Bersani, voglioso di accreditarsi sul piano internazionale, al Financial times. «Io ho contribuito a far sì che l’Italia adottasse l’euro, io sono il segretario generale del partito italiano più favorevole all’Europa, e io ho sostenuto tutte le politiche e le riforme che l’Europa ci ha chiesto di adottare nel corso degli anni». – «Vogliamo accelerare il processo di integrazione come rimedio per combattere la recessione che sta colpendo l’intera Europa. Sinora abbiamo fatto alcuni passi in avanti importanti ma dobbiamo fare di più». Bersani respinge la posizione populista e anti-tedesca assunta da Berlusconi. – «Non litigherò con la Germania. Io voglio che l’Italia abbia una seria, franca e amichevole relazione con la Germania basata su argomentazioni razionali e realistiche» ha detto Bersani. «Infatti io concordo con molte delle critiche che la Germania rivolge a paesi come l’Italia perché sono le stesse critiche che io ho rivolto a Berlusconi». (Montepaschi sorvolando). In sostanza, Bersani s’è detto a favore addirittura di un indurimento del fiscal compact, che impegna a tagli di spesa pubblica obbligatori da 50 miliardi l’anno per 20 anni, dunque ad ulteriore stretta di cinghia e tassazione. Ed è a favore del commissario europeo a cui dovremmo far vedere il bilancio, per approvazione, prima di porlo al voto in Parlamento. È vero che un parlamento con Carfagne, Brambille e Scilipoti e segretarie di Rutelli e cognati di Casini, si merita di essere esautorato. Ma allora perchè lo paghiamo? (maurzio blondet)
Per rosario,ti vedo troppo convinto.e se bersani non vince?e se non si pagano gli avvocati per questo ricorso?poi che farai?continuerai a dire che campi con la para?io mi preoccuperai al posto vostro
x Luca. vent’anni fa all’uscita dall’universita’, fresco laureato, mi presentai baldanzoso e pieno di speranze nella prima delle numerosissime farmacie che avrei negli anni visitato di persona per mendicare un lavoro da professionista del farmaco. Presentatomi al titolare gli chiesi se avesse bisogno di un farmacista(intanto c’era un magazziniere al banco a servire i clienti) e se avessi potuto lasciare un curriculum. Mi rispose che non avevano bisogno di personale. Un po’deluso dall’aver scoperto che i sondaggi, che da sempre ci venivano propinati sul farmacista che trova subito lavoro, non erano rispondenti alla realta’, feci per andare via, ma pensai di lasciare comunque un bigliettino da visita a testimonianza della mia disponibilita’ a lavorare, qualora ci fosse stata in futuro necessita’ per la farmacia. Il titolare mi disse che il biglietto da visita potevo tenermelo così avrei risparmiato sul costo dei tanti bigliettini che avrei dovuto distribuire in futuro. Quello fu il primo approccio al lavoro di dipendente non figlio di titolare di farmacia. Solo l’avvisaglia della triste realta’ che si sarebbe ancor piu’ materializzata negli anni a venire distruggendo del tutto il mondo non agiato ma sereno e felice in cui i miei genitori mi avevano fatto vivere e studiare. Da allora di farmacie e titolari ne ho conosciuti molti, ho fatto la vera gavetta prestando servizio nelle zone piu’ socialmente disagiate. In sedici anni da farmacista in farmacie di battaglia di mezza Italia, ben nove di seguito fatti come notturnista. Le farmacie da milioni di euro completamente affidate a me solo, unico responsabile ed a porte aperte fino a notte fonda e fino al mattino successivo.
Stazione centrale di Napoli, quartieri Spagnoli, Secondigliano/Scampia e poi via via in altre venti o trenta farmacie diverse di mezza Italia sempre a cercare lavoro dopo averlo perso…mai fermarsi.
Oramai dopo altri quattro di gestione della mia para ho raggiunto una consapevolezza di esperienze che mi fa vedere quel primo titolare di tanti anni fa come una figura da compatire, quasi mitologica, mezzo uomo, mezzo farmacista chiuso nella propria visione di chi vede il bicchiere mezzo vuoto della propria esistenza, che pero’ val la pena di tramandare anche alla progenie, che non avranno l’affanno di chiedersi il ”perchè”.
Per questo dico che le ”preoccupazioni” di cui parla Luca sono da sempre il pane quotidiano di coloro che come me sono abituati a non avere regali dalla vita.
il problema che quella NON è la sola realtà in qunato per quello che posso conoscere nella mia realtà abbastanza ampia da un punto di vista logistico
1) i magazznieri al banco nn vi sono
2) le farmacie hanno tutte un numero di dipendenti che è consono con il lavoro nella stessa. quindi il singolo lasciato in balia della propria gestione è una realtà che qui nn esiste
Non si lascia mai niente in balia…tutto e’ ”consono” in qualsiasi parte d’Italia, caro Barbarigo, ed e’ calcolato in base alla massima convenienza di affidare il lavoro a pochi od uno soltanto capace di gestire in periodi limitati, come il notturno, qualsiasi problematica legata al tenere la fila davanti e risolvere qualsiasi problematica farmaceutica e non tutto da solo. L’esperienza non si fa dormendo su una brandina mentre si svolge un turno di una tranquilla provincia italiana.
Io poi ho girato parecchio e penso di non poter essere smentito su cio’ che dico..un giorno ci faremo un tour tutti quanti per verificare cio’ che voi piccoli titolari stentate a credere possa succedere fuori dal vostro mondo antico.
poi mi presenti qs barbarigo.
facciamoci un giro insieme, allora: io sono convinto delle mie tesi, almeno nella mia provincia, tu 6 convinto delle tue, e quindi vedremo chi ha ragione, magari entrambi, quindi anche la mia riflessione sarà corretta
Poi sarebbe utile sapere anche qul’è la tua provincia almeno per la coerenza delle affermazioni, ma se abbiamo ragione entrambi non e’ così importante, infatti se diamo ragione a chi ha detto che ”l’eccezione puo’ confermare la regola”, allora e’ meglio che ci mettiamo a tavolino per eliminare la regola anziche’ far valere l’eccezione facendo finta che quella regola non esisti.
nord
per me è ok, io affermo solo che nella mia esperienza i titolaari sono diversi da come li dipingi tu; affermo solo che esiste una realtà diversa dalla tua, quanto % rilevante? secondo me maggiore della tua.
P.S. ”Piccoli”, nel senso di titolari di farmacie di piccolo giro, in confronto a quelle cittadine multimilionarie…senza voler sminuire nessuno, naturalmente.
Ah rosario.ora capisco il tuo odio da dove deriva.ma non bisogna generalizzare
E chi generalizza! Oggi ho diversi titolari di farmacia ex datori di lavoro (e non) con cui ho un ottimo rapporto di amicizia. Sanno della mia scelta come titolare di para e per questo ci rispettiamo a vicenda. Con voi altri(alcuni altri che scrivono su vari forum e siti di farmacisti titolari) invece questo reciproco rispetto non si puo’ avere, anche se poi mi sto confrontando con dei ”nickname” e non so fino a che punto ha valore cio’ che scrivo. Magari lo ha solo per lo spettatore che legge e si vuole semplicemente informare sul mondo dei farmacisti…