Sentiamo spesso parlare di Farmacia dei servizi, di innovazioni tecnologiche e di modernizzazioni varie ma per ora non più del 3% dei titolari di farmacia offrono ai loro clienti servizi come: analisi della vista e del fondo oculare, test dello stress ossidativo, o esame spirometrico. Il dato non è ancora assoluto, visto che manca ancora all’appello un buon numero di farmacie ma gli esperti assicurano che il risultato finale dell’indagine non si scosterà molto da questa percentuale. Lo studio è stato promosso da Federfarma in collaborazione con Gsk. Giancarlo Nadin, coordinatore scientifico della ricerca e docente di marketing all’Università Cattolica di Milano ha dichiarato: “Probabilmente si tratta di servizi innovativi che comportano un impegno non indifferente per il titolare e che il paziente non è abituato a richiedere in farmacia. Come dice anche Federfarma questo è il futuro, si tratta di andare incontro alla domanda del pubblico e presidiare ancora meglio il territorio: si pensi alla spirometria a fronte della crescente incidenza di affezioni e patologie dell’apparato respiratorio. Bene fa il sindacato titolari a insistere perché questi servizi vengano erogati in regime di rimborso ma c’è già una domanda privata che merita di essere presa in considerazione. Una farmacia di medie dimensioni per stare in piedi deve produrre mediamente un fatturato di 160 euro all’ora In Inghilterra, dove la farmacia dei servizi è un’esperienza ormai radicata, ogni singolo Mur (la consulenza al paziente per l’aderenza alle terapia, Ndr), viene retribuito con 35 euro e prende circa un’ora di lavoro. I servizi, oltre a rispondere a un’esigenza sempre più diffusa, integrano il fatturato della farmacia”. Il tre per cento è davvero poco, sopratutto se si considera il fatto che sono anni che sentiamo parlare di questa famigerata “farmacia dei servizi”. Chi volesse rendere più accurata l’indagine può rispondere al questionario che troverete nella home del sito di Federfarma.
Una risposta a “Farmacia dei Servizi: ma dove?”
La farmacia di primo soccorso e’ quella che puo’ salvare il ruolo del farmacista nel futuro.
Aumentare le competenze dei farmacisti in modo che il paziente/cliente debba ”sentire” che la farmacia e’ un presidio di prima accoglienza e luogo di ”rimedio”(non solo di approvviggionamento medicinali) di piccole patologie. Semplice infermieristica, primo soccorso e farmacista prescrittivo su ricetta RR (non SSN), limitatamente ad un range di piccole patologie. Corsi universitari aggiornati.
Oppure continuare con la farmacia ”dei servizi”…fate vobis