I pannicelli caldi nel settore farmaceutico

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informatore-scientifico-del-farmacoCari colleghi, amici e lettori di questo sito, salve.

In questi ultimi 15 giorni i siti specializzati del nostro settore sono pieni di articoli che riguardano sempre più da vicino l’industria farmaceutica nei suoi aspetti più peculiari, quali gli scontri fra farmaci branded e generici, quelli fra biologici e non ed in particolar modo la lente dell’informazione e delle autorità si è soffermata su due aspetti che ci riguardano da vicino:

– Il sistema di conflitto d’interessi, le tangenti ed il lobbismo che gonfiano la spesa farmaceutica

– Industria farmaceutica: la reputazione precipita nel 2012

Entrambi questi aspetti, hanno trovato grande attenzione da parte del mondo giornalistico e tv. I due articoli infatti sono stati pubblicati da Aboutpharma il 15 gennaio 2013 ,mentre quello sul sistema della lobby farmaceutica è un articolo tratto dalla Repubblica del 29 gennaio 2013.

Alcuni passaggi sarebbero in grado di far venire il sudore freddo anche al più gelido e controllato bounty killer, eppure i grandi papaveri dell’industria farmaceutica proseguono giornalmente tramite i loro comunicati stampa ad ammorbare il pubblico e gli addetti ai lavori con litanie fuori luogo e che dimostrano di non aver compreso quali sono i veri problemi da affrontare e come risolverli.

Vediamone assieme alcuni:

“L’indagine riporta le impressioni di 600 gruppi di pazienti, intervistati su credibilità, affidabilità e reputazione in genere di 29 case farmaceutiche specificamente individuate, ma anche del comparto nel suo complesso. Solo il 34% dei gruppi di pazienti intervistati nel 2012 ha definito la reputazione dell’industria farmaceutica “eccellente” o “buona” (rispetto al 42% del 2011: – 8% in un solo anno). (n.d.r. Per la cronaca il 68 % dei pazienti ha una visione negativa. Cioè 7 su 10.)”

“Le performance più deludenti: gestione delle notizie negative sui prodotti (- 29% rispetto al 2011), etica delle politiche commerciali (- 23%), rapporti con i media (- 19%). Tra le altre ragioni con le quali i pazienti hanno motivato il loro giudizio negativo sull’industria farmaceutica del 2012, figurano: preoccupazione rispetto ai farmaci che mostrano di offrire solo benefici di breve termine per la salute, sforzi insufficienti nella ricerca per l’individuazione di nuove armi contro le malattie neglette, strategie di marketing inappropriate, mancanza di trasparenza soprattutto con riguardo alla diffusione di notizie chiare sui trial clinici più deludenti; infine un’impressione, molto diffusa tra i pazienti, che i profitti vengano prima della salute delle persone.”

Non voglio sembrare come colui che spara sulla croce rossa, ma già questi aspetti dovrebbero far riflettere a quale livello di pericolo è il settore farmaceutico. Non sono la mancanza di nuovi farmaci, la presenza dei farmaci generici, gli isf stolti o “inutili” il problema del settore farmaceutico, ma semmai una forsennata politica farma industriale tipica di chi preferisce l’uovo di oggi alla gallina di domani (gallina dalle uova d’oro).

Per quanto riguarda poi il triste fenomeno delle truffe in Sanità vediamo questi altri aberranti punti:

“Dalle mazzette dei tempi di Mani Pulite ai metodi molto più sofisticati dei giorni nostri. Diverse inchieste hanno portato alla luce un intreccio malato tra ricerca, produzione di farmaci e attrezzature ed esercizio della professione medica. Un costo di 10 miliardi per la collettività. Mancano le norme, la volontà di applicarle e i controlli “. “Secondo una fonte molto quotata del Ministero della Salute: “A cadenza periodica e puntuale, Farmindustria, come altri, fa visita in Parlamento. Il presidente Scaccabarozzi arriva, ma non da solo, accompagnato da venti, trenta dei suoi e parlano con tutti, destra, centro, sinistra, un pressante lavoro di lobby. Vanno e vengono come fossero a casa propria. Basti vedere quanti sono i “farmacisti” candidati alle prossime elezioni”. Ha ragione, i candidati alle politiche che vantano legami stretti con il settore farmaceutico sono molti.”.

Come in tutto il mondo, le aziende farmaceutiche pagano gli opinion leaders, con soluzioni sempre differenti, affinché influenzino l’opinione pubblica e i ricercatori. Fra questi, ad esempio, possono esserci anche dei giornalisti. Convegni in alberghi extralusso, vere e proprie vacanze, regali di valore a chi con i propri articoli dimostra di essere amico, ricchi pagamenti per presenziare convegni in cambio di ospitate in tv. Tutto per addomesticare le notizie a piacimento. Per chi invece non è “amico” l’esclusione o addirittura il discredito”.

“ In Italia però il male è diventato virale e dati in merito sono pochi, a testimonianza del poco interesse a trovare una vera cura. Una ricerca che, per la prima volta, traccia una mappa della corruzione in sanità in Italia. Il 42 per cento dei reati in sanità sono stati commessi in 5 regioni, il 57% al Sud dove però si concentrano anche di più le indagini, segue il Nord con una più elevata attività di corruzione connessa ai farmaci. Medici, dirigenti e personale del servizio sanitario nazionale rappresentano la maggior parte degli indagati con diverse oscillazioni tra Nord, Centro e Sud. Più o meno costante e uniforme rimane invece la presenza di politici corrotti per tematiche legate alla salute, l’11per cento dei soggetti coinvolti.”

Che dire o meglio non dire. Questi piccoli trafiletti purtroppo sono già di per se stessi una foto impietosa del settore farmaceutico e delle sue magagne. Con una metodica purtroppo molto stratificata nella nostra società civile si preferisce nascondere la sporcizia sotto il tappeto facendo finta di nulla. La risposta delle aziende farmaceutiche ai vari scandali del nostro settore è stata quella di eliminare “i peones” del farmaco (gli isf tanti per intenderci) e non quella di modificare il management delle aziende che è invece rimasto lo stesso negli ultimi 40 anni. Di fatto le colpe delle eventuali malefatte compiute sono cadute sui lavoratori (ultima ruota del carro) piuttosto che sui veri responsabili.

Questo spiega il perché il farmaceutico nonostante tutto sia in affanno, nonostante i profitti stellari che riesce ancora a raccogliere. E’ un problema falsamente risolto con i famosi pannicelli caldi. Quando finalmente si deciderà di eliminare seriamente alcuni pseudo manager da questo settore solo allora, forse, sarà imboccata la giusta strada per una revisione ed un miglioramento della reputazione del nostro settore

Umberto Alderisi
umberto.alderisi@gmail.com

Via Informatori.it

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