IL LIBRO – Chi ha spostato il mio formaggio ?

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Chi ha spostato il mio formaggioChi ha spostato il mio formaggio?  di Spencer Johnson (1998) Una semplice parabola che a rispondere ai “Cambiamenti”.

Un gruppo di vecchi amici di scuola si ritrova a cena e l’argomento della conversazione è il cambiamento nella carriera, nei rapporti e nella vita di famiglia. Uno dei presenti asserisce che il cambiamento non lo preoccupa più da quando ha sentito raccontare una “storiella divertente” intitolata “Chi ha spostato il mio formaggio?” Con la sua abilità, Spencer Johnson introduce il lettore a questa favola su come affrontare positivamente il cambiamento.

La storia riguarda quattro personaggi che vivono in un labirinto: due topi (Nasofino e Trottolino) e due gnomi (Tentenna e Ridolino). Va tutto bene perché hanno trovato un’immensa fonte di formaggio, che diventa il centro della loro vita e a cui attingono quotidianamente; tuttavia, non rendendosi conto del lento assottigliarsi della scorta, restano sconvolti quando una mattina arrivano sul luogo e scoprono che il formaggio è scomparso.

La favola inquadra bene il momento che segue la perdita del posto di lavoro o di un rapporto, quando si pensa che sia la fine del mondo. Tutte le cose belle erano parte della situazione precedente, e tutto quello che riserva il futuro è paura. Ciononostante, il messaggio di Johnson è che, invece di considerare il cambiamento come la fine di qualcosa, dobbiamo imparare a considerarlo un inizio. È una cosa che tutti abbiamo sentito dire, ma spesso manca la motivazione a crederci per davvero. Per indurre se stesso ad accettare la realtà, Ridolino scrive questa frase sul muro del labirinto: “Se non cambi, rischi di scomparire” e “chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia e non sa quel che trova“.

Il cambiamento repentino può gettarci in uno stato di avversione verso noi stessi o di depressione, perché tutto il nostro senso di identità è stato costruito intorno alle vecchie circostanze ed abitudini. Il sorprendente e potente consiglio che si trae da questa storia, però, è che non dobbiamo prenderci troppo sul serio. Essere disposti a ridere di una situazione imbarazzante può avere un effetto liberante, persino nelle condizioni peggori. Potremmo meravigliarci e persino essere divertiti della debolezza a cui ci aveva ridotti il nostro attaccamento.

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Per trovare ispirazione, Ridolino scrive un’altra domanda sulle pareti del labirinto: “Che cosa faresti se non avessi paura?” Si spinge oltre, e, contro ogni aspettativa, inizia ad apprezzare la ricerca di un altro formaggio; non ha idea di dove stia andando, ma si sente bene proprio perché si sta muovendo. Ridolino, inoltre, scopre qualcosa che lo può aiutare, che i topi non hanno: il potere di “visualizzare in modo creativo” la scoperta di un altro formaggio. Quest’uso dell’immaginazione per creare un senso di fiducia e di aspettativa diventa la sua salvezza.

Il cambiamento è uno dei fattori basilari dell’esistenza, averne consapevolezza è fondamentale per avere successo; la natura del cambiamento sta nel fatto che non pensiamo mai che possa capitare a noi, e questa negazione ci impedisce di cogliere con maggiore anticipo le opportunità di trovare dell’altro formaggio, o persino di spostarlo noi, prima che lo faccia qualcun altro.

Occorre accettare nella nostra vita una certa dose di rischio e di avventura, se siamo disposti a vivere così, il cambiamento perde il suo aspetto tremendo, anzi, chi va avanti crea intenzionalmente il cambiamento perché in quel momento il mondo non è come lo vorrebbe. Quello che scoprono Tentenna e Ridolino è che vincere le nostre paure ci rende liberi. Paradossalmente, chi è continuamente alla ricerca della sicurezza è tormentato dall’idea di poterla perdere.

Nonostante Chi ha spostato il mio formaggio? riguardi il cambiamento in tutti gli aspetti della nostra vita, considerato il gran numero di uffici in cui viene letto sarebbe giusto dire che il suo messaggio principale riguarda la dimensione del lavoro.

La maggior parte di chi lavora alle dipendenze di qualcun altro preferisce la sicurezza di uno stipendio fisso dietro l’apparente protezione di una grande azienda. Per altri, il vantaggio principale è che, per gran parte della giornata, non devono pensare, limitandosi a “portare a termine dei compiti”. Una simile dipendenza limita, però, la crescita personale, proprio come accadeva ai servi della gleba nel Medioevo ai quali veniva dato un tetto nella tenuta del loro signore da cui non si allontanavano mai, cosa che impediva loro di essere totalmente indipendenti.

Essere preparati al cambiamento diventa oggi inevitabile nel lavoro e nella vita personale. CHi da per scontato la tranquillità di una esistenza soddisfacente si trova prima o poi impreparato all’inevitabile trasformazione economica, personale e che sociale.

Chi ha spostato il mio formaggio? può essere apprezzato sia dal dirigente che dal collaboratore; in questo libro si può trovare uno stimolo per comprendere il nostro mondo del lavoro, diventato ormai molto più fluido rispetto al passato, un mondo in cui, anche quando scegliamo di continuare a lavorare alle dipendenze di qualcuno, mentalmente possiamo esercitare il controllo. La lezione che si trae da questo volume è facile da ricordare: credete che nella vostra vita ci sia qualche “grosso pezzo di formaggio” destinato a durare per sempre?

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