Dipendenti comunali, Assofarm: verso contratto unico di settore

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ASSOFARM-logoDipendenti delle farmacie comunali in stato di agitazione a Modena, in subbuglio nella lucchesia (ieri incontro nel capoluogo tra prefetto e sigle confederali), in fermento nel milanese. Con i sindaci che qualche volta cavalcano il malcontento e si schierano dalla loro parte. Effetti del Regolamento che Assofarm ha iniziato ad applicare unilateralmente da un paio di mesi dopo aver disdetto, nel settembre scorso, il contratto nazionale di settore. Un Regolamento che, come si ricorderà, replica nella struttura salariale quello delle farmacie private e dà la traccia dell’accordo che le comunali vorrebbe concludere a breve giro di posta (nuovo incontro con i sindacati per fine mese).
Intanto in Assofarm assicurano che il 90% dei municipi ha recepito il documento senza obiezioni; rimane quel 10% che continua a fare rumore. Ed ecco allora che dall’associazione è partita l’altro ieri una lettera nella quale si ricordano le difficoltà del presente ai sindaci che detengono farmacie pubbliche: «Il vecchio contratto» si legge nella missiva, firmata dal presidente Venanzio Gizzi «presentava per i nostri associati, rispetto al contratto dei privati, un costo superiore del 30-40% comprensivo della parte economica e normativa». E questo in un momento in cui «l’apertura di nuove farmacie, alla fine di concorsi straordinari ex art. 11, e l’incontrollabile distribuzione diretta da parte delle Asl, rendono ancor più precaria l’esistenza delle comunali». Per questo, il Regolamento adottato da Assofarm è, sulla parte economica, «lo stesso contratto utilizzato dalla maggioranza dei farmacisti dipendenti del nostro Paese», perché l’obiettivo è quello di arrivare a «un unico contratto di settore» così come «già avviene ormai da anni per tutti gli altri settori locali». Il che dovrebbe significare, un domani, un unico tavolo contrattuale con Federfarma e Assofarm da un lato e i sindacati confederali dall’altro. (AS-Filodiretto)

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