Sembrava una scaramuccia innocua ma la spada affilatissima di Annarosa Racca non scherzava per nulla, così durante un incontro tra Federfarma Lombardia e l’ex sindaco di Milano Albertini, la presidente di Federfarma attacca: “Da 12 anni volevo chiederle se si era pentito di quella decisione perché oggi le farmacie, in grave difficoltà economiche, hanno bisogno di concertazione e di forti garanzie per confermarle nel ruolo di presidio sanitario, concertazione che allora manco’ del tutto”. Ovviamente Racca si riferisce a quella gestione di 84 farmacie comunali che, durante il periodo in cui Albertini ha svolto le funzioni di Sindaco, sono state assegnate ad una multinazionale invece che a singoli farmacisti. In una nota Federfarma ricorda: “Il Tar accolse per primo il ricorso dei farmacisti sulla illegittimità’ di quella privatizzazione, una bocciatura cui seguirono quelle di Corte Costituzionale, Consiglio di Stato, e Corte di giustizia europea. L’opposizione frutto’ il blocco di altre operazioni simili in Italia, ma nonostante cio’ una sanatoria elaborata ad hoc per Milano lascio’ le farmacie alla multinazionale”. Albertini si è difeso dalle accuse di Federfarma assicurando alla signora Racca che a quel tempo la scelta fu presa solo per ragioni economiche. Soldi dunque. Federfarma che si è vista servire sul piatto d’argento la possibilità di contro ribattere ha voluto ricordare: “La funzione sanitaria della farmacia dovrebbe essere considerata sempre il primo vincolo in ogni decisione riguardante il settore. Non si devono dimenticare gli aspetti di servizio, quali la presenza 24 ore su 24, di un professionista preparato, l’azione di filtro nei confronti dell’accesso alle altre strutture sanitarie e l’attenzione al corretto utilizzo del farmaco. Continueremo a proporre e a difendere questi principi”. E dire che l’incontro era iniziato molto bene con una bella dichiarazione di Gabriele Albertini: “La professionalità e il ruolo di consulenza del farmacista va riconosciuto ed adeguatamente compensato e la Regione può fare molto in questo senso. Anche sui servizi sanitari in farmacia, praticamente fermi al servizio di prenotazione di prestazioni ambulatoriali, la Regione può procedere per ampliare le opportunità”. Ma ovviamente il dente avvelenato di Federfarma ha subito valutato la dichiarazione come non sincera, o per lo meno, un po’ ipocrita.