Abbiamo avuto la fortuna di poter fare una amabile chiacchierata con la candidata alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Sicilia 1 di Rivoluzione Civile, Maria Ippolito. La dottoressa Ippolito è una farmacista titolare di farmacia rurale sussidiata, presidente dell’Ordine di Caltanisetta. A molti è risultato strano trovare un titolare di farmacia in una lista di sinistra estrema, ma la dottoressa Ippolito è molto chiara: “La politica non va giudicata per le parole ma per i fatti.
Non credo sia una buona idea avere pregiudizi sui partiti politici, il dialogo deve essere aperto con tutti”. La dottoressa ha una visione d’insieme molto chiara sulla professione: “Attualmente la professione è stata completamente massacrata, sia per i titolari sia per i collaboratori. Tutto è oramai svilito. Se le cose vanno avanti in questa maniera, le facoltà di farmacia si possono chiudere.
I farmacisti sono diventati oramai completamente ignoranti: non trattiamo più i farmaci innovativi e tutti quei farmaci, importantissimi, che rimangono al di fuori delle farmacie. Da titolare di farmacia mi rendo conto che quando un paziente, almeno qui in Sicilia, mi chiede se la sua terapia è compatibile con i farmaci che prende direttamente alle Asl, io non sono più in grado di rispondere correttamente. Non bisogna dimenticare che distruggendo questa professione si crea un danno enorme al paziente”. I problemi secondo la dottoressa Ippolito sono davvero molti: “Le facoltà di farmacia necessitano di un limite, un numero programmato di studenti in base alle richieste, altrimenti si creano disoccupati. Non è l’unico campo in cui bisognerebbe applicare questo sistema, ma è davvero ingiusto fare indebitare le famiglie per far conseguire una laurea in farmacia al figlio o alla figlia che poi non potrà mai intraprendere la professione”.
Proprio in questo senso abbiamo chiesto alla dottoressa di dirci qualcosa per quanto riguarda le parafarmacie: “Le parafarmacie sono una risposta sbagliata. Sia chiaro io non ho niente contro il collega che cerca impiego, io stessa non sono figlia di titolare, ed ho, orgogliosamente, acquistato una farmacia a suon di cambiali. Ma, secondo me, devono esserci sbocchi occupazionali ma regolamentati in maniera chiara. Le parafarmacie sono un’anomalia tutta italiana, dove molti colleghi che non trovavano lavoro hanno pensato di sfruttare questa nuova opportunità per lavorare, senza considerare che le parafarmacie non risolvono il problema ma lo aggravano.
Non mi piace che ci siano i “furbetti” che hanno aperto la parafarmacia sperando in una sanatoria, a discapito di quei colleghi che si sono fatti la “gavetta” come collaboratori. Non ha prodotto nemmeno quei famosi 4 Euro annui di risparmio per il cittadino perché in realtà si sono semplicemente sbloccati gli sconti anche nelle farmacie, cosa che fino ad allora era vietata. La parafarmacia è una porta aperta alla grande distribuzione e all’ingresso del capitale. Ci sono sempre state regole chiare: chi si iscrive alla facoltà di farmacia sa come funziona, non si possono cambiare le regole in corso d’opera. Non tutti i medici sono primari d’ospedale no?” Quanto ai rivali politici la dottoressa riesce a fare ritratti rapidi, incisivi: “Bersani è stato il primo ad aprire al capitale in questo campo, facendo quella legge sulle società. Ha aperto uno scenario che non c’entra più con la salute e con il farmaco.
Il problema con il PD è che Federfarma non ha mai voluto dialogare con un’anima del PD alternativa a Bersani; esiste nel Pd una corrente diversa, ad esempio ricordo parole molto interessanti di Livia Turco in proposito ma non c’è stato dialogo. Il centro destra è stato vicino ai problemi dei farmacisti solo a parole. Tante dichiarazioni, ma poi non hanno mai impedito a Monti di fare tutti quei tagli scellerati. Non hanno mai alzato un dito in nostra difesa. Monti invece è l’uomo che più di ogni altro ha colpito le farmacie. Sembrava che l’Italia andasse male per colpa di farmacisti e tassisti, poi sui tassisti si è sorvolato e si sono iniziati i tagli alle farmacie. Un vero scempio: una serie di emendamenti che sono stati un vero accanimento verso la farmacia”. La candidata di Rivoluzione Civile non nasconde quel che pensa, è diretta e non manca di fare autocritica anche all’interno della professione: “Federfarma e Fofi sono due organismi “ingessati”, non sono mai stati in grado di parare il colpo.
Mai. Fofi ha tanto sbandierato la “farmacia dei servizi” che in realtà, poi, è rimasta lettera morta; Federfarma è sempre molto vicina al Pdl ma in tanti anni di governo non è mai riuscita ad ottenere nulla. Ed anche i miei colleghi non si informano e pensano solo al proprio orticello”. Anche sulla nuova remunerazione Maria Ippolito ha qualcosa da dire: “E’ una remunerazione da accattoni. Va cancellata tutta e riscritta da capo”.
Quando chiediamo alla candidata alla Camera di Rivoluzione Civile che cosa potrebbe salvare la farmacia dal baratro, la dottoressa risponde: “Tutti i farmaci devono tornare in farmacia, tranne ovviamente quelli che hanno bisogno di un monitoraggio specifico in ospedale; deve essere sostenuta una lotta contro l’ingresso dei capitali in un settore che non può essere considerato come una normale voce di bilancio; se nelle farmacie tornano tutti i farmaci, nelle parafarmacie, che oramai esistono, potranno essere venduti quei prodotti commerciali che adesso sono anche in farmacia; sarà importante instaurare un dialogo costruttivo con tutte le componenti politiche; bisogna sempre ricordarsi che una farmacia è un bene prezioso della sanità, e deve essere riconosciuta come il primo grado della Sanità, quello più a contatto con i cittadini e le loro problematiche”.
E’ risultato naturale chiedere alla dottoressa come mai ha scelto di candidarsi con Ingroia: “E’ stato Ingroia a volermi, e io ho accettato volentieri perché è una delle poche persone che ha voglia di fare politica, è onesto, e perché credo che sia l’unico in grado di dare un taglio nuovo alla politica. Io sono nona alla Camera, potrei non essere eletta, ma quello che mi interessa è che l’idea vada avanti.
Qualcuno mi ha chiesto perché lo faccio: in fondo ho una bella farmacia chi me lo fa fare? Non è più possibile stare a guardare la deriva politica in atto. E’ giunto il momento di impegnarsi in prima persona”.
21 risposte a “Una chiacchierata con Maria Ippolito, farmacista candidata con Ingroia”
mi ha fatto piacere leggere questa istruttiva intervista, in primis perchè ho avuto la conferma che il dott. Ingroia non sa niente di farmacie ( e non gliene faccio certo un torto) , cosi tutti i titolari di parafarmacia quale io sono e direi pure i dipendenti NON votassero assolutamente il partito di Ingroia nè tantomeno la suddetta dottoressa che non so perchè non è nel PDL, probabilmente perchè non c’era più posto, infine mi riconferma nella convinzione che questi nuovi futuri leader scelgono con la monetina i loro candidati e per questo poi falliscono in quanto le idee espresse dalla “collega” non sono certo nè riformiste e nè nuove, anzi sanno di vecchio, non è che Federfarma ha messo i suoi fedeli seguaci in ogni buco dove ha potuto? in ultimo la mia vita “non è una riposta sbagliata ” a nulla, per me la risposta sbagliata è indebitarsi per tutta la vita per una stupida licenza commerciale, ma sono certa che la dottoressa sapeva dove andare a parare.
Dott.ssa Ha fatto bene a rilasciare questa intervista!! Le auguro un grandioso INSUCCESSO!!!
W LE PARAFARMACIE!!! E LE FARMACIE NON CONVENZIONATE!!
Dimenticavo..la sua presenza nella lista INGROIA..e’ una incredibile assurdita’..Lei ha sbagliato formazione per candidarsi…non era meglio PDL??ahhahhh!!
Affermazioni davvero allucinanti per qualunque farmacista, titolare e non:
-”I farmacisti sono diventati oramai completamente ignoranti: non trattiamo più i farmaci innovativi …” –
Allucinante collegamento, siete diventati ignoranti per questo? Direi piu’ ”amminchiunuti”, semmai… ci avrei creduto se avesse scritto:- ….: perche’ al banco ormai ci sono solo magazzinieri…”-
-“Attualmente la professione è stata completamente massacrata, sia per i titolari sia per i collaboratori. Tutto è oramai svilito. Se le cose vanno avanti in questa maniera, le facoltà di farmacia si possono chiudere”-.
E che hanno fatto di male le facolta’ di farmacia? Sono quelle che ci insegnano ad essere buoni farmacisti…Certi farmacisti poi, usciti dall’universita’ e solo ”dopo”, sviliscono (in pochi), la categoria di tutti.
-”Ci sono sempre state regole chiare: chi si iscrive alla facoltà di farmacia sa come funziona, non si possono cambiare le regole in corso d’opera. Non tutti i medici sono primari d’ospedale no?”-
Oddio, mi sento male! C’era qualche regola scritta sulla guida dello studente che mi e’ sfuggita?
Forse queste regole esistono solo nella vostra mente bacata di para-titolari di farmacia? Puo’ essere?
E poi, a me sembra che non esiste neanche una legge che vieta ai medici di essere tutti ”primari d’ospedale” e neanche quella che impedisce di ESERCITARE LIBERAMENTE ed in qualsiasi luogo la professione di medico….I medici ce l’hanno la pianta organica ed il ”quorum”?
-”“Le facoltà di farmacia necessitano di un limite, un numero programmato di studenti in base alle richieste, altrimenti si creano disoccupati..”-
Eh, cara furbettina, il diritto allo studio e’ un diritto sacrosanto per tutti i figli di padri e madri, universalmente parlando. A voi piacerebbe avere una universita’ privatizzata a solo uso ”figli di titolari di farmacia”. Ma il punto non e’ impedire alla gente normale di laurearsi istituendo il numero chiuso per far piacere i titolari di farmacia. E’ tutto il contrario: tutti hanno diritto a laurearsi ed ai nuovi laureati bisogna impedire di diventare disoccupati aprendo nuovi sbocchi professionali…compreso la possibilita’ di aprirsi liberamente una parafarmacia senza rompicoglioni che mettono bastoni tra le ruote! Questa e’ l’unica e sola soluzione: conquistarsi nuove posizioni professionali e sbocchi lavorativi e di carriera.
-”Non mi piace che ci siano i “furbetti” che hanno aperto la parafarmacia sperando in una sanatoria, a discapito di quei colleghi che si sono fatti la “gavetta” come collaboratori.”-
E difatti non ce ne sono! Noi farmacisti delle farmacie siamo qui a rivendicare la libera professione ed il diritto a poter vendere la fascia C anche nelle parafarmacie: la ”sanatoria” se l’è inventata lei..”furbettina”. Tra l’altro io (ad esempio) ho sedici anni di ”gavetta” al banco di farmacia e da quattro sono titolare di parafarmacia: basta come gavetta? Ma ne conosco che hanno piu’ anni di me in farmacia (-non capisco perche’ codesta titolare pero’ mi vuole impedire di fare un investimento, di pari dignita’ al suo, nella parafarmacia…-). Io, cara ”collega”, ho forse cercato di impedirle di comprarsi la farmacia?
-”…nelle parafarmacie, che oramai esistono, potranno essere venduti quei prodotti commerciali che adesso sono anche in farmacia”-
Ha, ha, ha,ha ma state sognando, allora! Questa ne e’ un’altra…Ma non ci pensate nemmeno lontanamente che ci facciamo togliere i medicinali da voi…: INDIETRO NON SI TORNA! Dopo sette anni di battaglie, insieme al PD, finalmente si intravede la fascia C e dovremmo rinunciarci per vendere….cosa?!? I prodotti commerciali in vendita nelle farmacie/supermercato rubati alle mercerie, agli ottici ed ai sexi shop? Davvero esilarante..allora che tutti i prodotti ”commerciali” venduti in farmacia, rientrino negli esercizi competenti e la facciano finita con lo ”svilire” la professione.
-”Il problema con il PD è che Federfarma non ha mai voluto dialogare con un’anima del PD alternativa a Bersani; esiste nel Pd una corrente diversa, ad esempio ricordo parole molto interessanti di Livia Turco in proposito ma non c’è stato dialogo”.
Vi e’ andata bene una volta, quando era ministro Livia Turco, la quale con la sua presa di posizione ci ha condannati a soffrire per altri sette anni. Questa volta non avra’ alcuna voce in capitolo.
-“E’ stato Ingroia a volermi, e io ho accettato volentieri perché è una delle poche persone che ha voglia di fare politica, è onesto, e perché credo che sia l’unico in grado di dare un taglio nuovo alla politica. Io sono nona alla Camera, potrei non essere eletta, ma quello che mi interessa è che l’idea vada avanti”-.
Ha, ha l’hanno chiamata….ma ad occhio e croce cercando sull’elenco telefonico…
Da quello che scrive, evidentemente non la conoscono per niente. Soprattutto se si vuole dare:” un taglio nuovo alla politica” e farla in maniera ”onesta”. Lei mi sembra l’incarnazione della piu’ becera mentalita’ conservatrice e lobbistica che ci possa essere. Effettivamente ha sbagliato schieramento e piu’ che augurarle che non venga mai eletta, bisogna auspicarsi che nessuno la stia mai a sentire. Ritorni a contare le ricette della mutua nel suo ufficio nella sua farmacia….che lei ”qualcosa di ”sinistra”….non ci puo’ dire un bel niente!
…forse con quei soldi sarebbe stato meglio acquistare un bar in Jamaica?
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scusi, la signora Ippolito specifica che lei NON è figlia di, ma ha acquistato la farmacia a suon di cambiali.
Un po’ di rispetto, no?
Credo che non ci sia mancanza di rispetto nel mio messaggio. Semplicemente credo che un bar in giamaica avrebbe fruttato di più…comunque è la signora a mancare di rispetto alla categoria…sai che i soldini le banche non te li prestano se non hai le spalle coperte per il capitale che intendi investire?… Ciao
quindi vale per tutti quelli che hanno aperto un esercizio commerciale, compresa una parafarmacia o un negozio di vestiti? non capisco il senso della tua critica.
Questo è il nuovo che avanza? Bene se non altro ha gettato la maschera.
“Non mi piace che ci siano i “furbetti” che hanno aperto la parafarmacia sperando in una sanatoria, a discapito di quei colleghi che si sono fatti la “gavetta” come collaboratori.”
-Peccato che queste regole non sono uguali per tutti, se il tuo cognome è giusto allora erediti e sei bravo geneticamente senza dimostrare nulla a nessuno oppure se tuo papà è pieno di soldi ti compri la farmacia ed eserciti anche questa senza dimostrare niente a nessuno.
Ci sono sempre state regole chiare: chi si iscrive alla facoltà di farmacia sa come funziona, non si possono cambiare le regole in corso d’opera. Non tutti i medici sono primari d’ospedale no?”
-La riforma Mariotti del ’68 prima (dal 13 Rif Giolitti) il trasferimento della titolarietà non era concesso in quanto una concessione vinta per pubblico concorso non poteva essere ceduta. Quindi le regole posono essere cambiate in corso d’opera. Fin’ora non ho mai sentito di un medico da poco laureato in Medicina che entra in un ospedale con la laurea in mano e dice: mi spetta il posto di Primario perchè mio papà è Primario qui lo vengo a sostituire.
O nel programma di Ingroia nominerete i primari così?
vendere la Farmacia è come vendere la Fontana di Trevi per Totò,come è risaputo la convenzione è dello stato e dovrebbe essere lo stato a riassegnarla appena il precedente assegnatario raggiunge l’età pensionabile.Il problema che così facendo anche il figlio dello spazzino potrebbe diventare farmacista assegnatario di convenzione e ssopratutto non ci sarebbe più la corruzione dilagante nelle facoltà di farmacia, dovuta al fatto che i figli dei titolari debbano diventare per forza e a qualsiasi costo farmacisti.Speriamo in un prossimo risveglio dei giovani colleghi, ormai molti più numerosi dei titolari,affinchè possano cambiare le regole,anche se in questo paese senza l’uso della violenza è praticamente impossibile(vedi referendum su finanziamento ai partiti,su sistema elettorale,ecc.)
Solo nel fascismo le categorie erano rappresentate come soggetto politico 🙂
La signora Ippolito ha perfettamente ragione su quello che sono le farmacie oggi, e ha una idea ben chiara su quello che dovrebbero invece essere per il cittadino.
Le parafarmacie (che qui qualcuno appalta al PD, siamo di fronte a una chiara lobby e le lobby non hanno mai fatto bene a questo paese…) sono esercizi commerciali.
Sono due cose distinte, il problema è la confusione che la legge ha fatto, mettendo in concorrenza farmacie e parafarmacie.
Che le farmacie, dunque, tornino ad essere farmacie e le parafarmacie ( possiamo chiamarle in altro modo?) siano il resto.
Un po’ di buonsenso non basta, in farmacia compro medicinali e suppongo di trovare chi mi consiglia, in parafarmacia compro medicinali che una persona con una cultura media può comprare liberamente, assumendosi la propria responsabilità.
In farmacia dovrei trovare persone specializzate, che possono anche comporre i medicinali se non sbaglio, il resto è altro.
In farmacia non dovrei comprare cose che trovo negli altri negozi, dal dentifricio alle creme miracolose, ai tonici e così via.
Mettere in concorrenza le due cose, serve solo ai politici per creare confusione, lobby e rendere dipendente il successo commerciale dalle decisioni arbitrarie dei politici.
Se vogliamo fare un discorso serio, dovremo parlare di queste tematiche alle elezioni, se ci interessa veramente il futuro di questo paese.
aggiungo che concordo che la farmacia non dev’essere una cosa che si trasmette di padre in figlio ma un punto sanitario pubblico, e questo dev’essere lo scopo della farmacia. Ma siamo in Italia, e sappiamo cosa accade in TUTTE le categorie.
Anche l’azienda privata viene passata di padre in figlio/a, anche se magari questo è inadeguato. Riflettiamo su questo.
Si ma tutti possono aprirsi un azienda,e se è un incapace a rimetterci è l’ azienda.Qui anche se uno è incapace basta metta dei buoni collaboratori,che vengono pa gati due soldi, e lui vive sfruttando gli altri bello e pacifico
scusi, vale anche per una azienda, ci sono fior fior di aziende che funzionano grazie a chi ci lavora e non al proprietario…
Questa sua affermazione è davvero triste: in parafarmacia compro medicinali che una persona con una cultura media può comprare liberamente, assumendosi la propria responsabilità.
Mi rendo conto come oggi i media e la mala informazione possano denigrare una categoria di medici come quella de i farmacisti… Le assicuro che io, prima di avviare la mia “attività commerciale” ho conseguito una laurea specialistica in Chimica e tecnologie farmaceutiche, ho superato l’esame di stato per l’esercizio della professione, ho lavorato per 7 anni come dipendente nelle farmacie private, dove, spesso il titolare era assente o comunque non all’altezza. Tanti miei colleghi titolari di parafarmacia vantano titoli ben più validi. Mi dispiace,ma chi è al di fuori di questo settore non può fare dei commenti simili a questo, soprattutto perchè del tutto sbagliati.
c’è scritto nei vari post che molti farmacisti e specializzati hanno dovuto rinunciare alla farmacia per il nepotismo o altri fattori.
Se serve competenza è una farmacia, e allora aumentiamo il numero di farmacie. Per il resto c’è una parte commerciale, svolta con molta competenza.
Io sono per una distizione netta, tutto qui. Ma sono anche per aumentare il numero di punti se necessario.
E per togliere il passaggio da genitore a figlio come fosse un’eredità. Ricordiamoci che la salute si fa con la prevenzione, con il presidio del territorio, va rimodulata tutto il complesso delle competenze.
Ci vuole una rivoluzione, dunque.
La sua rivoluzione se la puo’ tenere. La nostra e’ gia’ iniziata sette anni fa ed e’ in corso d’opera: doppio canale distributivo con farmacie e parafarmacie presidi di salute al servizio del cittadino, molto apprezzati (entrambi) dagli italiani….pazienza se a lei non piace…ce ne faremo una ragione. Forse nascita del terzo canale con l’istituzione delle farmacie non convenzionate. L’unico appunto: basta col promettere l’apertura di piu’ farmacie…nessuno piu’ ci casca. Dopo aver sabotato anche il ”concorsone”, ”piu’ farmacie” si apriranno soltanto e solo se si liberalizzera’ completamente la pianta organica e le farmacie saranno di libera apertura. Oramai e’ l’unica soluzione.
Ma quella e’ un’altra rivoluzione e forse un giorno la vedremo.
oh maria ma perchè non stai zitta,infatti i figli di farmacisti che diventano a loro volta titolari non con un concorso ma con due anni di pratica,legge ottenuta pagando, hanno fatto la gavetta? e magari diventano datori di lavoro di persone preparate a cui non è mai stata data la possibilità di realizzarsi,e loro che arrivano la sera a contarsi i soldi o stanno al bar di fronte l fa rmacia a scroccare una bibita visto la loro avidità e tirchiaggine.Titolari che di farmaci non capiscono nulla che lo vedono solo come commercio.Infatti quando sento federfarma che finge di preoccuparsi della salute dei cittadini mi viene il volta stomaco.perchè la maggior parte dei titolari costringono i dipendenti a vendere il più possibile e soprattutto farmaci dove hanno un maggior ricarico di guadagno,magari non adatti.Purtroppo ‘sti b…… si sono candidati con tutte le liste,l’ho letto in un giornale che scrive con orgoglio: trenta candidati farmacisti presenti in tutti gli schieramenti. VERGOGNATEVI siete solo degli sfruttatori
Sono d’accordo con la collega Marina..comunque voglio dire…la Dott.ssa Ippolito candidata in Rivoluzione Civile-Ingroia non ha proprio nel suo DNA alcunche’ di rivoluzionario…ANZI!!
MEDITATE!!
Ed io laureato dal 1986…ho una parafarmacia!..Sono veramente un furbetto!!! Potevo con le cambiali comprarmi una farmacia…e poi aprirmi 2-3 parafarmacie… e mettermi in comparaggio con 2-3 medici….e facendo prescrivere farmaci ai morti..per poi farmi rimborsare dalla ASL….Io sono stato un fesso…allora…!!???
Questo e’ successo realmente in provincia di Agrigento pochi giorni fa’….io vieterei ai titolari di farmacia la titolarieta’ in contemporanea di una parafarmacia…e’ anche degradante per un farmacista
titolare… !!! (E’ un loro punto di vista…mi sembra..o mi sbaglio?)