Nei primi nove mesi del 2012 la spesa per medicinali in Friuli Venezia Giulia si è attestata a 171 milioni di euro, in calo dell’8,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. È un trend virtuoso che da qualche tempo si riscontra, seppure in misura diversa, sull’intero territorio nazionale: la spesa complessiva infatti è scesa da 9 mila 285 milioni del settembre 2011 a 8 mila 575 del settembre 2012, una contrazione del 7,6 per cento.
Sostanzialmente stabili invece i dati riguardanti le dosi dei farmaci assunti: nella nostra Regione se ne consumano giornalmente 939 ogni mille abitanti, entità inferiore alla media nazionale di 965 ma superiore a quella del Nord, che si ferma a 902. Questi i riscontri di maggior rilievo evidenziati dal Rapporto dell’Osservatorio del Ministero della Salute e dall’Aifa (riportati da QS on line del 5 febbraio) sull’uso dei medicinali di classe A nell’ambito del Servizio sanitario, forniti gratuitamente agli utenti sulla base di prescrizione medica.
La spesa pro capite riferita al territorio nazionale è di 142,6 euro. Il Friuli Venezia Giulia, con 129,8 euro a testa, si colloca poco al di sopra del dato medio del Nord (127,4) ma al di sotto delle altre maxi-aree del Paese (138,9 al Centro e 166,5 Sud e Isole). Tale evoluzione positiva deriva principalmente dal corposo calo dei prezzi di listino, ma anche, in taluni casi, agli effetti calmieranti di forme di compartecipazione del cittadino alla spesa. La Regione con l’onere più elevato è la Sicilia (180,5 euro a testa), seguita dalla Sardegna (170,6) e dalla Calabria (163).
Le consorelle più virtuose (a parte la Provincia di Bolzano con l’inarrivabile e incredibile limite di 97,3 euro pro capite) sono Trento (112,9), Emilia Romagna (115,3), Toscana (115,8) e Veneto (124,5). La nostra Regione si colloca, come detto, nella fascia mediana senza introduzione di ticket. L’andamento dei consumi delle dosi giornaliere si mantiene sostanzialmente stabile da un anno all’altro. Infatti nei primi nove mesi del 2012 la loro quantità è all’incirca la stessa del 2011: 965,2 dosi ogni mille abitanti, così differenziate: 901,6 al Nord Italia, 1005 al Centro e 1031,3 al Sud e nelle Isole. In Friuli Venezia Giulia ne sono state assunte giornalmente 938,7 ogni mille residenti (erano 932 nel 2011), poco meno di una a testa. Il Rapporto ministeriale rileva inoltre che ognuno di noi si fa prescrivere 22 confezioni l’anno.
L’invarianza del numero delle dosi in presenza di un calo dei costi sta a significare che i consumi sono difficilmente comprimibili e che il contenimento della spesa pubblica deriva prevalentemente da azioni volte alla riduzione dei prezzi. Senza un’azione di razionalizzazione il sistema rischierebbe il crollo. I livelli di esposizione ai farmaci sono ovviamente diversi a seconda delle età. La popolazione con oltre 65 anni assorbe il 60 per cento della spesa; quella fino a 14 anni meno del tre per cento.
La richiesta di un ultra 75enne è tredici volte superiore a quella dei giovani tra 25 e 34 anni. In Friuli Venezia Giulia sono state avviate nel corso degli anni significative iniziative finalizzare alla compressione della spesa: distribuzione da parte delle farmacie di una serie di medicinali per conto delle strutture pubbliche che, come si sa, ottengono dalle case produttrici condizioni d’acquisto particolarmente favorevoli, con sconti fino al 50 per cento del listino; incentivazione della prescrizione di prodotti a forte impatto di spesa (in particolare gastrointestinali e cardiovascolari) i cui brevetti sono scaduti; diffusione dei cosiddetti medicinali equivalenti; revisione dei criteri per la rimborsabilità.
Le cinque categorie di farmaci più prescritte concernono il sistema cardiovascolare, l’apparato gastrointestinale, i curativi del sangue, del sistema nervoso centrale (antidepressivi) e dell’apparato respiratorio. Su 129,8 euro spesi mediamente da ogni cittadino del Friuli Venezia Giulia nei primi nove mesi dello scorso anno, 46,7 sono stati assorbiti da prodotti del primo gruppo, 21,5 del secondo, 17,6 del terzo, 10,5 del quarto e 6,6 del quinto.
La nostra Regione detiene un triste record, quello dell’uso di medicinali neoplastici: a parte Lombardia e Sardegna, essa è ai vertici nazionali con 4 euro a testa, contro la media nazionale di 3,2. Un dato che ha due facce: negativa se osservata in meri termini numerici; positiva se legata all’aumento delle aspettative di vita per malati del settore trattati con terapie adeguate. A quest’ultimo riguardo c’è da segnalare il preoccupato allarme lanciato dal Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi: la prevalenza delle ragioni economiche nella valutazione della spesa sanitaria sta determinando il mancato accesso sul mercato italiano di nuove medicine efficaci nella cura di delicate patologie come i tumori e l’epatite C.
Ciò significa che, per ragioni di equilibrio finanziario, ci sono farmaci che non vengono messi a disposizione dei pazienti che ne avrebbero bisogno e da cui trarrebbero beneficio.