“La crisi economica sta contribuendo ad acuire un trend negativo che caratterizza ormai da anni l’andamento del comparto dei farmaci di automedicazione e che da tempo auspichiamo possa essere invertito. E’ necessario allargare l’offerta dei farmaci senza obbligo di ricetta di automedicazione, favorendo nuovi switch di molecole da prescrizione a OTC e semplificandone l’iter burocratico”. Queste sono le parole scelte dal presidente dell’ANIFA (Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’Automedicazione), Stefano Brovelli, per commentare i dati che la sua Associazione ha reso disponibili e che raccontano il 2012 del mercato dei medicinali da banco. I consumi dei farmaci senza obbligo di prescrizione calano in maniera significativa, almeno del 5,4% con una contrazione della spesa del 3,7%. Si consideri che il delisting di 350 confezioni ha portato questo mercato ad una diminuzione dei consumi meno grave, -1,6% e una crescita del 2,5% del fatturato rispetto al 2011. Il luogo principe dell’acquisto di farmaci senza obbligo di ricetta rimane la farmacia che tiene ancora il 93% del giro d’affari complessivo. Considerando le tipologie di farmaci e le loro indicazioni terapeutiche, scopriamo che i farmaci senza ricetta più venduti sono quelli per la cura delle affezioni respiratorie (tosse, raffreddore…), con quasi il 30% del mercato totale: oltre 103 milioni di confezioni. Al secondo posto i farmaci gastrointestinali, 68 milioni di confezione e più di 400 milioni di Euro di fatturato. Poi gli analgesici (57 milioni di confezioni), farmaci per l’apparato circolatorio (14 milioni di confezioni). A seguire tutti gli altri.
all’Anifa i dirigentoni hanno grandi stipendioni e non interessa molto in fondo a loro se si vendono o n i farmaci da banco, ogni tanto fanno sparate come questa per fare vedere che di tanto in tanto ci vanno in quegli uffici, almeno il giorno dello stipendio, mentre sono seduti su altre comode poltrone…. altrimenti come si spiega che da 7 anni hanno completamente ignorato la presenza di quasi 4000 punti vendita che di farmaci hanno solo quello? o sono totalmente inadatti al loro lavoro o sono troppo furbi e in nessuno dei 2 casi meritano la minima attanzione su quello che dicono, perchè la colpa non è della crisi o solo della crisi ma anche la loro,se fossero stati in un altro paese quei dirigenti magari avevano cambiato lavoro ma qui, intenti come sono a curarsi i conflitti di interessi stanno li, belli pasciuti a spese degli stupidi che pagano le tasse