Tempo di crisi per tutti. Nemmeno gli ISF, gli informatori scientifici del farmaco, sembrano passarsela bene in questo momento storico.
La federazione delle associazioni degli informatori scientifici (Federaisf), presenta i dati che raccontano la situazione della professione, e sembra un bollettino di guerra: “Negli anni ’90 gli Isf erano circa 22.000, nel 2000 era divenuti 34.000, nel 2013 sono scesi a 16.000, di cui 5.000 sono agenti di commercio”.
La figura dell’informatore scientifico è estremamente importante e contribuisce al corretto uso delle terapie, ma i tempi sembrano essere drammatici per questi professionisti: “In questi giorni questa emorragia di informatori non sembra fermarsi affatto e le cose peggiorano giorno per giorno.
Nell’ultimo mese abbiamo assistito all’apertura di mobilità di ben tre aziende farmaceutiche multinazionali. Ancora si sentono gli strascichi di altre mobilità non ancora concluse e nel nostro ambiente si teme che a breve anche altre società possano aprire procedure simili. Il futuro del settore è purtroppo molto nero”.
La Federazione non sembra molto positiva e si respira un’aria piuttosto lugubre anche quando si parla di giovani: “Per quanto riguarda i giovani purtroppo sono anch’essi fortemente penalizzati.
Il numero delle università italiane con l’insegnamento della informazione scientifica del farmaco si sono ridotte moltissimo: ne sono rimaste 2 o 3, dalle 10-15 iniziali. Le aziende farmaceutiche non assumono più, anzi licenziano. Qualche giovane tenta la strada dei nutraceutici, con un sistema lavorativo in cui la precarizzazione raggiunge livelli di assoluta indecenza.
Nessuna azienda farmaceutica in questo momento propone contratti a tempo indeterminato. La stragrande maggioranza propone contratti come consulente o come agente con partita Iva. Niente fisso, né rimborsi”.
Mah…menomale che l azienda del farmaco italiana è sviluppata ed esportatrice mi domando chi ci lavori dato che i laureati non vengono assunti… ovviamente non parlo solo degli isf