Cittadinanzattiva rivela diseguaglianze all’accesso al farmaco

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scontrini pagamentiNel 2011 i ticket sui farmaci sono costati pro-capite ad ogni italiano ben 21,88 euro.

Stiamo parlando di una media, in realtà su una scala regionale prevedono delle forti diseguaglianze: un trentino ha speso 7,48 euro, un toscano 11,48, un emiliano 13,36, un calabrese 23,11, un laziale 23,31, un lombardo e un veneto 24,10, un pugliese 27,63, un campano 29,50 e un siciliano addirittura 31,96.

Questi i dati che sono stati riportati da Cittadinanzattiva che traccia il bilancio sul Rapporto 2012 del suo Osservatorio civico, il centro studi nato due anni fa grazie al contributo non condizionato di Bristol Myers Squibb e Pfizer.

La lente quest’anno ha analizzato le iniquità del federalismo sanitario, in progressivo allargamento a causa dei crescenti tagli al Ssn.

Dal 2007 al 2011, secondo Cittadinanzattiva, il peso dei ticket relativi alla farmaceutica è salito da 539 a 1.337 milioni di euro, con un decisivo incremento del 34% soltanto tra il 2010 e il 2011.

Proprio in questo intervallo di tempo, la spesa farmaceutica territoriale è diminuita del 4,6%.

Altre differenze arrivano da lunghi tempi di attesa per l’introduzione di nuovi farmaci (ospedalieri) nei prontuari regionali: in Puglia si devono aspettare 217 giorni, nel Molise praticamente il doppio, 530 giorni.

Intervenuto in merito alla vicenda Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, alla presentazione del Rapporto, ha rivelato:

“Il federalismo è al capolinea ha indotto le regioni a restringere i diritti, impoverito il Servizio sanitario pubblico a vantaggio del privato e stremato i cittadini, creando differenze territoriali senza precedenti”. 

Diseguaglianze insostenibili anche nell’assistenza e nei servizi territoriali: l’Emilia Romagna è la regione con la più alta percentuale di anziani trattati in assistenza domiciliare integrata, l’11,6%; poi segue l’Umbria con il 7,67%, il Veneto (5,55%) e la Basilicata (5,03%); molto indietro in graduatoria Piemonte, Marche e Puglia che, con l’1,9%, si colloca in fondo alla classifica.

Le stesse distanze si possono evidenziare per i pazienti curati in presidi residenziali socio-assistenziali (Rsa): il Trentino Alto Adige guida la graduatoria con 431,3 ricoverati su 100mila residenti tra i 18 e i 64 anni; i valori più bassi si registrano invece in Lazio (147,1), Puglia (133,6) e Campania (98,6).

 

Stefano Parisi

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