“Ai dati dell’Istat, che pure fotografano uno scenario drammatico,” prosegue Messina “occorre infatti aggiungere altri numeri che consentono di capire ancora meglio i motivi di questa povertà. Primo fra tutti l’insostituibile contributo degli anziani alle famiglie dei loro figli.
Se da un lato infatti, come evidenzia l’Istat, la povertà colpisce sempre di più le famiglie con uno o più minori a carico, dall’altro è vero che in loro aiuto sono sempre pronti a correre i nonni: gli anziani italiani contribuiscono ogni anno con la messa in campo di circa 4 miliardi di euro dalle loro pensioni per sostenere figli e nipoti.
A questa somma si aggiunge una quantità di denaro enorme non circolante, corrispondente alle ore di lavoro non retribuito spese nell’attività di baby sitting ai nipoti.
Una cifra stimabile in altri 24 miliardi di euro, se tali ore di lavoro fossero retribuite a una tariffa di 7 euro l’ora. Senza contare le spese, che è invece opportuno aggiungere, per l’acquisto di gelati, pannolini, vestitini, giocattoli, libri e vacanze per i nipoti”.
“C’è poi il contributo che gli anziani danno all’economia nazionale con i loro consumi” aggiunge Messina “basti pensare a un settore come quello del turismo dove i dati del Centro Studi SIC Sanità in cifre di FederAnziani evidenziano una progressiva crescita d’interessa da parte della terza età: oggi gli anziani sono circa il 22% dei 23 milioni di turisti italiani, il consumo annuale di turismo da parte degli anziani è pari a oltre 6 milioni di settimane di vacanza, per un valore totale di 3 miliardi di euro.
Ai viaggi vanno aggiunti i consumi culturali, con le circa 24 milioni di visite ai musei che portano nelle casse di questi ultimi circa 96 milioni di euro”.
“A fronte di questo sostegno straordinario all’economia e alle famiglie italiane” conclude Messina “si registra, purtroppo, un contributo ‘di sangue’ che gli anziani sono costretti sempre più a versare, quello per le cure.
Un contributo così pesante, che sempre più spesso gli anziani non sono più in grado di pagare: per molti anziani ormai curarsi è diventato un lusso.
Il fatturato dell’industria farmaceutica totale in Italia supera di poco i 19 miliardi di euro.
Ebbene il 63,2% è ‘consumato’, in termini di assunzioni di farmaci, dagli anziani, e di questi 19 miliardi di euro solo 11 sono a carico del Ssn.
Degli 8 miliardi di euro restanti, gli anziani ne acquistano di tasca loro per quasi 5 miliardi di euro in contanti. Invece, degli 11 a carico dello Stato, almeno 600 milioni di euro sono in realtà a carico dei cittadini tra ticket, aumenti o acquisti senza ricetta.
Fino a che punto lo Stato potrà continuare a spremere gli anziani e a vivere sulle loro spalle? Oggi i dati Istat gettano allarme: attendiamo ora risposte immediate dai decisori per evitare di ritrovarci fra un anno con numeri ancora più inesorabili. Gli anziani non possono attendere”.
I contributi degli anziani al sistema Paese
Sostegno a figli e nipoti |
4 MLD |
Ore amorevoli per babysitting gratuito | 24 MLD |
Turismo terza età | 3 MLD |
Biglietti musei | 0,1 MLD |
Acquisto farmaci C, SOP, OTC | 5 MLD |
Acquisto farmaci A | 0,6 MLD |
Totale | 36,7 MLD
|