Farmaci per posta: Fofi invia una diffida all’Asl di Siena

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postino3_mediumLa questione inerente il “Progetto di logistica sanitaria integrata“, coordinato dalla Regione Toscana e realizzato dall’Asl di Siena in collaborazione con le Poste Italiane per la consegna di farmaci per terapie complesse direttamente a casa, con un sistema domiciliare ma postale,  è stata subito denunciata fortemente da Federfarma e Fofi, ma soltanto quest’ultima ha dato ufficialmente il via ad un’azione di protesta forzata, almeno per il momento, facendo recapitare all’Azienda Sanitaria un’atto formale di significazione e diffida.

Fofi, che sin dall’annuncio di questo progetto pilota si è definita contraria, aveva già annunciato il ricorso a misure drastiche per contenere il problema e fermare sul nascere l’idea avanzata dall’Asl di Siena: “L’iniziativa suscita significative perplessità perché sembra presentare rilevanti profili di illegittimità sia in quanto introduce una forma di distribuzione diretta per tutti i medicinali sia perché determina una disparità di trattamento tra i pazienti che si approvvigionano in farmacia e che sono tenuti al pagamento del ticket e i pazienti che, invece, ricevono il farmaco al proprio domicilio senza alcuna partecipazione alla spesa. Successivamente, previa valutazione del Comitato Centrale, saranno attivate tutte le iniziative più opportune per contrastare tale sperimentazione

Il parere richiesto a Pieralberto Capotosti, presidente della Corte Costituzionale, non è stato reso pubblicamente noto sebbene proprio Fofi abbia voluto rendere ufficiale le richieste contenute nella diffida con la quale si si aspetta una sospensione del progetto sperimentale, oltre allo scioglimento di tutti gli accordi precedentemente stipulati per lo sviluppo di modelli similari d’erogazione diretta di farmaci ritenuti illegittimi, sia nella forma che nella sostanza, il tutto tenendo conto dell’attuale disciplina legislativa che preclude il servizio alle  sole Aziende del Servizio sanitario nazionale, tranne alcune specifiche e circoscritte ipotesi tassativamente prescritte, la cui non ottemperanza corrisponderà ad una violazione.

1 COMMENT

  1. Perdono un tantino di credibilità i medici nel momento in cui si stracciano le vesti se un farmacista sostituisce un omeprazolo di marca con uno equivalente ma non hanno niente da dire se un’usl decide che l’omeprazolo XY (o il panto o altro inibitore di pompa) va bene per tutti i pazienti che necessitano una gastroprotezione.

  2. Ma che differenza c’è tra il postino e la Farmacia privata?Perchè il farmacista titolare forse non dà tutto, anche quello che richiede la ricetta del medico? Semmai la preoccupazione di fofi e federfarma, è un’ altra che il paziente non passa dalla farmacia per comprare cianfrusaglie e quant’altro.

    • IL COMMENTO DEL SOLITO ROSICONE
      AO’ ME PARI QUELLO DEL PARA-CADUCEO,VE STATE A CONSUMA’ DE GELOSIA
      CONTINUA A VENNE FRUTTA AR SEMAFORO CHE E’ LIBERALIZZATO HAHAHA

          • Daniele –> brenno : ”a ridaglie sto fruttarolo parasalumiere cazzaro”…
            For–> @Daniele…Tra ll’orecchie ciai er capoccione così enorme e pieno d’aria viziata, che tutti l’imbriachi de birra dell’October fest, nun basterebbe a riempilla de RUTTI..

      • Dal tuo stile quasi oxfordiano e dal livore che metti in quest’affermazione capisco che la verità dà parecchio fastidio. Ti posso però rassicurare dicendoti che la gelosia non è un sentimento che mi appartiene, vivo discretamente bene, non desidero avere una farmacia, a meno che me la regalino o la vinca. Voi pseudotitolari invece non cambiate mai, credete di avere solo diritti, pretendete di essere pagati puntualmente dalle ASL perchè avete una convenzione quasi fosse un titolo nobiliare per la serie “Dio me l’ha data guai chi me la tocca”. Pensate di svolgere un lavoro di alto profilo, in realtà di alti vi rimangono forse solo gli incassi. D’altronde per fare il defustellatore non ci vogliono cinque anni di laurea, quindi anche tu, suppongo figlio di titolare con farmacia al Colosseo o a Trinità dei Monti, lo puoi fare. Le liberalizzazioni non sono un rimedio alla mancanza di lavoro, tuttavia una maggiore elasticità avrebbe potuto giovare a tutta la categoria. Adesso però è troppo tardi, per cui come disse Confucio “Siediti sulla riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico”

        Au revoir.

        • lascio ad altri il giudizio sul “collega” di trinita’ dei monti.
          ma quello di nabiximolis e’ il classico punto di vista di chi di farmacia sa poco o nulla.

          “pretendete di essere pagati puntualmente dalle ASL”

          io i fornitori li pago a 30 gg e il pagameto dopo 6-8 mesi mi pare un abominio,che fra l’altro fa guadagnare solo le banche. il pagamento puntuale mi pare il minimo.

          “per fare il defustellatore non ci vogliono cinque anni di laurea”

          tipico di chi il levafustelli non lo puo’ usare,e di chi non ha idea di tutto quello che ci vuole prima e dopo aver staccato un fustello. ma l’ignoranza e’ purtroppo piuttosto diffusa,per questo l’italia va male,non certo per la metodologia di distribuzione del farmaco.

          • E quindi ha detto bene nabiximolis: se al banco ci sta solo da defustellare, (magazziniere docet), non servono cinque anni. Tutto il resto è noia.
            La metodologia di distribuzione è tutta sbagliata, visto che coinvolgono pure le poste…ma se per te va bene così, perchè ci guadagni coi pannolini, per contro ci sono altre migliaia di farmacisti a cui questo non piace.

          • brenno, forse ai sbagliato esempio: il nomenclatore tariffario è fermo ai prezzi del 1992, e mai aggiornato; fino a che la farmacia forniva i pannoloni, ora nn +, servizio diretto Asl, per il pannolone rettangolare € 0,143 netto iva di rimborso da parte asl, prezzo di acquisto netto iva € 0,141 se comprato dal grossista (convineni con me che è difficile fare magazzino, stante i cambi da parte dei pazienti, quindi 2centesimi di euro a pannolone e quindi 3,87 lire + iva 21%= 4,68 lire; la fornitura è di 150 panoloni mese, quindi 450, quindi 2.108,59 lire in 3 mesi. (numeri nn smentibili, in qaunto ho controllato le condizoni del grossista di oggi, che sono le stesse da mesi)

          • Perchè se scrivo pannolini (parafarmaco o sanitari a pagamento, non ausilii) tu pensi ai pannoloni? Che poi ti parte il calcolo matematico (che comunque è utile per i neo titolari). Nel caso della distribuzione dei ”pannoloni”, convengo che è difficile farne magazzino, considerando anche il notevole spazio che occupano.

          • Sono contento che sei d’accordo su tutte le altre cose! Il tuo problema è a mio avviso il fatto di avere un orizzonte intellettivo limitato, per cui non riesci a leggere fra le righe: non ho detto che le ASL devono essere inadempienti nei confronti delle farmacie convenzionate, ma nemmeno possono continuare ad essere il vostro bancomat perchè in una crisi così profonda come quella che stiamo attraversando, tutti dobbiamo tirare la cinghia, mettendo da parte privilegi, diritti acquisiti e rendite di posizione. Il sistema farmacia va ripensato, non va più bene, non è pensabile che il compenso del farmacista sia agganciato al farmaco. Voi cari titolari non avete capito che non siete delle figure cardine del SSN, che il lavoro che fate dietro il banco della vostra bottega può essere fatto tranquillamente dal collaboratore e questo vi porterà ineluttabilmente all’estinzione come i dinosauri. E finiamola di prenderci in giro parlando di farmacia dei servizi, l’unico servizio è quello che fate ai clienti quando questi entrano nei vostri bazar e voi cercate di vendergli di tutto. Finiamola di mistificare la realtà parlando della farmacia italiana come la migliore al mondo, di migliore ha o forse aveva solo il prezzo!

          • e’ tutto il contrario di quello che dice
            e’ lo stato che ha usato le farmacie come un bancomat per anni.
            lo sa chi ha pagato l’intera ricostruzione dell’abruzzo dopo il terremoto?
            l’orizzonte intellettivo limitato lo avra’ di certo lei e non io

  3. per me è tutto molto più semplice. Quanto perdono le farmacie e Federfarma se questo progetto pilota si dovesse estendere? La vera questione è che sarebbe un toccasana per la riduzione della spesa sanitaria ma ovviamente Federfarma ci rimette!

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