Non-compliance farmacologica: da trattare come una patologia

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terapie-farmacologicheLa non aderenza alla terapie da trattare come una patologia, quindi diagnosticabile e definibile nelle cause potendo operare con un occhio clinico e potervi porre rimedio, questa soluzione, inerente il problema del non-compliance farmacologica, è una delle innovative idee proposte dal presidente della Fondazione Gimbe, ovvero il Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze, Antonino Cartabellotta che ha analizzato la casistica e le situazioni legate a tal problema pubblicando la sua teoria sulla rivista scientifica Evidence.

Secondo quanto riportato nella pubblicazione, la possibilità di trattamento della non-compliance farmacologica consentirebbe di ottenere una miglior efficienza clinica, grazie ai vantaggi derivati dalle incidenze sul quadro clinico dei pazienti dall’utilizzo appropriato delle terapie prescritte oltre ad un netto risparmio per il SSN in termini di costi economici, vista la spesa sperperata per l’inadeguatezza delle terapie, perseguendo i criteri che da tempo vedono Federfarma battersi per un ruolo sempre più centrale nell’assistenza da parte delle farmacie, ritenute da Cartabellotta come le più vicine, in senso pratico, all’anziano potendo operare un realistico monitoraggio farmaceutico.

Per quanto concerne l’idea d’intendere la non-compliance farmacologica come una comune patologia, sono stati persino descritti ben 6 casi di riferimento che, odiernamente, inducono il paziente a mentire alle domande del medico che non presta l’occhio clinico ai comportamenti evasivi indotti da una serie di circostanze: incoscienza dell’incidenza terapeutica sul quadro clinico, scarso impegno ritenuto persino maggiore ai benefici d’assunzione, complicanze nella gestione terapeutica ritenuta complessa, scarsa vigilanza autonoma, scarsa informazione verso i farmaci che generano contrasto o inducono alla rinuncia ritenendo irrisori i benefici.

A tal proposito per migliore il monitoraggio farmaceutico, il presidente della Fondazione Gimbe suggerisce anche l’adozione di un meccanismo di organizzazione che generi screening periodi sulla popolazione adulta per verificare la non-compliance farmacologica, il tutto sulla base di una serie di studi che hanno dimostrato come gli interventi educazionali, progressivi nel tempo, incidano positivamente sulle aderenze future, e tale compito spetterebbe ugualmente alle farmacie, meglio distribuite lungo il territorio ed adatte a svolgere una mansione che altrimenti intaserebbe ulteriormente la macchina organizzativa del SSN.

1 COMMENT

  1. … ottimo articolo! Mi sembra un percorso che può elevare il livello professionale della nostra categoria. Se rimaniamo semplici dettaglianti di farmaci, saremo sempre più marginalizzati, in futuro, da GDO; catene e vendite a distanza, come tanti negozi di prossimità.

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