La nota di aggiornamento del Def 2013, approvata lo scorso venerdì, il 20 settembre 2013, presenta anche un capitolo riguardante la sanità.
L’aggiornamento prevede un “nuovo modello” di governance che punterà di più sulla prevenzione e avrà come scopo quello di “garantire prestazioni non incondizionate, rivolte principalmente a chi ne ha effettivamente bisogno”.
Il nuovo Sistema Sanitario Nazionale delineato dal Def dovrà essere, insomma, più selettivo in modo da evitare ogni spreco. In sostanza, quindi, la spesa sanitaria pubblica subirà dei tagli.
Se nel 2012 era il 7,1% del Pil, e sarà così anche quest’anno e l’anno prossimo, dal 2015 si ridurrà arrivando prima al 7%, poi al 6,8% e infine, nel 2017, al 6,7%.
Il senatore D’ambrosio Lettieri, capogruppo PdL alla Commissione Igiene e Sanità del Senato, comunica la sua preoccupazione riguardo alla suddetta nota di aggiornamento: «Temo che gli ulteriori tagli stabiliti dal Def per il finanziamento del servizio sanitario nazionale siano incompatibili con i principi che ispirano il nostro sistema sanitario.
Oltretutto, se le parole hanno ancora un significato, anche la definizione di welfare selettivo è in palese contrasto con il principio di universalità dettato dalla Carta costituzionale».
E aggiunge: «In questo quadro, prendo atto delle dichiarazioni del Governo, sono consapevole che la situazione economica del Paese sia drammatica e preoccupante, ma ritengo che la sostenibilità del nostro sistema sanitario debba essere definita dal Parlamento che nelle Commissioni di merito sta svolgendo un’apposita indagine conoscitiva sulla sostenibilità del Ssn – tra l’altro da me promossa e sollecitata e che ha incontrato il sostegno di altri colleghi e dello stesso ministro della Salute – i cui esiti auspico siano disponibili entro l’anno».
Secondo il senatore le preoccupazioni espressi dai professionisti del settore e in generale dai cittadini sono ampiamente condivisibili.
Conclude affermando: «Al ministro dell’Economia va richiesto uno sforzo nella direzione di un confronto complessivo sullo status quo in modo da porsi il problema delle risorse contestualmente a quello dell’efficienza che tagli le gambe non ai livelli essenziali di assistenza, ma agli sprechi che ancora si annidano nel sistema determinando una situazione di stress e di iniquità».