Intorno all’emendamento 6.0.3 alla Legge di Stabilità si può dire che c’è una grande confusione. Tale emendamento recita: «Le Regioni sono tenute ad acquistare direttamente dalle aziende farmaceutiche, tramite gare, con lo sconto minimo sul prezzo previsto dalle norme in vigore, medicinali equivalenti di fascia A, da erogare agli assistiti del Servizio sanitario nazionale tramite le farmacie pubbliche o private (DPC); i risparmi così conseguiti dovranno essere destinati al potenziamento dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria domiciliare a favore delle persone non autosufficienti o affette da patologie cronico degenerative».
Una misura che verrebbe imposta per il 2014 e dovrebbe portare, secondo i firmatari, dei risparmi sulla farmaceutica convenzionata pari a circa 300 milioni. Nella giornata del 22 novembre, in Senato, si è parlato molto di quest’emendamento. La giornata è cominciata con la notizia rilasciata da fonti del Pdl a Filodiretto: hanno riferito che D’Ambrosio Lettieri, senatore e vicepresidente della Fofi, aveva tolto la propria firma dal provvedimento durante la notte. Già nel pomeriggio il Sole 24 Ore Sanità nell’edizione web lancia un articolo con scritto che il ministero dell’Economia si era pronunciato a sfavore dell’emendamento e c’era la possibilità di un effettivo ritiro della proposta. Notizia smentita poche ore dopo dalla senatrice Pd Annalisa Silvestro a Filodiretto e successivamente anche a Quotidiano Sanità.
A quest’ultimo ha dichiarato: «L’emendamento 6.0.3 di cui sono la prima firmataria non è stato ritirato e non intendiamo in nessun modo ritirarlo. E’ ancora lì e, anzi, posso dire che lo stiamo difendendo in tutti i modi perché è un emendamento che ha un significato importantissimo per le persone non autosufficienti affette da patologie croniche o degenerative gravi. L’obiettivo è quello di far sì che queste persone possano avere assistenza sanitaria e socio-sanitaria a domicilio».
Ritornando al 22 novembre, nel pomeriggio Enrico Letta si è impegnato ad intervenire per ripristinare i fondi per l’assistenza ai non autosufficienti, ovvero quei fondi che l’emendamento in questione vuole reperire con le gare regionali. In questi giorni, intanto, continua la protesta dei protagonisti e delle associazioni del mondo della farmaceutica.
Fimmg e Federanziani denuncia che con questa modifica i cittadini e soprattutto i cittadini anziani sarebbero obbligati a pagare di tasca propria fino al 70% dei farmaci di fascia A consumati in un anno. Anche l’Ega, ovvero l’associazione europea delle industrie di generici, è contraria all’emendamento che potrebbe provocare dei rischi di carenze preoccupanti. Federfarma, dal canto suo, in una nota stampa dichiara che l’emendamento 6.0.3 è «un approccio miope che determina distorsioni del mercato e malfunzionamenti del sistema distributivo. Il quale, in tutti questi anni, ha dimostrato di essere il più conveniente e il meno costoso».